THOMAS HOUSEAGO, UN ARTISTA INGLESE ( LEEDS, 1972 ). — vi mostriamo qualcosa….UNA MINI.PRESENTAZIONE DAL SITO PAOLO GRASSI, VENEZIA– dopo varie immagini

 

Chiara vuole presentarvi un artista conosciuto ieri su ARTDOSSIER: si chiama

 

THOMAS HOUSEAGO

THOMAS HORSEAGO, BABY DA ADOSSIER p.30 12-15

 

la prima impressione immagino vi sembri un “monstrum” ; la riproduzione qui è peggio della rivista, non so se si vede con  che naturalezza si è seduto, come mette avanti per noi un braccio così martoriato e nasconde l’altra mano che forse non è più di carne. Ha un anello di metallo nella sua gamba sinistra come dicendo di un intervento o peggio…I piedi, li vedete, giustamente sono uno al contrario dell’altro perché chi sopravvive oggi “va avanti e indietro contemporaneamente”. IL viso non è la parte principale ed poco trattato: c’è vitale la parte destra braccio-mano-gamba, una parte non c’è più, la sinistra è un traccio di matita, e poi il piede in catena o …altro. L’illuminazione (almeno in questa riproduzione) batte sulla parte fantasma…anche nella rivista la luce colpisce la parte sinistra e la parte bassa del viso, mentre “il lavorato” rimane più in ombra rispetto all’altro. Si chiama “baby”, bambino. Non è un bambino avveniristico, è un nostro bambino, di questi tempi che pur celebrando l’infanzia in tutte le salse, e sopratutto in ricette a lui “esterne”, non sa “ascoltare ” i bambini, anzi siamo noi a mettergli la bocca piena di parole che vogliamo sentirci dire. A mio modo di vedere, anche loro i bambini “tanto amati”, avrebbero bisogno –se vogliamo piantarla di mutilarli ad immagine e somiglianza degli adulti (“non devono fastidiare”)—di qualcuno che ” li ascolti dandogli loro la voce che all’inizio sarà incerta…ma se noi facciamo da spalla, una spalla modesta che vuole “servire”, vedrete come sanno venir fuori “proprio loro” e come diventano allegri di vera allegria. Fanno parte di una lunga lista di esseri umani: comincio da tutti i malati per ovvie ragioni personali, subito ci metto anche gli animali e, a quanto pare –l’abbiamo visto ieri—le piante…e poi …una lista lunga quasi quanto l’Africa…e poi —oggi—i paesi in rinnovamento, i cifrati “brics” e poi quello più eclatante che Zanini, il nostro compagno, ha chiamato ” il crimine della nostra epoca”—

Mi permetto di dire che un’epoca si caratterizza per certi tratti generalissimi che mostra verso “l’altro”, chiunque sia, membro di questo universo, fosse una pietra, anche la famosa che rotola, o altro cui noi diamo, per nostri criteri, il  “nome vita”. Questi tratti generalissimi li ritroviamo poi, sempre secondo ch. , anche nelle cose minuscole : “nell’acqua di un cucchiaino che non sa più rispecchiare il cielo”, vedi come si agisce—con tutte le evidenti “giustificazioni” dell’umano e della sua fragilità—nelle cose grandi come l’immigrazione.

Forse chiara è vecchia ed è troppo severa: ma “l’umano” nelle esperienze vissute nel secolo scorso e, se volete, in questo—è apparso solo quando qualcuno ha potuto fare “uno sforzino in più”, oltre tutte le giustificazioni che aveva di non farlo: un “dono”. Oggi un dono, la gratuità, è un’emergenza ” oltre l’umano e le sue enormi giustificazioni”.

Certo che sapere cosa ne pensate voi, di queste elucubrazioni vagabonde di chiara che la portano ad un pessimismo che è dolore, sarebbe molto diverso. Ma  pazienza, non dimentichiamoci che è venerdì, noi abbiamo anche un blog nuovo, fuori c’è il sole e chiara là vicino al sole che…sentite bene….” l’ammanta in un abbraccio” -.–speriamo non strangoli —…….ciao, ma ciao sai!

E voi, al lavoro? Forse peggio, certo. Questi silenzio che sento fa soffrire chiunque…sappia ancora soffrire per altri.

 

IMMAGINE DA ::

da Art Dossier (Giunti) di dicembre 2015, supplemento (cioè vi danno due riviste) “arte contemporanea” di Ludovico Pratesi p. 30 

IMMAGINI DA INTERNET ::

 

Thomas Houseago, Dieter Roth & André Thomkins

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Thomas Houseago: The Beat of the Show

 

 

da ::

 

PALAZZO GRASSI

https://www.palazzograssi.it/it/artisti/thomas-houseago/

Thomas Houseago nasce nel 1972 a Leeds, Inghilterra. Si forma presso la Central Saint Martins a Londra e De Ateliers ad Amsterdam. Fin dagli esordi l’artista mette al centro della sua pratica la scultura, accostando materiali tradizionali come legno, gesso e bronzo ad altri più inusuali: cavi d’acciaio, tela e cemento. La maggior parte dei suoi lavori risponde un processo scultoreo volto alla rappresentazione della forma umana, spesso lasciata in una dimensione incerta tra bidimensionalità e terza dimensione. Houseago mescola assieme fonti artistiche (Jacob Epstein con il suo celebre Rock Drill è considerato un riferimento fondamentale), musicali e cinematografiche. Le forme e gli assemblaggi che realizza sfuggono a ogni forma di classificazione culturale: il riferimento a Picasso e alla scultura africana dialoga con la passione per la fantascienza. Spesso goffe e sbozzate grossolanamente le sculture di Houseago lasciano il dubbio della loro compiutezza e una sensazione di vulnerabilità e potenza assieme.

Tra le mostre personali dell’artista ricordiamo quelle presso Xavier Hufkens, Bruxelles (2015), Gagosian Gallery, New York (2015), Gemeentemuseum Den Haag, L’Aia (2014). Alcuni dei suoi lavori sono stati esposti a Punta della Dogana in occasione della mostra “Elogio del dubbio” (2011-13) e a Palazzo Grassi per “Il mondo vi appartiene” (2011-12)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Thomas Houseago: prima esposizione in Italia a Milano, Galleria zero -2009

 

 

 

 

 

 

 

 

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

1 risposta a THOMAS HOUSEAGO, UN ARTISTA INGLESE ( LEEDS, 1972 ). — vi mostriamo qualcosa….UNA MINI.PRESENTAZIONE DAL SITO PAOLO GRASSI, VENEZIA– dopo varie immagini

  1. Donatella scrive:

    Drammatiche, dolorose e potenti queste sculture. Alcuni studi recenti dicono che il successo della specie umana sulla Terra è stato causato dalla capacità di collaborare tra i vari individui, superando, non sempre, l’altra spinta che porta al salvataggio individuale. Sono, credo, delle ipotesi, ma forse varrebbe la pena di soffermarvisi, per quel piccolo o grande andare oltre che dice Chiara.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *