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Harriet Tubman: la Donna che ebbe 3 Nomi
di MATTEO RUBBOLI
La storia di Harriet Tubman è una storia di avventura e coraggio, di schiavi e di padroni ma soprattutto di grande, grandissima umanità. Inizia in una contea del Maryland, negli Stati Uniti, ma non finisce nel piccolo stato nord orientale degli States, anzi, si dipana lungo una buona fetta del territorio americano, in cui nell’800 si sovrappongono il dramma della schiavitù e l’usurpazione della terra dei nativi, oltre alla terribile guerra di secessione.
Contea di Dorchester
Araminta Ross nasce in un anno compreso fra il 1820 e il 1825 nella contea di Dochester, nel Maryland. Figlia di schiavi, Araminta aveva altri 8 fratelli, ma la famiglia fatica a stare unita. Il loro proprietario, Edward Brodess, vende 3 dei Ross, Linah, Mariah Ritty, e Soph, e la madre, disperata per la perdita dei bambini, arriva a nascondere il piccolo Moses per un mese.
Quando i padroni vengono a cercarlo la mamma, Harriett Green, minaccia:
Date la caccia a mio figlio, ma spaccherò la testa a chiunque metterà piede in casa mia
Nonostante l’impegno della coraggiosa Harriet, Araminta viene separata dalla famiglia all’età di sei anni. I Brodess la cedono come impiegata a una famiglia che la utilizza per fare da tata al figlio della donna, e qui Araminta inizia a sperimentare la violenza dei bianchi contro gli schiavi di colore.
Quando il bambino di Miss Susan si sveglia piangendo Araminta viene frustata
La piccolissima Araminta tenta di difendersi indossando diversi strati di vestiti e scappando alle torture dei suoi aguzzini, ma il suo destino è quello di esser frustata, quasi tutti i giorni. Un giorno viene frustata per 5 volte prima di colazione, e di quella drammatica esperienza porterà con sé le cicatrici per tutta la vita.
Quando ha 13 anni i Brodess mandano a lavorare Araminta, che è ormai considerata una donna matura, nella piantagione di un certo James Cook, ma qui la ragazza si ammala di morbillo e viene rispedita ai padroni, che le consentono di guarire nella casa materna.
Un colpo da 1 Kg
Un giorno, durante un normale giro al paese per svolgere delle commissioni, accade un fatto che segnerà la vita di Araminta per sempre. Uno schiavo riesce a divincolarsi dalle grinfie di un padrone e inizia a scappare per la strada. Il bianco vede Araminta e le grida di fermarlo, ma la ragazza non si muove, e lo schiavo riesce a guadagnare terreno. Il padrone a quel punto lancia un oggetto di metallo del peso di circa 1 Kg, forse rivolto allo schiavo per tentare di fermarlo, e colpisce in testa la giovane Araminta, che cade a terra esanime.
La ragazza trascorre due giorni a riposo, e poi torna a lavorare nei campi. Si porterà appresso le conseguenze del gesto per tutta la vita con frequenti emicranie, capogiri e visioni mistiche, che interpreterà spesso “segni divini”.
Il matrimonio e il Secondo Nome
Araminta Ross, in un ambiente che a ragione si può definire pericoloso e mortale per gli schiavi, riesce ad arrivare a vent’anni e sposa John Tubman, un uomo libero, e cambia nome in Harriet Tubman. Il suo status di schiava condiziona inevitabilmente la vita della coppia, della quale i figli sarebbero stati schiavi di proprietà dei Brodess.
I padroni di Harriet tentano in tutti i modi di venderla ma le malattie di cui soffre, fra cui l’ epilessia del lobo temporale, con continui attacchi epilettici e svenimenti improvvisi causata dal colpo ricevuto in strada, la rendono poco appetibile.
Nel 1849 Harriet si ammala e il padrone tenta di venderla, anche ad un prezzo “da saldo”, e la donna inizia a pregare affinché l’uomo cambi idea. Brodess continua a insistere nella vendita e Harriet, secondo i suoi racconti, prega affinché l’uomo muoia, fatto che puntualmente si verifica nell’arco di tempo di circa una settimana.
Nonostante il rimorso, la circostanza la porta a pensare di avere in dote dei poteri mistici
La moglie di Brodess, Eliza Ann, inizia a svendere tutti gli schiavi che ha ereditato dal marito, e Harriet decide che è giunto il momento di finire la sua vita in schiavitù.
C’erano due cose a cui avevo diritto: la libertà o la morte; se non potevo avere l’una, avrei avuto l’altra
Nonostante il parere contrario del marito, Harriet riesce a fuggire con i fratelli Henry e Ben il 17 settembre 1849. La vedova Brodess mette una taglia da 100 dollari sulla testa dei tre fuggiaschi (circa 3.000 euro odierni), ma la ricompensa si rivela inutile:
I 3 tornano spontaneamente indietro
Il giovane Ben, che aveva circa 20 anni, nel mentre è diventato padre e le circostanze lo obbligano a tornare nella proprietà dei Brodes, seguito dai due fratelli.
Harriet, che nel foglio di giornale viene definita ancora “Minty”, in seguito fugge nuovamente giungendo in Pennsylvania, finalmente libera.
Quando ho capito di aver oltrepassato quella linea (il confine), mi sono guardata le mani per vedere se ero ancora me stessa. C’era un’aria di gloria; il sole albeggiava tra gli alberi e sui campi, e mi sentivo quasi in Paradiso
La donna non dimentica il suo passato di sofferenza, coercizione e sevizie e, nonostante la taglia sulla testa, per anni inizia a fare avanti e indietro dal Maryland per liberare fratelli, nipoti e tanti altri schiavi.
Mosé e gli Underground Railroad
Lo scopo di vita di Harriet diventa aiutare i suoi fratelli a guadagnare la libertà negli stati dove la schiavitù è già stata abolita. Inizia quindi a muoversi attraverso gli Underground Railroad, una rete di percorsi segreti e luoghi sicuri utilizzati dagli schiavi per fuggire alle grinfie dei padroni. La destinazione di queste persone era gli stati dove la schiavitù era già stata abolita o il Canada.
Gli abolizionisti che aiutano Harriet la soprannominano Mosè, e il nome non potrebbe rivelarsi più azzeccato. Come il profeta guidò gli ebrei fuori dall’Egitto, così Harriet guida centinaia di schiavi lontano dalle grinfie dei padroni bianchi. Di quei lunghi anni di fughe ricorderà:
Ho condotto in salvo schiavi per la Underground Railroad per 8 anni, e posso dire, al contrario di molti, che il treno che conducevo non ha mai deviato dalla sua strada e non ho mai perso un passeggero
Un paio d’anni dopo esser divenuta una donna libera torna a cercare il marito, nella rischiosa Contea di Dorchester, ma lo trova sposato a un’altra donna, tale Caroline, e si considera libera anche dal vincolo matrimoniale con John.
John Brown e la rivolta armata
Nel 1858 aiuta John Brown, un bianco che sostiene con forza l’abolizione della schiavitù, nel suo attacco agli schiavisti bianchi. Brown sosteneva una rivoluzione armata degli schiavi e, nonostante Harriet non fosse d’accordo nel ribellarsi con la violenza, aiuta Brown e i suoi sostenitori nell’intento di attaccare i padroni.
L’ultimo assalto del gruppo, avvenuto il 19 ottobre del 1859, porta alla cattura di John Brown e alla sua seguente impiccagione, un episodio che lasciò Harriet profondamente colpita.
Ha fatto più lui morendo di quanto cento uomini avrebbero potuto fare vivendo
John Brown (Torrington, 9 maggio 1800 – Charles Town, 2 dicembre 1859)
Il porto sicuro di Auburn
Nel 1859 un senatore Repubblicano, futuro segretario di Stato degli Stati Uniti, William H. Seward, fervente abolizionista, le vende per 1.200 dollari un terreno nei pressi della città di Auburn, dove Harriet inizia a ospitare tutti i suoi schiavi fuggiaschi.
Durante il novembre del 1860 tenta il suo ultimo salvataggio per liberare l’unica sorella che era ancora in schiavitù, Rachel, e i suoi due figli, Ben e Angerine. Quando torna nella Contea di Dorchester scopre che la sorella è morta, ma che i bambini possono esser liberati pagando una piccola tangente di 30 dollari, che però non ha con sé. Affranta lascia i nipoti ai loro padroni, e di loro non si conosce la sorte.
Per non sprecare il viaggio, la Tubman raccoglie un altro gruppo, compresa la famiglia Ennalls, pronto e disposto a correre i rischi del viaggio verso nord. Il gruppo impiega diverse settimane per fuggire a causa dei cacciatori di schiavi, che li costringono a nascondersi più a lungo del solito. Le temperature sono gelide, e i fuggiaschi hanno pochissimo cibo. I bambini vengono drogati con della tintura d’oppio per tenerli tranquilli mentre gli passavano accanto le pattuglie degli schiavi. Nonostante i bianchi alle loro calcagna, raggiungono in sicurezza la casa di David e Martha Wright ad Auburn il 28 dicembre del 1860. Sono finalmente liberi.
La guerra di Secessione
Allo scoppio del conflitto Harriet capisce che se avesse vinto l’unione la schiavitù sarebbe stata quasi certamente abolita. Lavora come spia, esploratrice e infermiera sino ad arrivare a guidare un’intera spedizione armata nella Carolina del Sud che libera ben 750 schiavi, che poi si arruolano volontariamente nelle file dell’Unione.
Dopo anni di servizio come spia e come esploratrice a fianco dei vertici dell’esercito nordista, nel 1863, divenne la prima donna a guidare una spedizione armata nella storia degli Stati Uniti. Nell’ambito di un assalto sul fiume Combahee, nella Carolina del Sud, riesce ad essere a capo di una spedizione che libera circa 750 schiavi.
I giornali lodano il patriottismo, la sagacia, l’energia e la bravura della Tubman
La donna finisce gli anni di guerra come infermiera e consigliera dei generali, riuscendo anche a sopravvivere a un’epidemia di Vaiolo che la fa considerare come “benedetta da Dio”.
Dopo la guerra
Durante un viaggio in treno a New York nel 1869, il conduttore intima Harriet di cambiare carrozza per andare in una a metà prezzo. Al rifiuto della donna, che mostra i documenti emessi dal governo che la autorizzano a sedere al proprio posto, l’uomo la maledice e la afferra, ma le resiste alla violenza e chiama altri due passeggeri in soccorso. Mentre si aggrappa alla ringhiera i bianchi la spingono, spezzandole il braccio. Dolorante e impossibilitata a difendersi, il gruppo la getta dalla carrozza in corsa, facendola ferire gravemente. Mentre si svolge la scena altri passeggeri bianchi maledicono la Tubman e gridano al conduttore di gettarla dal treno.
Il matrimonio, la povertà e i libri
Amarinta-Harriet-Mosè non smise mai di lottare per i più deboli. Si occupò di anziani in difficoltà, di orfani, e poi sposò la causa del voto alle donne.
Nel 1869, ormai cinquantenne, sposa Nelson Charles Davis, un muratore veterano della guerra come lei di 2 anni più giovane, e insieme adottano una bambina, Gertie. Nelson muore di tubercolosi nel 1888, lasciandola ancora una volta sola ad aiutare i bisognosi.
Da sinistra: Harriet, Gertie e Nelson con alcuni schiavi liberati: Lee Cheney, John Alexander, Walter Green, Blind Sarah Parker e Dora Stewart ad Auburn:
Gli amici e i sostenitori della Tubman dai tempi dell’abolizione, nel frattempo, organizzano una raccolta di fondi per sostenerla. Un’ammiratrice, Sarah Hopkins Bradford, scrive una sua biografia “Scenes in the Life of Harriet Tubman”, che viene pubblicato nel 1869 e fa guadagnare alla Tubman circa 1.200 dollari.
Nel 1886 la Bradford pubblicò un altro volume “Harriet, the Moses of her People”, che consente ad Harriet di incassare altri fondi, che la donna spende interamente per aiutare gli ex-schiavi che le chiedono aiuto.
La truffa e la solidarietà dei suoi ammiratori
Sommersa di debiti, Harriet si fa raggirare da due uomini nel 1873. Due persone di colore di nome Stevenson e John Thomas dichiarano di avere in loro possesso un deposito di oro proveniente dalla Carolina del Sud. Offrono il tesoro, che sostengono abbia un valore di circa 5.000 dollari, in cambio di 2.000 dollari in contanti. I truffatori affermano di conoscere uno dei Tubman, e Harriet li porta a casa propria, dove rimangono per diversi giorni. La donna sa che i bianchi del Sud hanno seppellito molti oggetti di valore quando le forze dell’Unione minacciavano la regione, e che anche i neri venivano spesso assegnati a lavori di scavo.
La situazione del tesoro si presenta plausibile, e Harriet decide di rischiare. Prende in prestito i soldi da un ricco amico di nome Anthony Shimer e si prepara a ricevere l’oro a tarda notte. Tuttavia, una volta che gli uomini l’hanno attirata nel bosco, la aggrediscono e la addormentano con il cloroformio. Poi le rubano la borsa, la legano e la imbavagliano.
Quando viene trovata dalla sua famiglia il denaro era sparito
New York risponde con indignazione all’incidente, e anche se alcuni criticano la Tubman per la sua ingenuità, la maggior parte prova compassione per le sue difficoltà economiche e maledice i truffatori. L’incidente ricorda al paese il passato di Harriet e i suoi problemi economici.
Nel 1874 viene proposto un disegno di legge che prevede che la Tubman riceva “la somma di 2.000 dollari per i servizi resi da lei all’esercito dell’Unione come scout, infermiera e spia”, ma la proposta viene sconfitta in Senato.
Grazie a diverse leggi che nel mentre rendono gli Stati Uniti un paese più moderno, nel 1895 Harriet inizia a percepire una pensione di reversibilità del marito morto, Nelson Davis, mentre nel 1900, ormai ottantenne, le viene data una piccola pensione come infermiera della Guerra di Secessione. Lo stato non le riconobbe mai l’indennità per i suoi servizi come spia ed esploratrice.
Il voto alle donne
Harriet Tubman va a New York, Boston e Washington per parlare a favore del diritto di voto delle donne. Parla delle sue azioni durante e dopo la guerra civile, e spiega i sacrifici di innumerevoli donne nel corso della storia moderna come prova dell’uguaglianza delle donne con gli uomini. Quando viene fondata la Federazione nazionale delle donne afroamericane, nel 1896, la Tubman è l’oratore principale al primo incontro.
Dopo una vita trascorsa a combattere, prima per la propria libertà e poi per quella degli altri, Harriet Tubman è piena di cicatrici e malattie, che le fanno avere ogni tipo di disagio fisico.
Alla fine dell’800 si sottopone ad un intervento di neurochirurgia presso l’ospedale di Boston a causa degli incessanti “ronzii nella testa”, conseguenza probabilmente del colpo ricevuto ormai 60 anni prima dal padrone di schiavi.
Nel 1911 povera e malata, viene accolta in una casa di riposo che porta il suo nome. Muore nel 1913, circondata dall’affetto delle innumerevoli persone che ha aiutato.
La banconota da 20 Dollari
Nel corso degli anni Harriet Tubman diventa un simbolo della lotta per i diritti degli afroamericani negli Stati Uniti, e il 20 aprile del 2016 il segretario al Tesoro statunitense Jack Lew annuncia l’intenzione di aggiungere il ritratto della Tubman nella parte anteriore della banconota da 20 dollari dollari, spostando il ritratto del presidente Andrew Jackson, proprietario di uno schiavo, nella parte posteriore.
Sarebbe stata la prima donna ad esser raffigurata su una banconota degli Stati Uniti
L’amministrazione Donald Trump decide però di non consentire la modifica della banconota, fermando, ancora una volta, il riconoscimento istituzionale di Amarinta – Harriet – Mosè.
Nonostante gli echi razzisti dell’America e dell’amministrazione Trump, Harrie Tubman è un simbolo di generosità e coraggio, di abnegazione e volontà, che nessun governo potrà far dimenticare.
Sopra, una scultura mostra Harriet Tubman mentre porta in salvo un bambino lungo le Underground Railroad.
Fotografia di Dwight Burdette condivisa con licenza Creative Commons via Wikipedia.
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MATTEO RUBBOLI
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