ANSA.IT — 17 APRILE 2020
Nelle Rsa 6.000-7.000 decessi dal primo febbraio
Lo indicano i primi dati dell’Osservatorio sulle Rsa promosso dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss)
L’ingresso del Pio Albergo Trivulzio (archivio)
Sono stati fra 6.000 e 7.000 i decessi avvenuti nelle strutture di ricovero per anziani (Rsa) a partire dal primo febbraio. Sintomi sono stati individuati in oltre il 40% dei deceduti, ma “è difficile distinguere fra influenza e Covid-19”. Lo indicano i primi dati dell’Osservatorio sulle Rsa promosso dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e presentati da Graziano Onder, del Centro cardiovascolare e dell’invecchiamento dell’Iss, nella conferenza stampa organizzata dall’Istituto.
I decessi, ha proseguito Onder, corrispondono a circa il 7% del numero complessivo degli anziani residenti nelle Rsa, calcolato in oltre 80.000. Di questi, la maggior parte si trova nel Nord Italia e solo un migliaio sono risultati positivi al nuovo coronavirus, la maggioranza dei quali in marzo. Fra le criticità finora rilevate nelle Rsa, l’osservatorio dell’Iss indica soprattutto la carenza di dispositivi di protezione, la carenza nelle somministrazioni di tamponi e la carenza di personale.
IL FATTO QUOTIDIANO DEL 17 APRILE 2020
CRONACA- 17 APRILE 2020
Coronavirus, Onder (Iss): “Indagine su 80mila pazienti di Rsa, da febbraio morti in 7000, il 7% del totale. Il 40% con sintomi Covid”
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Un’analisi dell’Istituto superiore di Sanità ha permesso di accertare che dal 1 febbraio nelle Residenze sanitarie per anziani di tutta Italia sono morte “tra le 6000 e le 7000 persone”. Di questi “più de 40% aveva sintomi riconducibili al Covid-19 o il tampone positivo”. A dirlo è Graziano Onder, del Centro cardiovascolare e dell’invecchiamento dell’Iss, durante la conferenza stampa organizzata dall’Istituto. L’indagine, ha specificato l’esperto, è stato condotto sulle Rsa che hanno risposto alle richieste dell’Istituto che ospitano “circa 80mila residenti e cioè circa 1/3 del totale dei residenti in Italia”. “Non siamo in grado di distinguere quanti di questi decessi siano riconducibili a influenza e quanti al Covid”, ha specificato Onder, sottolineando che però la maggior parte dei decessi si è concentrato “nella seconda metà di marzo”, e cioè “durante il picco dell’epidemia”.