REDAZIONE IL FATTO QUOTIDIANO 20 LUGLIO 2020::: Recovery fund, nella notte trattativa su sussidi e sconti ai frugali. Conte: “Michel presenterà due proposte, da 400 o 390 miliardi. La storia chiederà conto a chi si oppone”. Il vertice tra i 27 riprende alle 16

 

 

IL FATTO QUOTIDIANO 20 LUGLIO 2020

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ZONAEURO

 

Recovery fund, nella notte trattativa su sussidi e sconti ai frugali. Conte: “Michel presenterà due proposte, da 400 o 390 miliardi. La storia chiederà conto a chi si oppone”. Il vertice tra i 27 riprende alle 16

Recovery fund, nella notte trattativa su sussidi e sconti ai frugali. Conte: “Michel presenterà due proposte, da 400 o 390 miliardi. La storia chiederà conto a chi si oppone”. Il vertice tra i 27 riprende alle 16

Michel: “In caso di strappo, presenteremo il volto di un’Europa debole, minata dalla sfiducia”. Si cerca uno scambio tra l’ammontare dei sussidi e quello dei “rebate” ( sconti sui contributi al bilancio comunitario, vedi sotto ) di cui godono i frugali: la soluzione con 400 miliardi di trasferimenti a fondo perduto “condurrebbe un maggiore sconto per i Paesi che ne hanno diritto”, ha detto il premier italiano. Per quanto riguarda il diritto di veto chiesto dall’Olanda sui piani di riforma nazionali, “abbiamo indirizzato il procedimento di verifica e controllo secondo una più corretta soluzione”. Rutte e Kurz dal canto loro ostentano soddisfazione e l’austriaco provoca Macron: “Comprensibile che alcuni, se dormono poco, a un certo punto siano snervati”

 

 

di F. Q. | 20 LUGLIO 2020

 

Erano passate le 6 del mattino quando il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha deciso di aggiornare alle 16 di oggi il vertice iniziato venerdì scorso. Dopo aver ammonito che “in caso di strappo, presenteremo il volto di un’Europa deboleminata dalla sfiducia“.

Le lunghe trattative notturne a Bruxelles – interrotte per quattro ore e riprese alle – hanno visto ridursi a una manciata di miliardi la distanza tra i leader europei sulla cifra, a valere sul Recovery fund, da assegnare a titolo di trasferimenti a fondo perduto.

Punto cruciale per l’Italia, che stando alla proposta originaria della Commissione è il Paese a cui andrebbe la fetta più grande (173 miliardi di cui 82 di sovvenzioni). Per convincere i “frugali” – capeggiati dall’olandese Mark Rutte – ad alzare l’asticella rispetto ai “non più di 350 miliardi” messi sul piatto domenica, si cerca uno scambio tra l’ammontare dei sussidi e quello degli sconti sul contributo al bilancio comunitario ( i cosiddetti ” rebates ” )  di cui godono i Paesi nordici: più aiuti, più “rebate”.

 

Si parla di 400 o 390 miliardi di sussidi – a fronte dei 500 immaginati dalla Commissione – più 360 di prestiti. E c’è un abbozzo di soluzione anche sulla governance dei fondi. Fonti italiane parlano di “passi avanti“.

 

 

La trattativa su aiuti a fondo perduto, sconti e governance –

 

“Michel non ha anticipato null’altro ma ha detto che proporrà oggi una soluzione con una riduzione dei grants ( sovvenzioni ) a 400 miliardi e una a 390 miliardi”, ha spiegato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte rientrando in albergo quando era ormai mattina. La prima soluzione, che comporta comunque un taglio di 100 miliardi rispetto alla proposta originaria, “condurrebbe un maggiore sconto per i Paesi che ne hanno diritto e quella da 390 miliardi un minore sconto”. Entrambe le cifre potrebbero risultare accettabili per Angela Merkel e Emmanuel Macron, i grandi mediatori di questo Consiglio, che domenica hanno rifiutato di scendere a patti su una cifra di 375 miliardi affermando che 400 sono il minimo indispensabile per investire nel futuro dell’Unione e combattere la crisi. In particolare Macron si è rivolto ai capi di governo frugali esprimendo fastidio per il loro continuo alzare la posta con nuove richieste, come aveva già fatto la cancelliera tedesca.

Ci sono passi avanti anche per scioglier il nodo della governance su come saranno spesi i soldi raccolti dalla Commissione emettendo titoli di debito e distribuiti ai Paesi. L’Olanda chiedeva il diritto di veto sui piani di riforma nazionali, opzione irricevibile per l’Italia. La proposta di mediazione prevede che il “super freno d’emergenza” possa essere attivato in Consiglio europeo solo a maggioranza qualificata (il 55% dei Paesi Ue rappresentanti il 65% della popolazione europea): niente possibilità di veto per un singolo Stato, dunque, ma la questione verrebbe comunque portata di fronte al massimo livello politico come chiedeva Rutte. Anche se è alla Commissione, non agli Stati, che i trattati assegnano il potere esecutivo e di controllo. Secondo Conte “abbiamo indirizzato il procedimento di verifica e controllo dello stato di avanzamento dei progetti secondo una più corretta soluzione, rispettosa delle competenze dei vari organi definite dai trattati”. La mediazione soddisfa anche Rutte che ha esultato per “un’ottima bozza che ritengo stia lentamente guadagnando consenso. Sono davvero contento, perché questa è stata una condizione cruciale per noi per essere in grado di costruire quel bilanciamento” tra prestiti e sovvenzioni.

 

 

Recovery fund, i “frugali” propongono 350 miliardi di sussidi e 350 di prestiti. Conte: “Cifre attuali sono il minimo indispensabile”. E a Rutte: “Se crolla il mercato unico dovrai rispondere ai cittadini europei”

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Conte: “Chi si contrappone affosserà i sogni delle nuove generazioni –

 

Durante il tavolo notturno, secondo fonti italiane, il premier ha sottolineato che “il recovery plan non può diventare uno strumento per condurre battaglie ideologiche. Chi oggi si contrappone alla chiusura di questo negoziato e pensa di acquisire nell’immediato maggiore consenso sul piano interno deve però pensare che non solo la storia gli chiederà il conto ma che i suoi stessi cittadini, superata la reazione emotiva, si renderanno che quella di stasera è stata una valutazione miope che ha portato a una decisione che ha contribuito ad affossare il mercato unico e la libertà di sognare delle nuove generazioni”, ha aggiunto.

 

Sono giorni che si continua a trattare al ribasso, ha ricordato, “intervenendo a ridurre l’ammontare, a compromettere l’efficacia, a frapporre vari ostacoli operativi“, e inizia a venire il sospetto che “non si voglia rendere effettivo uno strumento che è nell’interesse di tutti che funzioni”. In particolare “i grants sono necessari a una pronta ripresa per rafforzare la resilienza dei paesi che hanno più difficoltà nella crescita economica”.

 

Recovery fund, i leader dei 27 alla resa dei conti. Al tavolo del Consiglio Ue la minaccia di veti incrociati su bilancio e aiuti per la ripresa

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I leader dei frugali ostentano soddisfazione: “Ottimi risultati perché siamo stati uniti” – Nella notte il leader olandese Rutte e l’austriaco Sebastian Kurz, secondo fonti europee, sono stati ancora una volta i più intransigenti nel mantenere la linea rossa dei “350 miliardi di sussidi e non oltre” per il Recovery Fund, mentre i capi di governo svedesedanese e finlandese sembrano aver ammorbidito le loro posizioni.

Ma Rutte in mattinata ha smentito affermando: “Stiamo tutti sulla stessa linea”.

Anche Kurz, in una strategia evidentemente coordinata, ha ostentato soddisfazione per i “risultati” raggiunti finora: “I negoziati non sono ancora finiti, ma possiamo essere molto soddisfatti di essere riusciti a ottenere una riduzione dell’importo totale, che era la nostra richiesta principale, un aumento degli sconti per l’Austria e la garanzia che investimenti e riforme saranno controllati“. Poi ha rivendicato: “Eravamo in quattro e ora siamo in cinque, unirci è stata sicuramente la decisione migliore” (riferimento all’adesione della Finlandia al fronte dei frugali).

 

davanti a Paesi come “Germania e Francia, i più piccoli da soli non avrebbero peso. Se crei un gruppo e combatti per gli interessi comuni, puoi spingerti molto in là e sono molto felice che il gruppo dei frugali sia cresciuto perché non avremmo mai potuto raggiungere questo risultato da soli”. Lo scontro con Macron? “Abbiamo negoziato per venti ore, trovo che uscire” dalla stanza “qualche volta sia abbastanza normale, comunque abbiamo trattato in modo professionale. E’ comprensibile che alcuni, se dormono poco, a un certo punto siano snervati, ma ci rispettiamo e tutto è bene ciò che finisce bene”. L’austriaco, secondo quanto riferito da alcune fonti diplomatiche, ha fatto infuriare il collega francese andandosene nel bel mezzo dei colloqui per rispondere a una telefonata.

 

Michel: “Voglio che i giornali titolino che l’Europa è riuscita in missione impossibile” – I 22 leader che sostengono la proposta presentata ieri da Michel in modo informale alle delegazioni e rigettata dai frugali – 400 miliardi di aiuti a fondo perduto, una soluzione sulla governance, rebate cospicui e compensazioni per l’agricoltura all’Austria e una soluzione sullo stato di diritto – avevano in precedenza ricordato la gravità della situazione sottolineando che non si può sempre chiedere di più.

“I 27 leader responsabili nei confronti dei popoli d’Europa sono in grado di costruire unità e fiducia nell’Europa?”, ha chiesto Michel. “Oppure, attraverso uno strappo, presenteremo il volto di un’Europa deboleminata dalla sfiducia?. Durante i negoziati, ho ascoltato tutti, mostrato il massimo rispetto. Continuerò a lottare per un accordo, con lo stesso rispetto. Il mio auspicio è che giungiamo a un accordo e che FT e i nostri altri giornali domani titolino che l’Ue è riuscita in una missione impossibile“.

 

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