CARCERE DI TORA A SUD DE IL CAIRO
L’ingresso del complesso carcerario di Tora al Cairo, aprile 2011. (Khaled Desouki, Afp)–FOTO DA INTERNAZIONALE
UN ARTICOLO SU QUESTO CARCERE DI INTERNAZIONALE, GIUGNO 2016 — DI Haitham Gabr, Mada Masr, Egitto
In Egitto la vita dei detenuti è ancora più dura durante il Ramadan
“Quando mi stendo a terra, tocco il gabinetto con i piedi. Non c’è nessuna finestra, solo una fessura nella porta della cella, che viene aperta e chiusa a capriccio dalla direzione del carcere. Non ci sono né lenzuola né coperte, i ventilatori sono vietati, non ci fanno mai uscire e il cibo è immangiabile. Le pareti sono piene di scritte, le storie di vita di tutti i detenuti che sono stati qui. Molti hanno pensato al suicidio perché non sopportavano questo isolamento” –
AHMED, una lettera alla fidanzata
IL FATTO QUOTIDIANO DEL 13 LUGLIO 2020 —
Patrick Zaki, detenzione rinnovata di altri 45 giorni. Amnesty: “Decisione inumana. L’Egitto pensa che ci scorderemo di lui, ma si sbaglia”
L’entità del rinnovo, fino ad oggi di 15 giorni, ricorda anche che per lo studente e attivista egiziano è iniziata la seconda fase della carcerazione preventiva senza regolare processo, che in Egitto può avere una durata massima di due anni: quella in cui i rinnovi non sono più di 15 giorni, ma di un mese e mezzo
di F. Q. | 13 LUGLIO 2020
Non finisce il calvario di Patrick George Zaki, lo studente egiziano dell’università di Bologna arrestato il 7 febbraio scorso all’aeroporto del Cairo con l’accusa, tra le altre, di propaganda sovversiva su Facebook.
Il tribunale della capitale, riferisce la rete di attivisti in contatto con i suoi legali, ha deciso di rinnovare la carcerazione preventiva per altri 45 giorni. “Avevamo veramente sperato in un esito diverso, ma la notizia che arriva dal Cairo è ulteriormente choccante e inumana“, ha commentato il portavoce di Amnesty Italia, Riccardo Noury, tra coloro che più di tutti si è speso, insieme all’organizzazione, per chiedere la liberazione del giovane.
L’entità del rinnovo, fino ad oggi di 15 giorni, ricorda anche che per lo studente e attivista egiziano è iniziata la seconda fase della carcerazione preventiva senza regolare processo, che in Egitto può avere una durata massima di due anni: la fase in cui i rinnovi non sono più di 15 giorni, ma di un mese e mezzo.
Zaki si trova in carcere ormai da 158 giorni, rinchiuso nella famigerata Sezione II Scorpion della prigione di Tora dedicata agli oppositori del regime di Abdel Fattah al-Sisi.
Quest’ultimo rinnovo era ipotizzabile, visto che in tutte le occasioni precedenti i giudici non hanno mai dato l’impressione di prendere veramente in considerazione la sua liberazione, anche dopo la pandemia di coronavirus, nonostante il ragazzo sia asmatico.
Ma l’ultima concessione del governo, che il 4 luglio, aveva fatto recapitare alla famiglia una sua lettera datata 21 giugno in cui rassicurava parenti, amici e sostenitori riguardo alle sue condizioni fisiche, aveva fatto sperare chi da mesi chiede la sua liberazione.
La decisione dei giudici, invece, non è cambiata: “Decisione inumana, arbitraria che consegna Patrick alla prigione di Tora per un tempo lungo nel quale le autorità egiziane immaginano che noi dimenticheremo la sua sorte. Sbagliano, questo è certo”, aggiunge Noury.