VECCHIA MILANO :: ” GAMBA DE LEGN “
27 APRILE 2010
Milano: La storia del Gamba de Legn’
di Ric (Depticinese)
prima immagine
Sono passati solo poco più di cinquant’anni da quando non “sbuffa” più, ma rappresenta tuttora uno di quei simboli che la maggior parte dei milanesi “ricorda”, almeno nel nome.
Di sicuro col passare degli anni molti ricordi perdono di nitidezza e così si rischia di non far conoscere alle nuovissime generazioni una parte importante del nostro recente passato. Ecco perché oggi parliamo di lui, del mitico gamba de legn’.
In questa fotografia che risale agli anni ’30 lo vediamo impegnato ad attraversare il piazzale di Porta Lodovica e a percorrere la direttrice viale Col di Lana – viale Bligny. Sulla destra si intravede l’inizio della via Pietro Teuliè (generale e politico, 1763-1807).
Porta Lodovica deve il suo nome a Ludovico Maria Sforza, detto “il Moro”, figlio di Francesco Sforza; fu duca di Milano per sei anni dal 1494 al 1500; la porta d’accesso alla città conduceva alla contrada di Sant’Eufemia (oggi corso Italia) e fu edificata in sostituzione della pusterla, appunto, di Sant’Eufemia.
Ricordo che con il termine “pusterla” si indica una porta d’ingresso secondaria, ossia con una importanza inferiore rispetto alle porte d’accesso principali come possono essere porta Ticinese o porta Romana che erano dotate di varchi più ampi e di strade più larghe. Le pusterle erano generalmente “intercalate” con le porte principali e Milano ne possedeva di una dozzina; di queste solo due sono tuttora visibili: quella di sant’Ambrogio (all’incrocio fra via Carducci e via San Vittore) e quella di porta Ticinese (dell’epoca romana) situata presso le colonne di San Lorenzo.
Ma torniamo al nostro caro “gamba”.
seconda immagine
Il gamba de legn’ fu un’innovazione per il suo periodo; i primi contratti per le concessioni furono firmati nel 1878 e in quel periodo i trasporti erano ancora tutti basati su ippovie, ossia carrozze trainate da cavalli, come la celebre Milano-Monza che venne elettrificata solo oltre due decenni più tardi.
Invece le locomotive tedesche permettevano addirittura di trainare tre o più carrozze e quindi trasportare più passeggeri e che quindi rappresentavano un maggior guadagno per ogni corsa. I prezzi inizialmente erano compresi fra i 4 e i 7 centesimi a chilometro.
IL GAMBA IN USCITA DAI DEPOSITI DI CORSO VERCELLI
UN’ALTRA FOTO PER LA STESSA USCITA…
Una delle tratte più conosciute (e fotografate) è quella che partiva dal deposito di corso Vercelli (quello visibile nella seoconda immagine) e che era diretto a Magenta o a Castano Primo (la diramazione era a Sedriano).
Servizi in tempo di guerra: ecco una motrice a vapore in via Messinail 15/8/1943 che sta recuperando un gruppo di motrici urbane,tra cui si riconoscono una “5000” e due “600”
Ecco la foto dei pendolari sui carri merci nel 1944 (non ho idea di dove sia stata scattata, ma mi ha sempre incuriosito l’insegna “vino da trasportare” e la scritta sul vetro “Chianti L. 250 al fiasco”)
L’episodio che ha reso questa tratta più famosa rispetto alle altre è quello accaduto il 31 agosto del 1957, quando l’ultimo gamba de legn’ uscì dal deposito per effettuare la corsa che lo avrebbe condotto al pensionamento; l’episodio aveva richiamato moltissima folla accorsa a salutare il tram, ed è stato un avvenimento molto fotografato.
Per finire, saltiamo al 31 agosto 1957, con l’ultima uscita dal deposito di Corso Vercelli (la foto proviene da un quotidiano, notare il mazzo di fiori fissato al fanale della motrice!)
Anche noi abbiamo riportato un’immagine di quell’evento nell’articolo dedicato alla sopraelevata di corso Vercelli.
Un’altro tragitto “storico” è quello che veniva percorso dal “gamba” diretto a Pavia, lungo le sponde del naviglio Pavese; la terza immagine mostra difatti un convoglio in via Ascanio Sforza diretto proprio a Pavia.
Con nome gamba de legn’ venivano identificati tutti quei convogli extraurbani, normalmente composti da tre o più carrozze, e trainati da una locomotiva a vapore tedesca, fabbricata dalla Lokomotivenfabrik Krauss.
L’impiego di questo materiale rotabile consentiva di raggiungere una buona velocità (circa 15 Km/h, ma solo fuori città…) rispetto ai tradizionali sistemi a cavalli.
In poco tempo ci furono in servizio più di 150 locomotive con oltre 900 vetture.
Per finire volevo segnalare un paio di pagine con fotografie molto belle del nostro caro “concittadino”: assaporatele una per una…
E lasciamo il Gamba de Legn’ che si sta dirigendo per l’ultima volta a Vittuone (le corse erano limitate – v. storia): sono le 19.15 del 31.08.1957
http://www.photorail.com/phr0/tram/milanoextra/mmc.htm
http://www.mondotram.it/milano-gambadelegn/
Ringrazio, a nome di tutti gli appassionati, gli autori delle pagine appena menzionate per l’egregio lavoro di ricerca svolto.