Palazzo Ardinghelli dopo i restauri successivi al sisma del 2009 e con l’allestimento a sede distaccata del MAXI
Lasacrasillaba – Opera propria
Il palazzo puntellato in seguito al sisma del 2009.
Lasacrasillaba – Opera propria
Particolare della facciata del palazzo.
Arch.A.Giordani – Opera propria
Palazzo Ardinghelli, anche noto come Palazzo Franchi Cappelli, è un palazzo storico dell’Aquila, dichiarato monumento nazionale nel 1902.
Dal 2020 ospita la sede distaccata del MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo.
Il palazzo sorge su preesistenze di impronta rinascimentale delle famiglie Cappa e Camponeschi e trae la sua origine nella complessa ricostruzione della città successiva al terremoto del 1703; in particolare, a partire dal 1732 con l’avvento di Carlo III di Spagna, venne dato notevole impulso alla ricostruzione dell’architettura civile e Palazzo Ardinghelli fu tra i primi palazzi nobiliari a vedere la luce, insieme a Palazzo Quinzi e Palazzo Pica Alfieri.
Venne realizzato dalla famiglia di origine toscana degli Ardinghelli, il cui capostipite – Andrea Ardinghelli – si stabilì all’Aquila nel XVI secolo. A promuovere l’edificazione del palazzo furono soprattutto Filippo Ardinghelli e suo fratello Francesco.
Il progetto, redatto dall’architetto romano Francesco Fontana, figlio del più celebre Carlo, è riconducibile ai primi anni del XVIII secolo, anche se la realizzazione dell’edificio incontrò numerose difficoltà ed ebbe luogo solamente tra il 1732 ed il 1743. Con la morte di Filippo Ardinghelli, la famiglia si estinse prima del completamento dei lavori ed il palazzo passò alla famiglia Cappelli, subendo anche notevoli rimaneggiamenti nel corso dei secoli tanto che l’attuale facciata in stile tardo barocco venne completata solo nel 1955.
Negli ultimi decenni del XIX secolo, palazzo Ardinghelli fu dimora e atelier del celebre pittore Teofilo Patini. Il palazzo divenne poi proprietà demaniale del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo ed ospitò alcuni uffici.
L’edificio riportò danni ingenti in seguito al terremoto del 2009 venendo dichiarato inagibile. Il restauro, iniziato nel 2014 e reso possibile grazie ad una copertura provvisoria, è stato finanziato dalla Russia[9] per un costo complessivo di 7 milioni 200 mila euro. A cantiere appena iniziato, nel 2015, il ministro Dario Franceschini decise di adeguare il palazzo a sede museale ed espositiva, proponendo di ospitarvi una sede distaccata del museo d’arte contemporanea di Roma; il progetto è stato inserito nel piano strategico “Grandi Progetti Beni Culturali” beneficiando di un finanziamento quinquennale.
La consegna del palazzo e l’apertura al pubblico sono avvenute il 5 settembre 2020, mentre il 20 ottobre è prevista l’apertura del MAXXI L’Aquila.
Il palazzo, considerato uno dei massimi esempi del barocco aquilano, è situato in piazza Santa Maria Paganica, al centro del quarto di Santa Maria.
È volto frontalmente all’omonima chiesa, anch’essa riedificata nelle forme attuali in seguito al terremoto del 1703, e posto in relazione con altre importanti esempi di architettura civile come Palazzo Carli Benedetti. Costituisce un unico complesso con l’adiacente Palazzo Cappa Camponeschi, piccola struttura di origine quattrocentesca che nelle intenzioni del progettista avrebbe dovuto essere incorporato nel Palazzo Ardinghelli, come si evince dall’attuale asimmetria della facciata del palazzo.
L’edificio si sviluppa su due livelli, cui si aggiunge un parziale piano seminterrato ad uso deposito. L’ingresso è reso evidente da una triplice balconata progettata nel 1928 che ripropone il motivo del timpano;[7] il sottostante portale, posto in asse con l’ingresso laterale della chiesa e centrale rispetto alla piazza, introduce ad un androne lastricato che conduce ad un piccolo cortile porticato ad esedra.
FOTO DELL’INTERNO DA:: https://www.virtuquotidiane.it/cronaca/dentro-palazzo-ardinghelli-pronto-a-riaprire-la-nuova-vita-nel-segno-del-maxxi.html
Dalla corte si dirama uno scalone monumentale di derivazione borrominiana, impreziosito dalla pareti laterali decorate con il marmorino (o stucco lustro);Su di esso cinque dipinti attribuiti all’artista veneto Vincenzo Damini e datati al 1744] Altri preziosi dipinti,rinvenuti durante il restauro del palazzo successivo al sisma del 2009, sono visibili sulle pareti del cortile e sul soffitto di una stanza al piano nobile.
TUTTO IL TESTO SOPRA DA ::
https://it.wikipedia.org/wiki/Palazzo_Ardinghelli
ARTRIBUNE — 5 SETTEMBRE 2020
Dopo il restauro riapre al pubblico Palazzo Ardinghelli, futura sede del MAXXI L’Aquila
By
Desirée Maida
COMPLETATI I LAVORI DI RESTAURO DEL PALAZZO SETTECENTESCO CHE DAL PROSSIMO 30 OTTOBRE OSPITERÀ LA SEDE DISTACCATA DEL MAXXI DI ROMA, CONCEPITO COME POLO DELLA CREATIVITÀ CONTEMPORANEA PER CONTRIBUIRE ALLA RINASCITA DEL CAPOLUOGO ABRUZZESE DOPO IL SISMA DEL 2009
FACCIATA POST SISMA –FOTO ARTRIBUNE
In attesa dell’apertura al pubblico del nuovo polo museale dedicato alle arti e alla creatività contemporanee, sono stati intanto conclusi e presentati al pubblico i lavori di restauro della storica dimora, fruibile fino alle ore 19 del 6 settembre grazie alle visite guidate curate dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti dell’Aquila nel rispetto delle norme di sicurezza. “La riapertura di Palazzo Ardinghelli mi emoziona e mi rende orgogliosa: è il simbolo di una doppia rinascita, dalle ferite del terremoto e dal tempo sospeso dell’emergenza coronavirus”, commenta Giovanna Melandri, Presidente della Fondazione MAXXI.
“Ringrazio la Federazione Russa, il MiBACT, Cassa Depositi e Prestiti e tutti coloro che lavorando con competenza, generosità e passione hanno restituito al palazzo la sua bellezza. Ora sta a noi farlo rivivere e, insieme con le amministrazioni, le istituzioni scientifiche e culturali, i centri di studio e ricerca e le associazioni del territorio, ci impegneremo perché le mostre, le iniziative, le attività di MAXXI L’Aquila offrano un contributo alla rigenerazione civile e sociale a lungo attese e alla vivacità culturale propria di questa città”.
Palazzo Ardinghelli restaurato – ph. Andrea Jemolo
MAXXI L’AQUILA A PALAZZO ARDINGHELLI. STORIA DELLA NASCITA DI UN MUSEO
La nascita del progetto MAXXI L’Aquila risale al 2016, quando il Ministero dei Beni Culturali guidato da Dario Franceschini scelse di destinare Palazzo Ardinghelli a succursale del MAXXI di Roma, un modo per contribuire alla ricostruzione e alla rinascita della città dopo il sisma del 2009. Il progetto, inserito nel piano strategico “Grandi Progetti Beni Culturali” e per il quale il Ministero aveva previsto un finanziamento pari a 2 milioni di euro, prevede la creazione di un polo dedicato alle arti e alla creatività contemporanee con la realizzazione di opere site specific pensate per Palazzo Ardinghelli. Grazie a un generoso finanziamento da parte del Governo della Federazione Russa di oltre 7 milioni di euro, il MiBACT ha effettuato su Palazzo Ardinghelli interventi di restauro conservativo, consolidamento, miglioramento sismico e la parziale ricostruzione delle parti crollate. I lavori hanno riservato anche alcune sorprese, con ritrovamenti che mettono in luce le diverse stratificazioni dell’edificio: le pietre di un antico portale, un dipinto sul soffitto di una delle stanze, probabilmente una camera da letto, che raffigura due putti, le decorazioni che si intravedono sulle pareti esterne del cortile. “Questa è una giornata densa di significati, nella quale arriva un segnale importante all’insegna della cultura, dell’arte, della bellezza: restituiamo perfettamente restaurato a L’Aquila e ai cittadini aquilani un palazzo meraviglioso, uno dei luoghi simbolo della città, duramente colpito dal terremoto”, spiega la Sottosegrataria al MiBACT Anna Laura Orrico. “Permettetemi di ringraziare la Federazione Russa per il grande contributo offerto e il personale e i tecnici del Ministero dei Beni culturali per l’eccezionale lavoro di restauro fatto. Palazzo Ardinghelli ospiterà la sede aquilana del MAXXI, un presidio culturale e un laboratorio aperto di sperimentazione. Sarà una risorsa preziosa per il territorio, in collaborazione con le istituzioni scientifiche e con gli operatori culturali locali darà un impulso importante nel processo di rinascita e di rilancio della città”.
CORTE INTERNA – POST SISMA
VERSO IL MAXXI L’AQUILA. COME SARÀ IL NUOVO MUSEO
L’inaugurazione del MAXXI L’Aquila è prevista per il prossimo 30 ottobre, con un progetto espositivo pensato per valorizzare l’architettura del Palazzo appena restaurato che vedrà protagoniste le opere realizzate appositamente da cinque artisti italiani individuati dal Ministero nel 2015: Elisabetta Benassi, Daniela De Lorenzo, Alberto Garutti, Nunzio ed Ettore Spalletti. A queste opere si aggiunge il progetto di Anastasia Potemkina, giovane artista russa, prodotto in collaborazione con la V-A-C Foundation di Mosca e realizzato con la partecipazione dell’Accademia di Belle Arti dell’Aquila.
Particolare attenzione sarà poi data alla fotografia, con la committenza affidata a Paolo Pellegrin e dedicata alla città dell’Aquila, e quella affidata a Stefano Cerio, dedicata al territorio abruzzese.
Questo percorso sarà completato da una selezione di opere provenienti dalle collezioni del MAXXI, con autori come Monica Bonvicini, Maurizio Cattelan, Enzo Cucchi, Bruna Esposito, Giulio Paolini, Piero Manzoni, Maurizio Nannucci, Liliana Moro, Sou Fujimoto, Superstudio, Giovanni Michelucci, Bernard Khoury, Yona Friedman, Guido Guidi, Giovanni Chiaramonte, Olivo Barbieri, Allora & Calzadilla.
CROLLI INTERNI
IL PALAZZO RESTAURATO
POST SISMA-PH. MIMARC
SCALONE DOPO IL RESTAURO — PH. JEMOLO
PH. FORTUNA
PH. MIMARC
DETTAGLI DIPINTI, PH. GIANFRANCO FORTUNA
DETTAGLI DIPINTI, PH. GIANFRANCO FORTUNA
CAMINO POST SISMA
PH ANDREA JEMOLO
SALA MUSICA, PH. ANDREA JEMOLO
MONTAGGIO INCANNUCCIATO SALA VOLIERA
SALA VOLIERA, PH. JEMOLO
CAPPELLA, PH. FORTUNA
RITROVATO DIPINTO – PH. TESTA
DIPINTO RITROVATO E RESTAURATO, PH SILVIA TARANTA
RESTAURO, PH MIMARC
DIPINTO RITROVATO, PH. FORTUNA
BALAUSTRA IN FERRO, PH. TARANTA
RESTAURO BALAUSTRE IN FERRO, PH MIMARC
Bellissimo questo palazzo, di un barocco tranquillo e da ammirare la collaborazione della Federazione Russa per il suo restauro.