FILM COMPLETO IN ITALIANO :: LE MURA DI MALAPAGA DI RENE’ CLEMENT DEL 1949 –1.22.56

 

 

LE MURA DI MALAPAGA A GENOVA COME SONO OGGI– porto antico Mura e varco di Porta Siberia, porto antico di Genova

Rinina25 – foto di Rinina25

 

 

 

 

Le mura di Malapaga (titolo francese Au-delà des grilles) è un film di genere drammatico di coproduzione francese e italiana del 1949 diretto da René Clément.

 

 

Interpreti e personaggi

  • Jean Gabin: Pierre Arrignon, il marinaio
  • Isa Miranda: Marta Manfredini
  • Vera Talchi: Cecchina, figlia di Marta
  • Andrea Checchi: Giuseppe, marito di Marta
  • Robert Dalban: Bosco, il marinaio
  • Ave Ninchi: Maria, la vicina
  • Checco Rissone: uomo dei soldi falsi
  • Renato Malavasi: dottor De Benedetti
  • Carlo Tamberlani: commissario di polizia
  • Vittorio Duse: agente di PS
  • Michele Riccardini: padrone dell’osteria
  • Agnese Dubbini: padrona dell’osteria
  • Claudio Ermelli: prete
  • Ermanno Randi: agente di polizia
  • Dina Romano: fioraia
  • Fulvia Fulvi: Laura, la figlia di Maria
  • Alessandro Fersen: straniero che legge il giornale
  • Giuseppe Garello: custode
  • Giulio Tomassini: agente
  • Franco Pesce
  • Marinetta Campiello
  • Franca Lumachi
  • Cino Passarelli

 

 

 

 

 

 

Trama

Un marinaio che a Marsiglia ha ucciso la propria amante, giunge a Genova su una nave. Sceso a terra per togliersi un dente che gli duole in modo insopportabile, nel porto della città incontra una bambina che lo guida prima dal dentista e poi a mangiare nella trattoria dove lavora sua madre, Marta. Lei è separata dal marito, Giuseppe, un uomo brutale che la perseguita e tenta in tutti i modi di portarle via la figlia, per costringerla a tornare con lui. Nella trattoria, rimasta deserta, la donna e il marinaio si raccontano le loro esperienze, e nasce una profonda simpatia. Marta accoglie l’uomo nella propria abitazione, un antico convento che sorge vicino alle mura di Malapaga dove si raccoglie la povera gente sconvolta dalla guerra; la donna preferisce vivere tra le macerie della città bombardata piuttosto che tornare a Nizza dal marito. Marta, tra timidezze e pudori, si sente attratta dal marinaio, ma il loro avvenire è senza futuro; l’uomo è infatti ricercato dalla polizia e deciso a fuggire: solo quando arriva al molo, in cui è ancorata la nave con la quale è arrivato, sente di non poter abbandonare la donna e torna da lei. La figlia Cecchina, gelosa dello straniero che s’intromette tra lei e la madre, incomincia a soffrire. Una domenica la coppia si concede una gita in autobus a Nervi; si osservano a lungo e parlano poco, ma sembrano felici. Al ritorno, vicino alla casa di Marta, salgono lungo un carrugio ma non notano su di uno scalino un avvertimento per il marinaio che Cecchina ha scritto col gesso. Le ombre dei poliziotti si profilano: entrambi sono circondati. Si guardano per l’ultima volta, e l’uomo si avvia a passi stanchi verso l’arresto: la donna non riesce a trattenere un grido. Cecchina raggiunge la madre e la osserva nel mutismo più assoluto.

 

 

Produzione

Il terzo film di René Clément venne girato per gli interni a Roma negli studi della Titanus; gli esterni sono le storiche mura di Genova che si snodano intorno all’antica piazza Cavour. Venne presentato in concorso al Festival di Cannes 1949, dove vinse il premio per la migliore regia e il premio per la migliore interpretazione femminile. Inoltre vinse nel 1951 l’Oscar al miglior film straniero

 

 

Critica

«Il merito fondamentale del film è nella sua rigorosa sobrietà, che collabora a una rara evidenza e a un’ancor più rara fluidità di racconto. (…) Genova, i “carruggi”, tutto un quartiere; figure e figurine, tutto un ambiente; e il nostro dopoguerra che soprattutto nei muri e in molti animi si protrae: ogni elemento è stato da lui individuato, fuso e scandito con la consapevolezza e le vibrazioni del narratore di razza. Più d’uno ha voluto ricordare, a proposito di questo incontro di due vite che potrebbero unirsi e non potranno, il Breve incontro di David Lean; il paragone potrà sembrare azzardato, ma a ragion veduta, per alcuni aspetti lo si può fare. L’interpretazione è perfetta. Non un attimo di stanchezza, in questo film apparentemente modesto; non una sbavatura, non un’esitazione. Se la piccola Vera Talchi va a ingrossare la già folta schiera di ragazzi e ragazzini “captati” per lo schermo; se Andrea Checchi è sobrio e incisivo, e Ave Ninchi efficace: Jean Gabin ritrova con questo personaggio tutta l’autorità dei suoi giorni migliori. Ho lasciato per ultima Isa Miranda. (…) In questo film, la Miranda, ritrovandosi finalmente all’unisono con il suo personaggio, ha ritrovato tutti i suoi toni: che sono di un’umanità racchiusa e dolente, il dolore accettato come una dura legge, nella quale poche schiarite albeggiano come incredule speranze. (…)» Mario Gromo, La Stampa, 20 settembre 1949

« […] (il film) che vuole essere un dramma psicologico, è comunque un film onesto anche se si rifà a noti modelli nel tentativo di fondere il vecchio neorealismo francese con quello della recente ‘scuola italiana’ (…)». (Guido Aristarco, “Cannes: Set Up – Secondo Tempo” in “Cinema”, n. 23, 30/9/1949)

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1 risposta a FILM COMPLETO IN ITALIANO :: LE MURA DI MALAPAGA DI RENE’ CLEMENT DEL 1949 –1.22.56

  1. mariapia. scrive:

    non ho letto la trama del film ho visto soltanto le mura che sonocome oggi

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