Noi ci appoggiamo ad un classico :: CARLO CIPOLLA, ALLEGRO MA NON TROPPO/ LE LEGGI FONDAMENTALI DELLA STUPIDITA’ UMANA, IL MULINO 1988, + ristampe ++ recensioni

 

 

 

 

Allegro ma non troppo

con

Le leggi fondamentali della stupidità umana

 Carlo M. Cipolla

Articolo acquistabile con 18App e Carta del Docente
Traduttore: Anna Parish
Editore: Il Mulino
Collana: Contrappunti
Anno edizione: 1988
In commercio dal: 29 novembre 1988
Pagine: 83 p., Brossura
8,80 EURO PREZZO PIENO

Un “divertissement”, un guizzo anarchico dell’intelligenza. È così che si possono definire queste pagine nelle quali Cipolla abbandona gli austeri panni dello studioso e, giocando sul filo del paradosso e dell’assurdo, costruisce due brevi saggi: il primo, una ilare parodia della storia economica e sociale del Medioevo; il secondo, una sorta di scherzosa teoria generale della stupidità umana.

 

 

IL MULINO 2015

 

 

Scritto originariamente in lingua inglese, “The Basic Laws of Human Stupidity” fu stampato per la prima volta nel 1976 in edizione numerata e fuori commercio sotto l’improbabile sigla editoriale dei “Mad Millers”, i mugnai pazzi. L’autore riteneva che il suo testo potesse essere pienamente apprezzato soltanto nella lingua in cui lo aveva scritto, e per molto tempo declinò la proposta di tradurlo. Solo nel 1988 accettò l’idea di pubblicarlo in versione italiana nel volume “Allegro ma non troppo”, insieme al saggio “Il ruolo delle spezie (e del pepe in particolare) nello sviluppo economico del Medioevo”, esso pure scritto in inglese e stampato fuori commercio dai Mad Millers per il Natale del 1973. Come volume a sé la versione inglese delle “Leggi fondamentali della stupidità umana” è poi stata pubblicata, sempre dal Mulino, nel 2011. Sia in quell’edizione, sia in questa prima italiana viene riproposta in apertura la nota al lettore scritta da Cipolla per l’edizione originale del 1976.

 

 

Il libro di Cipolla, eminente storico dell’economia, studioso di fama internazionale del funzionamento dei sistemi economici prima della rivoluzione industriale, è un pamphlet pieno di umorismo, formato da due brevi saggi apparsi originariamente in inglese (a testimonianza del proverbiale senso dell’ humour che contraddistingue il mondo anglosassone) nel 1973 e nel 1976 in edizioni riservate agli amici.

Il primo, intitolato “II ruolo delle spezie (e del pepe in particolare) nello sviluppo economico del Medioevo”, è una divertente parodia del modo di fare storia sociale antica.In esso si narra, fra l’altro, di come Pietro l’Eremita, amante dei cibi pepati, sia stato mosso da uno scrupolo ben più “pungente” di quelllo religioso nel promuovere la sua infelice crociata per liberare la Terra Santa dall’oppressione musulmana: in realtà, con quella spedizione, egli intendeva riaprire le vie di comunicazione con l’Oriente e rifornire l’Europa di pepe, forte afrodisiaco divenuto un bene ormai scarso in Occidente. O di come la Guerra dei Cento Anni sia scoppiata a causa del controllo delle zone viticole francesi, essendo il vino inglese notoriamente pessimo.

Nel secondo saggio, “Le leggi fondamentali della stupidità umana”, Cipolla affronta un tema di grande interesse ed attualità, in tempi come i nostri segnati da rinnovate “debolezze” dell’intelligenza.

Considerato lo stupido “una persona che causa un danno ad un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita”, l’autore, avvalendosi di un nutrito corredo di grafici e della consueta propensione alla scoperta di uniformità che muove la ricerca degli economisti, definisce alcune Leggi Fondamentali riguardanti la stupidità umana, da cui emerge la nostra sottovalutazione, da una parte, del numero di individui stupidi in giro per il mondo e, dall’altra, della loro pericolosità, e di come, inoltre, la probabilità d’essere stupidi risulti indipendente da qualsiasi altra caratteristica umana.

Il limite (serio) delle teorizzazioni di Cipolla sull’argomento riguarda a nostro avviso l’aver considerato solo un aspetto – quello negativo, e perciò stesso più banale – della stupidità. “Artista silenziosa ” come la chiamò Musil, essa presenta, al contrario, potenzialità creative, dissacranti, innovative; è, per dirla con Oscar Wilde, “la Bestia Trionfans che immancabilmente fa uscire la saggezza dalla sua tana”. Insomma non si può dimenticare che esiste una stupidità “intelligente”, non malvagia, arma critica usata da personaggi antieroici, come Don Chisciotte, Bouvard e Pécuchet, il buon soldato Svejk, ecc., o da movimenti d’avanguardia come Dada.

 

LA FRUSTA LETTERARIA–

 

Nel link trovate una specie di difesa e recupero della stupidità umana

http://www.lafrusta.net/rec_cipolla.html

 

 

 

CARLO CIPOLLA

 

 

CIPOLLA, Carlo in "Dizionario Biografico"

Carlo Cipolla (Pavia, 15 agosto 1922 – Pavia, 5 settembre 2000) è stato uno storico e accademico italiano, specializzato in storia economica. Ha insegnato in Italia e negli Stati Uniti. Nelle pubblicazioni viene abitualmente nominato come Carlo M. Cipolla a seguito dell’invenzione, da parte sua, di un inesistente secondo nome, che viene solitamente interpretato, in maniera erronea, come Maria.

Wikipedia

 

 

IL SOLE 24 ORE  –23 OTTOBRE 2011

https://st.ilsole24ore.com/art/cultura/2011-10-21/irresistibile-spirito-cipolla-182530.shtml#

 

Irresistibile spirito di Cipolla

 

di Armando Massarenti

 

 

 

Per che cosa sta la M. di Carlo M. Cipolla (1922-2000)? No, non sta per Maria, come tutti credono e come riporta anche Wikipedia. Allora sta per Mario? Non state a scervellarvi. Semplicemente non sta per niente.O, meglio, sta solo per se stessa. M. è l’iniziale che l’autore di Vele e cannoni o di Miasmi e umori si inventò per riempire la casella middle name compilando i moduli dell’università di Berkeley dove si trasferì negli anni 50.

E non è l’unica bizzarria che riguarda la reputazione di questo gigante della storia dell’economia. Un’altra ha che fare con il suo libro più famoso, quell’Allegro ma non troppo che, nato quasi per scherzo, è divenuto il più tenace long-seller della casa editrice il Mulino.

Costantemente ristampato, in 23 anni ha venduto in Italia 350mila copie, e nel mondo vanta edizioni in francese, tedesco, spagnolo, galiziano, catalano, greco, turco, portoghese, ungherese, ceco, rumeno, giapponese e coreano. Una fortuna e una notorietà che, ironia della sorte, nessuno dei suoi lavori ‘seri’ gli avrebbe mai potuto regalare. A partire dalla ponderosa Storia economica dell’Europa pre-industriale, la cui pubblicazione in italiano coincide con l’inizio della vicenda editoriale di quell’aureo libretto.

Siamo nel 1973. Cipolla chiede alla casa editrice bolognese, per la quale sta per pubblicare la traduzione della Storia, di stampare un breve testo in inglese che intende regalare agli amici per Natale.

Si tratta di una deliziosa (auto)parodia del modo di fare storia economica dell’antichità e del Medioevo. Il commercio delle spezie, in particolare del pepe, dopo la scoperta del suo potere afrodisiaco, è individuato come il vero motore dello sviluppo economico del Medioevo. Nell’agosto 1976 Cipolla chiede di stampare con le stesse modalità un altro breve testo in inglese: The Basic Laws of Human Stupidity.

Il Mulino ne tira un centinaio di copie numerate e Cipolla le regala agli amici. In scena qui c’è il tipico atteggiamento dell’economista alla ricerca di uniformità e armato di definizioni, matrici e tabelle. Sulla base dell’analisi dei danni o vantaggi che l’individuo procura a se stesso e di quelli che procura agli altri, e data la definizione per cui «una persona è stupida se causa un danno a un’altra persona o a un gruppo di persone senza realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo un danno», Cipolla costruisce uno schema di ascisse e ordinate in cui collocare con precisione i tipi degli intelligenti, degli sprovveduti, dei banditi e degli stupidi, dal quale si evince tra l’altro che «lo stupido è più pericoloso del bandito». Tutto assolutamente plausibile.

Cipolla, con questa deliziosa parodia, sembra aver realmente scoperto le «leggi fondamentali della stupidità». Per anni però si rifiuta di tradurre il testo in italiano. Impossibile rendere lo humour swiftiano dell’originale. Ma le pressioni crescono, il passaparola si diffonde e nel 1987 Cipolla accetta di far tradurre i due testi e di riunirli in Allegro ma non troppo, uscito nel 1988. Si noti il tono sussiegoso e leggermente inesatto con cui Wikipedia racconta questo passaggio: «Cipolla approfondì il controverso tema della stupidità umana formulando la famosa teoria della stupidità, enunciata nel suo arguto libello del 1976 dal titolo The Basic Laws of Human Stupidity (The Mad Millers, 1976), poi ripubblicato in italiano nel 1988 come Allegro ma non troppo (il Mulino, 1988, Isbn 8815019804)».Dove si vede che nessun codice Isbn viene fornito per l’editore The Mad Millers. Si tratta infatti ‐ come per la M. ‐ di un editore inesistente, che allude ai ‘mugnai folli’ dell’editrice bolognese che accontentarono lo studioso e che poi ne determinarono la fortuna. La banda del Mulino è assai fiera di questa storia, ma qualcosa non è andato per il verso giusto. Successo dopo successo, traduzione dopo traduzione, avveniva un fatto strano. O forse istruttivo.

A mancare all’appello era una vera edizione inglese o americana. Bizzarro per un libro pensato e scritto proprio in quella lingua! Ma ciò la dice lunga su quanto siano spocchiosi gli editori di quei paesi. Il problema, sia detto tra parentesi, è generale e serio: molti lavori eccellenti di carattere erudito, che hanno il solo difetto di essere scritti in italiano, faticano a raggiungere il pubblico anglofono, che segue canali tutti suoi, a volte di minore qualità. Ragione di più per attrezzarsi e, come Cipolla, scrivere direttamente in inglese! Chiusa parentesi.Ora l’editore bolognese, consapevole che la stupidità ‐ per dirla con Cipolla ‐ è «una delle più potenti e oscure forze che impediscono la crescita del benessere e della felicità umana», ha deciso di rendere disponibile al vasto pubblico dei lettori la versione originale di The Basic Laws of Human Stupidity. Dal 3 novembre sarà acquistabile in forma cartacea e in e-book nelle principali librerie online, a partire da Amazon. Trentacinque anni fa Cipolla lo regalava a pochi amici. Paradossalmente solo oggi tutti potranno leggere il testo originale dopo che in tante lingue è diventato un bestseller. Nessuno invece potrà mai leggere il seguito alle Leggi fondamentali che Cipolla avrebbe voluto intitolare I rumpabal nella storia.

 

 

Le cinque regole di Cipolla

 

1. Sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione.

2. La probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della persona stessa.

3. Una persona è stupida se causa un danno a un’altra persona o a un gruppo di persone senza realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo un danno.

4. Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide; dimenticano costantemente che in qualsiasi momento e luogo, e in qualunque circostanza, trattare o associarsi con individui stupidi costituisce infallibilmente un costoso errore.

5. La persona stupida è il tipo di persona più pericoloso che esista.Così Carlo M. Cipolla ha enunciato le «cinque leggi fondamentali della stupidità».

Cari lettori, sareste in grado di individuarne altre di altrettanto universali?

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

1 risposta a Noi ci appoggiamo ad un classico :: CARLO CIPOLLA, ALLEGRO MA NON TROPPO/ LE LEGGI FONDAMENTALI DELLA STUPIDITA’ UMANA, IL MULINO 1988, + ristampe ++ recensioni

  1. Donatella scrive:

    A casa mia circolava un detto, non so da dove fosse stato preso, che sono molto più pericolosi gli stupidi che i matti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *