ANSA.IT — 4 MAGGIO 2020 — 22.05
Protezione Civile: malati sotto quota 100mila. Rapporto Istat-Iss: a Bergamo +568% morti a marzo, -9,4% Roma
Sono salite a 29.079 le vittime per coronavirus in Italia, con un incremento di 195 in un giorno. Il dato è stato reso noto dalla Protezione civile. Domenica l’aumento era stato di 174 morti, il più basso dal 14 marzo scorso.
Sono 82.879 i guariti dal coronavirus in Italia, con un incremento di 1.225.
Scende sotto quota 100 mila il numero dei malati per coronavirus in Italia.
Sono calati a 99.980, con un decremento di 199 persone (domenica erano stati 525 in meno i malati rispetto al giorno precedente).In Italia i contagiati totali, vale a dire gli attualmente positivi al coronavirus, le vittime e i guariti, sono 211.938 con un incremento rispetto a ieri di 1.221.
Il dato è stato reso noto dalla Protezione civile. Domenica l’incremento sul giorno precedente era stato di 1.389 casi.
Continua il calo dei ricoverati in terapia intensiva per coronavirus: ad oggi sono 1.479, 22 in meno rispetto a domenica.
Resta invariato il dato della Lombardia a quota 532, circa un terzo del totale.
Sono in linea con quelli di ieri i dati del contagio in Lombardia: i positivi in regione sono 78.105 (+577) con 7.978 tamponi. Ieri i nuovi positivi erano stati 526 con 7.155 tamponi. I morti sono 14.294 con un aumento di 63 nuovi decessi (ieri 42), senza variazioni i ricoveri in terapia intensiva (532), mentre calano i posti letto occupati negli altri reparti (6.414, -195). Sono i dati resi noti da Regione Lombardia.
Per la prima volta dall’inizio dell’emergenza Coronavirus, in Sardegna non si registrano né nuovi contagi né decessi. E’ quanto accertato dall’Unità di crisi regionale nell’ultimo aggiornamento dei dati sui casi di positività al Covid-19.
Istat-Iss, a Bergamo +568% morti marzo,-9,4% Roma – Dal 20 febbraio al 31 marzo 2020 sono 13.710 i morti per Covid-19 in Italia. Il dato emerge dal Rapporto prodotto dall’Istituto nazionale di statistica (Istat) e dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss). I dati di mortalità totale si riferiscono a 6.866 comuni (87% dei 7.904 complessivi). Si tratta della “prima volta – rileva il Rapporto – che l’Istat diffonde questa informazione riferita a un numero così consistente di comuni”.
Considerando il mese di marzo, si spiega nel Rapporto, si osserva a livello medio nazionale una crescita del 49,4% dei decessi per il complesso delle cause. Se si assume come riferimento il periodo che va dal primo decesso Covid-19 riportato al Sistema di Sorveglianza integrata (20 febbraio) fino al 31 marzo, i decessi passano da 65.592 (media periodo 2015-2019) a 90.946, nel 2020.
L’eccesso dei decessi è di 25.354 unità, di questi il 54% è costituito dai morti diagnosticati Covid-19 (13.710).
Esiste dunque, rileva il direttore del dipartimento Malattie infettive dell’Iss Gianni Rezza, “una quota ulteriore di circa altri 11.600 decessi per i quali possiamo, con i dati oggi a disposizione, solo ipotizzare tre possibili cause: una ulteriore mortalità associata a Covid-19, nei casi in cui non è stato eseguito il tampone; una mortalità indiretta correlata a Covid-19, in decessi causati da disfunzioni di altri organi; una mortalità indiretta non correlata al virus ma causata dalla crisi del sistema ospedaliero nelle aree maggiormente affette”.
La letalità per Covid-19 è più elevata in soggetti di sesso maschile in tutte le fasce di età, ad eccezione della fascia 0-19 anni.
Nel 34,7% dei casi segnalati viene riportata almeno una co-morbidità (una tra: patologie cardiovascolari, respiratorie, diabete, deficit immunitari, patologie metaboliche, oncologiche, obesità, patologie renali).
Il 91% dell’eccesso di mortalità riscontrato a livello medio nazionale nel mese di marzo 2020 si concentra nelle aree ad alta diffusione dell’epidemia: 3.271 comuni, 37 province del Nord più Pesaro e Urbino. Nell’insieme di queste province, i decessi per il complesso delle cause sono più che raddoppiati rispetto alla media 2015-2019 del mese di marzo. Se si considera il periodo dal 20 febbraio al 31 marzo, i decessi sono passati da 26.218 a 49.351 (+ 23.133 ); poco più della metà di questo aumento (52%) è costituita dai morti riportati al Sistema di Sorveglianza Integrata Covid-19 (12.156).
All’interno di questo raggruppamento le province più colpite dall’epidemia hanno pagato un prezzo altissimo in vite umane, con incrementi percentuali dei decessi nel mese di marzo 2020, rispetto al marzo 2015-2019, a tre cifre: Bergamo (568%), Cremona (391%), Lodi (371%), Brescia (291%), Piacenza (264%), Parma (208%), Lecco (174%), Pavia (133%), Mantova (122%), Pesaro e Urbino (120%).
Al contrario, nelle aree meno colpite dall’epidemia, soprattutto al Centro-sud, i decessi del mese di marzo 2020 sono mediamente inferiori dell’1,8% alla media del quinquennio precedente, e a Roma si è registrato un dato pari al -9,4%. La grande maggioranza dei decessi si registra nelle province definite a diffusione alta (89%), laddove è dell’8% nelle aree a diffusione media e del 3% in quelle a diffusione bassa. Il Rapporto evidenzia dunque l’esistenza di “tre Italie” rispetto all’epidemia da SarsCov2.