RAMON MERCADER ( BARCELLONA, 1913 – L’AVANA, 1978 ) :: IL GIUSTIZIERE DI TROCKIJ PER ORDINE DI STALIN… sarebbe un parente dell’attore Christian De Sica attraverso la madre, Maria Mercader — fonti varie, c’è il link

 

 

 

Jaime Ramón Mercader del Río (Barcellona, 7 febbraio 1913 – L’Avana, 18 ottobre 1978) è stato un agente segreto spagnolo naturalizzato sovietico operante nel NKVD durante il governo di Iosif Stalin nell’URSS.

Noto per essere stato l’assassino di Lev Trockij, era fratellastro dell’attrice María Mercader, già seconda moglie del regista Vittorio De Sica e madre dell’attore Christian De Sica e del musicista Manuel De Sica.

( wikipedia )

 

Murder Weapon : Foto di attualitàLA PICOZZA USATA DA RAMON MERCADER PER UCCIDERE  TROCKIJ SFONDADOGLI IL CRANIO SENZA AMMAZZARLO.

 

 

Ramón Mercader. O canalha de Coyoacán

 

 

 

Ramón Mercader da giovane — link in fondo

 

Sua mamma, Caridad del Río, cresce i figli sotto il culto della causa marxista e di dio Iosif. Devozione assoluta alla bandiera rossa. Caridad, sposata con il commerciante barcellonese Pablo Mercader, alleva i suoi cuccioli, e i pargoli crescono: Luis, volontario nell’Armata Rossa e professore d’ingegneria a Madrid, Jorge, agente segreto sovietico, Pablo, combattente repubblicano comunista morto durante la guerra civile spagnola, Montserrat, segretaria di André Marty, il leader del partito comunista francese PCF, conosciuto con il sinistro nomignolo di “macellaio di Albacete”, e infine, Ramón.

 

È durante la guerra civile che infiamma la Spagna che Ramón tramuta il suo ideale in lotta armata, imbracciando le armi contro i franchisti, falangisti, carlisti, fascisti italiani e nazisti tedeschi della Legione Condor, ma anche contro le formazioni anarchiche della FAI e trotskiste del POUM, in una complessa guerra fratricida a scatole cinesi con più fronti e sottofronti. Anche sua madre Caridad e i suoi fratelli sono parte attiva nello schieramento repubblicano, nella sua frangia più filosovietica.

 

 

RAMON MERCADER

 

 

È in questo periodo di battaglie iberiche che ci sarebbe stato l’incoraggiamento di Caridad affinché il figlio entrasse nelle fila segrete del NKVD Narodnyj komissariat vnutrennich dell’imponente organo di polizia segreta dell’URSS che si ramifica all’estero, fino ai quattro angoli del pianeta.

LEV TROCKIJ

Naturalmente, nella Spagna della grande prova bellica di quello che da lì a poco si scatenerà nel mondo, la presenza di membri del NKVD (e dell’intelligence militare GRU, il Direttorato principale per l’informazione), è numerosa; le città e i reparti delle Brigate Internazionali sono nidi di spie. Ramón viene avvicinato e arruolato da Nahum Eitingon, ebreo bielorusso dalle mille identità, formato nelle fila aguzzine della polizia politica Čeka, fucilatore navigato, appassionato torturatore, spia d’alto grado.

Lev Trockij, Diego Rivera, e André Breton

 

 

 

Nel progetto per uccidere Trockij, ad Eitingon è affiancato un altro agente segreto che pare essere uscito da un romanzo di spionaggio: Pavel Sudoplatov, čekista da quando aveva soli 14 anni, un bimbo prodigio nel settore. Opera sotto copertura in mezza Europa, nel 1938 fa fuori il nazionalista ucraino Konovalec con una scatola di cioccolatini a Rotterdam. La scatola di cioccolatini è farcita di esplosivo. Sudoplatov si avvicina all’ucraino per donargli la scatola. L’ucraino ringrazia. Sudoplatov si allontana di qualche passo per godersi lo spettacolo, ridendo sotto i baffi. I cioccolatini esplodono in faccia all’ucraino, fulminandolo.

 

 

 

 

Il compagno Pavel è un addestratore eccezionale. Dalla Spagna porta l’apprendista Ramón Mercader con sé, a Mosca, alla Lubjanka, il palazzo-fortezza della polizia segreta, la casa delle spie russe. Ramón viene istruito, e impara. Sudoplatov è un buon maestro. Gli insegna le arti oscure della simulazione, dell’infiltrazione, della mimetizzazione, della menzogna per resistere agli interrogatori, dell’omicidio con armi convenzionali e armi non convenzionali. È nato un sicario di Stalin, mamma Caridad è fiera di lui.

 

 

 

 

 

 

 

David Alfaro Siqueiros

 

 

 

Lev Trockij in Messico con FRIDA KAHLO

 

 

 

Ramón Mercader dopo l’arresto

 

 

Lev Trockij nel 1939 lascia la Casa Azul di Frida, l’ospite è ingombrante, le divergenze con il pittore Diego Rivera, marito della Kahlo, sono diventate litigio. Si trasferisce con moglie, nipote e guardie del corpo in Avenida Viena, sempre nel medesimo quartiere di Città del Messico. La sua nuova abitazione, inserita in una dimensione di dacia latinoamericana con orto, pollaio, e conigli, è difesa da alti muri di cinta, filo spinato, cavi dell’alta tensione, torrette di osservazione, gorilla con le pistole nelle fondine ascellari. Sembra un castello metropolitano. Per espugnarlo, occorre un gruppo di fuoco di eccezionale potenza.

 

MARIA MERCADER

 

La squadra è composta da venti uomini. Al comando ci sono l’agente Iosif Grigulevič, nome in codice “Yuzec”, lituano esperto di Centro e Sud America, e l’agente David Alfaro Siqueiros, artista, pittore, muralista messicano, fanatico stalinista. Pare che nella preparazione ed esecuzione dell’attentato sia coinvolto anche l’italiano Vittorio Vidali, alias “comandante Carlos”, capo del “reggimento di ferro”, unità d’élite repubblicana durante la guerra di Spagna, presunto serial killer politico, poi deputato e senatore della Repubblica italiana. Vidali è sposato con Tina Modotti, attrice e fotografa di successo, anche lei valida risorsa del NKVD, amica della coppia Rivera-Kahlo, e in passato con quest’ultima, amica molto intima. Donna che sapeva molto, secondo alcuni troppo, muore per un dubbio infarto nel ’42.

FRIDA KAHLO

 

 

Anche Ramón Mercader agisce. Prima però c’è la lunga preparazione all’omicidio, che inizia nel 1938 nella Parigi intellettuale di dissidenti e rivoluzionari. Il castigliano, il cui nome adesso è Jacques Mornard, s’iscrive alla Sorbona, e durante la conferenza per la fondazione della Quarta Internazionale, conosce Sylvia Ageloff, una delle segretarie di Trockij. Gliela presenta l’antropologo Mark Zborowski, la milionesima spia infiltrata e che si fa chiamare Etienne. Si pensa che sia lui ad avere avvelenato il figlio di Trozkji. Mercader seduce la giovane Sylvia, abile, motivato, lei è cotta, ingenua. Sylvia è il cavallo di Troia di Ramón. La ragazza raggiunge il leader in Messico, e con lei, c’è il suo fidanzato.

Paziente, scaltro, senza commettere passi falsi, quatto, s’intrufola nella corte della vittima, entra in confidenza, cattura simpatie. Intanto scruta, s’ingegna il piano in testa. Un oggetto su uno scaffale d’una bottega cattura la sua attenzione: per commettere il delitto, userà una piccozza da ghiaccio. Roba da film giallo.

 

Coyoacán, 20 agosto 1940, pomeriggio. Lo zio di Christian De Sica è ricevuto da Lev Trockij nel suo studio, indossa un abito scuro, un cappello, ha un impermeabile sul braccio. Sotto l’impermeabile, la piccozza affilata. Gli ha chiesto un poco del suo tempo per fargli leggere un documento da lui scritto. Trockij si china sui fogli, concentrato. La mano del killer s’insinua dentro l’impermeabile, stringe il manico. Ramòn chiude gli occhi, e vibra un colpo micidiale. La punta della piccozza da ghiaccio rompe il cranio di Trockij come se fosse il guscio di un uovo, ma non lo ammazza. La vittima si alza in piedi, con rivoli di sangue che gli scendono in faccia e grida. Mercader al processo ricorderà un lungo, agghiacciante

 

 Lev Trockij muore dopo un giorno di agonia…

 

testo e molte foto da ::

https://www.lintellettualedissidente.it/controcultura/storia/ramon-mercader-christian-de-sica/

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