+++ Marcos Roitman Rosenmann, Salvador Allende e la via cilena al socialismo, CONTROPIANO.ORG– 11 SETTEMBRE 2020 –le foto si riferiscono tutte all’11 settembre 1973

 

 

CONTROPIANO.ORG– 11 SETTEMBRE 2020

https://contropiano.org/news/internazionale-news/2020/09/10/vero-11-settembre-golpe-cile-0131460

 

 

 

 

 

 

 

Salvador Allende e la via cilena al socialismo

11 settembre 1973, inizia la strage di Pinochet in Cile - AgoraVox Italia

 

di Marcos Roitman Rosenmann, agosto 2020

 

 

Ottobre del 1969, il Cile entrava in dinamica elettorale. Le presidenziali, il 4 settembre del 1970. Governava il democristiano Eduardo Frei Montalva, anticomunista appoggiato dagli Stati Uniti. Il suo trionfo, basato nella campagna della paura e la guerra psicologica, gli diede la maggioranza assoluta. “Rivoluzione in libertà” fu il suo slogan per combattere i movimenti di liberazione nati sulla scia della Rivoluzione cubana. I suoi sei anni, un cumulo di frustrazioni. Logorato, con riforme inconcluse ed estrema violenza, continuò il cammino del suo predecessore, di destra, Jorge Alessandri (1958-1964).

 

L'altro 11 settembre, il golpe di Pinochet in Cile - Mondo - ANSA

 

Salvador Allende descrive la successione di entrambi i governi: “(…) al fallimento del capitalismo tipico di Alessandri succede implacabilmente il fallimento del riformismo demagogico della Democrazia Cristiana e il Governo di Frei” (1).

La richiesta di una candidatura unitaria di sinistra era nell’aria. Dal 1952, comunisti e socialisti avevano unito le forze nelle tre ultime presidenziali. Il loro candidato: Salvador Allende. Però l’alleanza veniva da lontano.

Entrambe le organizzazioni parteciparono alla creazione del Fronte Popolare nel 1936. Coalizione guidata dal Partito Radicale, organizzazione laica e progressista. Vinse nelle presidenziali del 1938. La congiuntura richiedeva di frenare l’avanzare del nazi-fascismo e modernizzare il paese.

 

11 settembre, la lezione del golpe cileno - Il Fatto Quotidiano

 

Il Fronte Popolare governò fino al 1952, però il suo ultimo presidente, González Videla, tradì l’alleanza. Nel 1948, rese illegale il Partito Comunista con la Legge di difesa della democrazia. Però nel 1970, l’unità poli-classista conferiva protagonismo a socialisti e comunisti.

Salvador Allende: “Nel 1938, lottavamo per essere la sinistra di un regime e di un sistema. Nel 1970 non lottiamo per essere la sinistra di un regime capitalista, lottiamo per sostituire il regime capitalista…” (2).

 

11 settembre 1973: Il Golpe di Pinochet in Cile. L'inizio della fine - Trieste All News

 

 

La sinistra si ridefiniva. I non allineati, i carri armati a Praga. La guerra del Vietnam. L’antiimperialismo, il bloqueo a Cuba. L’assassinio del Che e le dittature protette dalla dottrina della sicurezza nazionale. In quel contesto, nasceva in Cile il MIR, Movimento di Sinistra Rivoluzionaria, sostenitore dell’ insurrezione popolare.

 

 

Quarant'anni dal golpe (Foto) - Internazionale

 

 

 

Dall’altro lato, la Unidad Popular definiva il suo progetto. Aprire un cammino non percorso, rispettando l’istituzione vigente per spianare la transizione al socialismo. Fu la cosiddetta via cilena. Il Che, conoscitore delle sue concezioni politiche, scrisse la seguente dedica nel suo saggio La guerra di guerriglia: “A Salvador Allende, che con altri mezzi cerca di ottenere la stessa cosa. Affettuosamente, Che”.

 

 

11 settembre 1973 - Il Golpe in Cile - DINAMOpress

 

 

 

Così, la via cilena ebbe la peculiarità dei “riunire una sindrome di elementi definitori, politici, sociali, economici, militari, che la fanno diventare l’esperienza fino ad oggi più moderna di rivoluzione anticapitalista, contenendo i germi di una modalità di transizione al socialismo mai prima sviluppata a un livello comparabile: piena vigenza della democrazia come forma di vita in seno ai settori e organizzazioni componenti il blocco sociale popolare, riconoscimento dei diritti politici e civili uguali all’opposizione, rispetto dello Stato di diritto come norma per regolare la vita collettiva, rifiuto della guerra civile come via di risoluzione delle contraddizioni sociali, libero esercizio delle libertà di organizzazione, coscienza ed espressione senza altre restrizioni che quelle contemplate nel regime legale basato sulla volontà nazionale manifestata mediante il suffragio universale, libero, segreto e con pluralità di partiti” (3).

 

 

FOTO DA FACEBOOK: ” ISTITUTO STORICO DELLA RESISTENZA ”

 

 

Salvador Allende lo enfatizza: “Da lì l’importanza che ha la Unidad Popular che, ripeto, è uno strumento del popolo del Cile, nato dalla sua esperienza e dalla sua realtà, non è il prodotto della cabala di alcuni dirigenti che cercano collocazione in funzione di vantaggi personali o di possibilità elettoralistiche. È la responsabilità storica di noi che ci rendiamo conto che questo paese o fa in modo di dare un passo avanti nel processo di autentica democratizzazione, o cadremo in una dittatura civile implacabile o in un golpe militare” (4).

 

 

 

Cile, quarantasei anni dopo - Il Torinese

 

 

Il Cile era una società politicizzata. La destra era unificata nel Partito Nazionale. Il movimento sindacale aveva forgiato la sua unità nel 1953, nella Centrale Unica dei Lavoratori (CUT). La sinistra si raggruppava principalmente intorno a socialisti e comunisti.

 

 

HENRY KISSINGER

 

 

Allende | Il Fastidioso

 

 

 

 

Il MIR, fondato nel 1965, guevarista e insurrezionalista, decise di appoggiare criticamente la candidatura di Allende. E la Democrazia Cristiana nel 1957, che proveniva dalla Falange, si abbeverò al pensiero di Jose Antonio Primo de Rivera e Ramiro de Maeztu. Nel suo programma si legge: “La Chiesa è al di sopra dei partiti (…) rifiutiamo il marxismo, concezione materialista e anti-razionale della vita, che fomenta la lotta di classe, conduce alla tirannia ed è fallita nelle sue esperienze” (5).

 

Salvador Allende: "La storia è nostra e la fanno i popoli" | Globalist

 

 

Nel 1970, la mappa elettorale era definita. La destra conservatrice presento il settantenne Jorge Alessandri; la Democrazia Cristiana, Radomiro Tomic. E la sinistra? Cristiani, laici, marxisti, socialisti, comunisti, socialdemocratici erano confluiti. In dicembre del 1969, si rese pubblico il programma della Unidad Popular. Lo firmano il Partito Socialista, il Partito Comunista, il Partito Radicale, il Movimento di Azione Popolare Unitario (MAPU), Azione Popolare Indipendente (API) e il Partito Social Democratico (PSD).

Conosciuto come le “quaranta misure di base”, vi spiccano la soppressione delle grandi retribuzioni, pensioni giuste, previdenza sociale per tutti i cileni, latte per tutti i bambini, alimentazione per i bambini in situazione di esclusione, abitazioni degne, acqua ed elettricità, riforma agraria reale, assistenza medica gratuita negli ospedali, creazione di centri di assistenza primaria e consultori materno-infantili, scioglimento dei corpi repressivi dei carabineros, non più imposte sugli alimenti, creazione dell’istituto dell’arte e della cultura, tra le altre.

 

 

 

 

La Unidad Popular aveva un progetto. La sua ultima sfida: nominare il candidato. Il Partito Radicale propose un insigne intellettuale: Alberto Baltra; il MAPU, Jacques Chonchol, ex ministro di Frei e fautore della sua riforma agraria; il Partito Comunista, il poeta Pablo Neruda; e l’API, il senatore Rafael Tarud. Il Partito Socialista, sprofondato in un dibattito interno, aveva due richiedenti: Salvador Allende e Aniceto Rodríguez, a quel tempo segretario generale del partito.

 

 

Domani saranno passati 47 anni dall’arresto di Victor Jara, fra i primi cileni ad essere internato nello stadio di Santiago dove, dopo 3 giorni di torture, venne brutalmente assassinato il 16 settembre 1973.

 

 

Allende avrebbe ottenuto 13 dei 27 voti, con 14 astensioni. Sostenitore di una salda alleanza con i comunisti e la costruzione di ampie basi d’appoggio, non contava sul benestare di un settore del suo partito. Consideravano che era “bruciato”. Il 22 gennaio del 1970, fu eletto candidato della Unidad Popular.

Il 4 settembre del 1970, vincerà su una destra divisaSalvador Allende: 1.075.616 voti; Jorge Alessandri: 1.036.278 voti; Radomiro Tomic: 824.849 voti. 

Il suo trionfo portò all’inizio di una cospirazione che sarebbe finita con il bombardamento del Palazzo presidenziale l’11 settembre del 1973, con l’imposizione del neoliberismo e un regime di terrore.

 

FOTO DA FACEBOOK “Frasi, pensieri e aforismi dei Grandi del passato e del presente.”

 

Salvador Allende fu oggetto di ogni tipo di attacchi. Medico di professione, ex ministro della Salute Pubblica nel 1938, presidente del Collegio Medico, sostenitore del Servizio Nazionale di Salute, ex deputato ed ex presidente del Senato, concentrava tutta l’antipatia e l’odio della destra.

 

Tra passato e presente: ricordando quell'11 settembre 1973... – l'Opinione Pubblica

EL MERCURIO

 

Il periodico della plutocrazia e della destra, El Mercurio, il cui padrone, Agustín Edwards, andò a chiedere l’aiuto di Nixon e Kissinger per impedire che Allende assumesse la presidenza, non perdeva opportunità per calunniarlo. L’ha fatto proprietario di uno yacht di lusso, e l’ha pubblicato in primo piano. La risposta fu immediata. Ha rimorchiato la barca, una barca a remi, fino a Santiago e l’ha esposta di fronte a La Moneda per tutti quelli che la volessero vedere. L’hanno pure accusato di negare la sua iscrizione massonica.

 

Augusto Pinochet (l’esecutore) e Henry Kissinger (il mandante)

 

La sua risposta, laconica: “Ho ricevuto come unica eredità un nome pulito, una vocazione a servire il popolo nata dalla formazione massonica dei miei antenati”. E nel 1967, fu protagonista di uno degli atti più nobili che si ricordano al Senato.

Il ministro dell’Industria di Frei, Andrés Zaldívar, difendeva la legge dei tagli salariali. Mentre interveniva, sua moglie fu ricoverata d’urgenza per un parto prematuro. Allende, saputa la notizia, prese la parola e disse ai senatori che il ministro aveva un grave problema familiare e chiese di sospendere la sessione. Zaldívar riferisce che non ha mai potuto dimenticare il gesto umano di Allende. Anche se non si è fatto scrupoli ad avallare il colpo di Stato nel 1973.

Già presidente, è tornato a mostrare la sua signorilità in difesa della dignità del popolo del Cile. Andò alle Nazioni Unite per pronunciare il suo discorso davanti all’Assemblea Generale nel dicembre del 1972. George Bush, ambasciatore di Nixon, chiese di avere un colloquio con Allende.

 

 

Addio Guido Vicario, ci raccontò l'America Latina

RASTRELLAMENTI A SANTIAGO DOPO IL GOLPE

 

 

Questo fu il dialogo:

Allende: “Voglio reiterare al suo Governo che il popolo del Cile desidera avere le migliori relazioni nel mutuo rispetto. Non identifico il popolo degli USA  con le azioni della CIA nei fatti interni del mio paese”.

Bush: “Signor presidente, la CIA è anche il popolo degli USA”.

Allende, alzandosi dalla poltrona: “Signor ambasciatore, le chiedo di ritirarsi”.

Bush, arrossendo e confuso, balbetta: “Signor presidente, ho detto qualcosa d’inappropriato?

Allende: “L’intervista è terminata. Addio”.

 

 

"Cile 1973", in una mostra la storia del Paese dal golpe alla democrazia  

 

 

 

E così fino al giorno del colpo di Stato. Il generale dell’Esercito Ernesto Baeza Michelsen chiamò alla Moneda chiedendo la resa del presidente. Oswaldo Puccio, segretario personale del presidente, riferisce la conversazione telefonica: “Chiese a Baeza come stesse la sua signora e il generale gli rispose che stava bene… Continua chiedendogli come stesse lui, visto che aveva avuto un infarto (…). Allende gli consigliò di riguardarsi molto e di evitare qualsiasi preoccupazione. In qualche modo, il generale ha messo insieme il coraggio per trasmettere il messaggio del capo dei golpisti. Quello che non si sa è se ce l’ha avuto per riportargli la risposta di Allende: ‘Gli dica che non faccia il figlio di puttana e che venga a cercarmi personalmente’”.

 

L'11 settembre e la terza via di Allende

 

 

Il giorno della vittoria elettorale, la destra mise in marcia la sua strategia. Primo, evitare che Allende assumesse la presidenza il 4 di novembre del 1970. Senza maggioranza assoluta, i membri del Congresso potevano parteggiare per una delle due maggioranze relative. Il piano fallì con l’assassinio del generale in capo delle Forze Armate René Schneider alcuni giorni prima della votazione.

 

CUT participa en homenaje al Presidente Salvador Allende en la ex Posta Central | CUT Chile

 

 

 

Furono tre anni di strangolamento economico, attentati e cospirazioni. Allende lo sottolinea nel suo ultimo discorso: “Lavoratori della mia patria: voglio ringraziarvi per la lealtà che sempre avete avuto, la fiducia che avete riposto in un uomo che è stato solo un interprete dei grandi desideri di giustizia, che ha dato la sua parola che avrebbe accettato la Costituzione e la legge, e così ha fatto. In questo momento definitivo, l’ultimo in cui io possa dirigermi a voi, voglio che facciate tesoro della lezione: il capitale straniero, l’imperialismo, unito alla reazione, ha creato il clima per il quale le forze armate rompessero la loro tradizione, quella ha insegnato Schneider e che ha riaffermato il comandante Araya, vittime dello stesso settore sociale che oggi starà nelle proprie case aspettando di riconquistare il potere con mano straniera per continuare a difendere la proprie rendite e privilegi”.

 

L'altro 11 settembre / Cile 1973-1988

 

L’11 settembre del 1973, la decisione di Salvador Allende di rimanere a combattere dimostra la forza dei suoi principi e convinzioni e mantiene vivo il suo contributo al pensiero socialista, antimperialista e anticapitalista (6)

 

Salvador Allende: The Death of a President Who Lives On - Global Research

 

 

(1)Salvador Allende, “Alocución en el templo de la Gran Logia de Chile el 14 de abril de 1970”; in Juan Gonzalo Rocha, Allende, Masón. La visión de un profano, Editorial Sudamericana, 2000, Santiago del Cile, pagina 41.

(2)IbídemOp. cit. pagina 44

(3)Joan Garcés, Allende y la experiencia chilena. Las armas de la política, Editorial Siglo XXI, Madrid, 2013, pagina 15.

(4)“Alocución en el Templo…”, Op.cit. pág. 43.

(5)AA.VV: Documentos del siglo XX chileno, Editorial Sudamericana, Santiago del Cile, 2001, pagina 178.

(6)Per questo periodo: Gonzalo Martner García, Los mil días de una economía sitiada, Ediciones Facultad de Economía. Universidad Central de Venezuela, Caracas, 1975. Joan Garcés, El estado y los problemas tácticos en el gobierno de Allende, Editorial Siglo XXI, Madrid, 1974. Víctor Pey (compilador), Salvador Allende: Obras escogidas, Fundación Presidente Allende, Madrid, 1996.

Marcos Roitman Rosenmann

 

Professore titolare nella Facoltà di Scienze Politiche e Sociologia dell’Università Complutense di Madrid. Autore di Por la razón o la fuerza. Historia y memoria de los golpes de Estado, dictaduras y resistencias en América Latina, Siglo XXI, abril de 2019.

 

https://mondiplo.com/salvador-allende-y-la-via-chilena-al-socialismo?fbclid=IwAR1cWMYJ7qfud37bkK9DPeNkiiBtMZ0gauA0WYYYiCcH06oJpSaeRJueBWI

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