Giorgione, la sua città e una storia del costume
By
Marta Santacatterina
29 novembre 2017
“TRAME” È LA PAROLA CHIAVE DELLA MOSTRA CHE CASTELFRANCO VENETO DEDICA ALLA SUA STAR, AL PITTORE CHE, SULLO SCORCIO DEL QUATTROCENTO, DIPINSE LA STRAORDINARIA PALA ANCORA OGGI CONSERVATA IN DUOMO, NELLA CAPPELLA COSTANZO, E CHE RISULTA ESSERE TRA LE RARISSIME OPERE ATTRIBUIBILI CON SICUREZZA A GIORGIONE, ASSIEME AL FREGIO RAFFIGURANTE LE ARTI LIBERALI E MECCANICHE […]
Giorgione – Pala di Castelfranco
La Pala di Castelfranco è un dipinto a tempera su tavola di pioppo (200×152 cm) di Giorgione, databile al 1503-1504 circa, e conservato nella sua collocazione originaria nel Duomo di Castelfranco Veneto. La straordinarietà dell’opera, che tanta influenza ebbe nell’arte veneta successiva, è data anche dal fatto che si tratta dell’unica pala d’altare realizzata dall’artista.
“Trame” è la parola chiave della mostra che Castelfranco Veneto dedica alla sua star, al pittore che, sullo scorcio del Quattrocento, dipinse la straordinaria pala ancora oggi conservata in duomo, nella cappella Costanzo, e che risulta essere tra le rarissime opere attribuibili con sicurezza a Giorgione, assieme al fregio raffigurante le arti liberali e meccaniche nella cosiddetta Casa Marta, sede di un bel museo civico e ora anche dell’esposizione temporanea intitolata appunto Le trame di Giorgione.
FREGIO RAFFIGURANTE LE ARTI LIBERALI E MECCANICHE, AFFRESCO.
CASA MARTA, IL FREGIO–tripadvisor
MUSEO CASA DI GIORGIONE
Il Fregio delle arti liberali e meccaniche è un ciclo di affreschi (77×1588 cm) di Giorgione, conservati in Casa Pellizzari (Museo casa Giorgione) a Castelfranco Veneto. Giorgione realizzò l’affresco presumibilmente tra il 1502 e il 1503: il fregio costituisce un testo pittorico di straordinario fascino e complessità, che ha impegnato a lungo gli storici dell’arte e che proietta una luce insolita e originale sul raffinatissimo ambiente culturale di Castelfranco agli inizi del XVI secolo.
Un lungo fregio a monocromo si dispiega in una stanza della casa di Marta Pellizzari. L’edificio, secondo una notizia seicentesca, era anticamente creduto la casa della famiglia Barbarello, dove sarebbe nato il pittore stesso.
Il fregio si dispiega nella fascia superiore delle pareti, rappresentando gli strumenti delle arti liberali e meccaniche, con strumenti musicali, armature, oggetti per l’astronomia, la pittura, l’architettura, la geometria, ecc. Si tratta di un tipico richiamo al mondo umanistico, presente ad esempio anche nelle tarsie dello studiolo di Federico da Montefeltro.
CONTINUA::
https://it.wikipedia.org/wiki/Fregio_delle_arti_liberali_e_meccaniche
DETTAGLIO
DETTAGLIO
DETTAGLIO
CASA MARTA PELLIZZARI / CASA GIORGIONE
La mostra si presta a vari livelli di lettura poiché da un lato consente di osservare dal vivo tre opere del pittore veneto – oltre alle due già citate, è esposto un Ritratto di giovane che, pur con dei dubbi, molti studiosi gli assegnano – e numerosi altri dipinti di artisti a lui contemporanei e posteriori, tra i quali l’intenso Ritratto di Zuan Paolo Da Ponte di Tiziano, il Ritratto di donna di Bernardino Licinio, quello minuscolo e preziosissimo del Doge Sebastiano Venier di Jacopo da Ponte fino all’Antonio Riccobono di Giambattista Tiepolo.
Dall’altro lato si può seguire il percorso secondo la chiave del ritratto, degli stili, delle consuetudini e dei modelli in voga tra gli inizi del Cinquecento e il pieno Settecento, arco cronologico in cui ci collocano le opere.
E infine nelle vetrine si snoda una trama di tessuti veri e propri che dialogano con quelli dipinti – a partire dai cinque magnifici esempi riprodotti da Giorgione nella Pala del duomo, fino ad arrivare alle collezioni tessili della stessa chiesa ‒ e che raccontano una storia del costume e dell’antico uso dell’abito come status symbol, nonché la vicenda di un settore artigianale che nel Veneto è sempre stato prestigioso e che ancora oggi distingue la regione con una serie di aziende d’eccellenza rese anch’esse protagoniste del progetto.
Casa Barbarella a Castelfranco Veneto
I LUOGHI DI GIORGIONE
Infatti, usciti dal museo, è possibile visitare una serie di “luoghi di Giorgione”: il teatro Accademico, la torre civica, alcune case private – tra cui quella del notaio Giovanni Barbarella che, sulla base di un inventario ritrovato da Renata Segre nel 2011, sembra essere stato il padre di Giorgione – dove si conservano affreschi di inizio Cinquecento che verosimilmente il pittore di Castelfranco può aver visto prima di trasferirsi a Venezia. In queste location eccezionalmente aperte al pubblico sono state allestite delle esposizioni di tessuti contemporanei prodotti, per fare solo alcuni esempi, dalla Tessitura Bevilacqua di Venezia, dalla manifattura Bonotto di Molvena, da Renata Bonfanti: un salto tra epoche che permette di riconoscere ancora gli schemi decorativi, i materiali di base, le tecniche assolutamente artigianali che oggi si fondono alle innovazioni e allo stile contemporaneo.
Attorno ai due nuclei centrali – Duomo e Casa Giorgione – le tappe dell’itinerario in questo piccolo centro veneto, racchiuso dalle sue mura e dai suoi fossati, testimoniano i secolari commerci e il legame inscindibile con Venezia, il cui leone marciano fa bella mostra di sé sulla porta principale della cittadina.
GIORGIONE, RITRATTO DI GIOVANE, VENEZIA, COLLEZIONE PRIVATA FAVA
TIZIANO, Ritratto di Zuan Paolo Da Ponte, VENEZIA, coll. privata Scarpa
TIEPOLO, RITRATTO DI ANTONIO RICCOBONO, ACCADEMIA DEI CONCORDI, ROVIGO
VINCNZO CATENA, RITRATTO DI GENTILUOMO CON SPADA, FONDAZIONE ACCADEMIA CARRARA, BERGAMO