Trama
Al tragico appuntamento con la Seconda guerra mondiale, il fascismo arriva tutt’altro che compatto: Mussolini si trova a fronteggiare una sorta di “opposizione interna” al regime, con a capo Galeazzo Ciano (Massimo Ghini), Giuseppe Bottai (Pietro Biondi) e Dino Grandi (Paolo Graziosi).
Note
Teatro-inchiesta più che fiction. Giraldi – con l’appoggio di Massimo Felisatti alla sceneggiatura e di Renzo De Felice per la consulenza storica – precisa che non si tratta di realtà “finzionata”, ma di attenta e rigorosa ricostruzione dei fatti storici: l’apporto di diari, documenti e lettere dell’epoca è stato fondamentale.
LA FRONDA INUTILE 2
UNA RECENSIONE::
L’intuizione centrale del lavoro, quella di realizzare un film a cavallo fra documentario e fiction, è perfino avanti con i tempi; tutto il resto però, al netto di una confezione sobria e curata, non lascia dietro di sé evidenti segni del suo passaggio. La fronda inutile – Ciano, Bottai e Grandi è un prodotto televisivo realizzato con mezzi dignitosissimi, mirato a ricostruire l’entrata in guerra (la seconda mondiale) dell’Italia attraverso gli occhi di tre gerarchi fascisti che fermamente si opposero all’alleanza con la Germania dei nazisti. Massimo Ghini, piuttosto giovane ma già visto in svariate pellicole targate Rai, Pietro Bondi e Paolo Graziosi sono i protagonisti centrali, con ruoli a margine anche per Filippo De Gara, Daniele Dublino, Francesco Tola e Tiziana Bagatella. Fotografia di Dario Di Palma e colonna sonora di Luis Bacalov; per la sceneggiatura il regista Franco Giraldi ha collaborato con Massimo Felisatti partendo da un soggetto del secondo; se il ritmo è altalenante – per consentire la duplice messa in onda suddividendo il film in due parti da un’ora e un quarto circa ciascuna – comunque va apprezzata la vasta fase di studio alla base della pellicola, che ha permesso a Giraldi di intervallare il racconto sulla scena con citazioni da diari e altri documenti storici dell’epoca. 4,5/10.
RECENSIONE DI REPUBBLICA DEL 25 MARZO 1986
TRE OPPOSITORI DENTRO IL REGIME
SETTEMBRE 1939. I tedeschi invadono la Polonia, è l’ inizio della seconda guerra mondiale. Una guerra nella quale l’ Italia sarà coinvolta solo dopo un anno, il 10 giugno 1940. E’ questo periodo, con particolare riferimento a tre dei personaggi del regime – Galeazzo Ciano, Giuseppe Bottai, Dino Grandi – che più fortemente si opponevano all’ entrata in guerra dell’ Italia, che prende in considerazione “La fronda inutile”, un programma realizzato in due puntate secondo la formula del teatro-inchiesta, sceneggiato da Massimo Felisatti e Franco Giraldi che ne firma anche la regia, in onda su RaiTre stasera alle 20,30 e domenica prossima.
Curato da Lucia Restivo, “La fronda inutile” si avvale della consulenza di Renzo De Felice.
Ciano, Bottai e Grandi sono interpretati rispettivamente da Massimo Ghini, Pietro Biondi e Paolo Graziosi, ma, precisa Felisatti “non si tratta di fiction, perché non c’ è nulla di inventato. Ogni frase, ogni situazione è rigorosamente ricostruita sui diari, sulle lettere, sui documenti dell’ epoca”. L’ idea iniziale era quella di fare tre profili separati dei tre “oppositori”, ma poi si è deciso di unificarli in un unico racconto. “Non che i tre avessero molti lati in comune” dice Felisatti. “Anzi li dividevano differenze culturali e politiche, rivalità e odii reciproci spesso anche feroci. Ma raccontarli insieme è anche un modo di capire come l’ Italia entrò in una guerra che, tutto sommato, nessuno voleva.
“Sembriamo oppositori e non ministri del governo”, scriveva Bottai nel suo diario. Solo che si trattava di un governo deresponsabilizzato e contava la volontà di uno solo, quella di Mussolini”.
Mussolini, nel programma, non si vede mai. Si sente la sua voce, il peso dei suoi interventi, delle sue telefonate, dei suoi ordini. “Un elemento di originalità del programma è che vi si analizza con molta attenzione la situazione economica italiana di quel periodo che era incredibilmente florida. C’ è un momento chiave, quando Ciano e Grandi stavano trattando con la Gran Bretagna un accordo per ottenere il carbone necessario all’ industria in cambio di forniture militari. Era il febbraio del ‘ 40, e il trattato avrebbe svincolato l’ Italia dalla Germania, che era l’ unica fornitrice del carbone, elemento indispensabile. Ma Mussolini subì le pressioni di Hitler e il trattato non si realizzò. In nome del carbone, gli industriali accettarono anche la guerra”.
Ed è molto lucidamente, come viene fuori da “La fronda inutile”, che ci si avviò verso la catastrofe. Lucidamente soprattutto da parte di Ciano, il quale, a differenza di molti che erano convinti che mai gli Stati Uniti sarebbero intervenuti, aveva scritto nel suo diario, già nel ‘ 40, una frase premonitrice: “vedremo i tanks americani a piazza Venezia”. Balbo era dello stesso parere, ma nessuno ebbe il coraggio di opporsi alla decisione di entrare in guerra.