Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata è un film del 1971 diretto da Luigi Zampa ed interpretato da Claudia Cardinale e Alberto Sordi.
- Claudia Cardinale: Carmela
- Alberto Sordi: Amedeo Battipaglia
- Tano Cimarosa: emigrato italiano da Gela
- Corrado Olmi: don Anselmo
- Riccardo Garrone: Giuseppe Bartone
- Angelo Infanti: protettore
Trama
Inizi anni settanta. Amedeo Battipaglia, di origini romane, emigrato in Australia da 20 anni, è alla ricerca di una compagna per la vita dopo tanti anni trascorsi in solitudine. Il sacerdote missionario Don Anselmo, referente e supporto per gli emigranti italiani, gli mostra una fotografia di una tale Carmela, ragazza calabrese emigrata a Roma. Amedeo, convinto che anche lei, come le donne cui ha scritto in precedenza, resti delusa dalla sua fotografia, va a consigliarsi da Giuseppe, un amico ed ex compagno di lavoro, che lo convince a scambiare con lui la freccia che lo identifica sull’immagine.
Dopo una corrispondenza piena di bugie da ambo le parti – lui si finge un benestante capostazione e lei un’operaia in una fabbrica, quando invece si prostituisce – Carmela parte finalmente per l’Australia a spese di Amedeo, dopo una rocambolesca fuga verso l’aeroporto, inseguita dal suo “protettore”. Giunta a Brisbane i due si incontrano. La determinatezza e il carattere fiero della bella giovane spaventano il timido pretendente che, non avendo il coraggio di rivelarle la verità, si spaccia per Giuseppe, progettando di farla innamorare durante il lungo percorso attraverso lo stato fino alla loro casa. Il viaggio si rivela movimentato. La vecchia auto si guasta definitivamente, Amedeo viene preso due volte dalle convulsioni, conseguenza della malaria contratta anni prima, Carmela perde il treno e, ritrovandosi senza soldi, è costretta a offrirsi a un uomo del luogo per comprare un nuovo biglietto.
Nonostante tutto, per Carmela è un’opportunità senza pari conoscere Amedeo e il nuovo mondo, negli splendori e nelle miserie, non ultimo l’incontro d’addio con Bampo, un amico di lui, divenuto catatonico per le malattie e la solitudine nel suo lavoro nella giungla.
I due giungono quasi a destinazione senza alcun progresso. Carmela incontra Giuseppe – credendolo ancora Amedeo – per ricevere da costui una serie di amare sorprese: la vera identità del pretendente e le bieche intenzioni di Giuseppe, sfruttarla come prostituta per pagare le spese della sua poco fruttuosa miniera. Carmela fugge e in preda alla rabbia, accoltella Amedeo.
I due sono nuovamente in un treno. Lui vorrebbe ricondurla in Italia ma lei rifiuta, rivelandogli i propri trascorsi e suscitandogli lo scandalo. Giunti a Bun Bun Ga, villaggio di quindici abitanti in mezzo al deserto, Carmela scende dal convoglio controvoglia. Mentre il treno riparte tuttavia, da uno scompartimento s’intravede Amedeo che entra in casa tenendo Carmela in braccio come una sposa
Il film è stato girato a Roma e in Australia a Brisbane, Broken Hill, Innisfail, Cairns, Sydney e nell’isola di Dunk Island nel mar dei Coralli[.
L’auto guidata da Sordi insieme alla Cardinale per gran parte del film è una Morris Minor Serie II Convertibile del 1954.
Critica
Giovanni Grazzini nel Corriere della Sera del 23 dicembre 1971 scrive: “il film di Zampa non è soltanto divertente. Girato quasi tutto in Australia, fra autentici emigrati italiani, evoca un mondo che la nostalgia per la patria lontana, l’irrealtà dei paesaggi, la singolarità dei costumi, tingono di assurdo e dove tutto è possibile: anche la comica storia di Carmela ed Amedeo, dietro la quale si disegnano dolore e solitudine. La maschera afflitta ed esilarante di Alberto Sordi, che fonde con molta ironia gli elementi tradizionali del suo personaggio e strizza l’occhio alla cara memoria di Stan Laurel, ha un’espressività eccezionale. E azzeccata è la scelta di Claudia Cardinale, sempre a suo agio nei ruoli che comportano toni bruschi e torvi, dove la bellezza si sposa alla fierezza“.
David di Donatello 1972: miglior attrice protagonista (Claudia Cardinale)
RECENSIONE DI MY MOVIES — MONDO LARIANO
Memorabile affresco di storia recente, con un grande Sordi che – come nello “Scopone scientifico” – non si limita ad interpretare un film ma l’anima stessa del povero italiano. Commedia amara, ambientata negli sconfinati paesaggi di una terra lontana che acuisce ancora di più il senso di malinconia. Non c’è come l’Australia per evocare simili speranze di illusione, pur con evidenti errori di geografia (il viaggio in aereo dura solo una notte e sembra che l’Ayers Rock si trovi a due passi dal mare). I risvolti umoristici sono molto divertenti e tentano di sdrammatizzare una situazione già persa in partenza, ossia l’inganno teso da Amedeo ai danni della bellissima Claudia Cardinale. Il risultato è uno squisito distillato di ingredienti tragicomici, valorizzati dal fascino di una nazione (l’Australia, appunto) scarsamente presente negli annali della filmografia: certamente uno dei capisaldi del cinema italiano. Ma nel finale, sul treno, durante le rispettive confessioni, Sordi fa troppo la macchietta e riporta tutto sui binari leggeri della commedia. Proprio la debolezza dell’ultima scena differenzia questo film dal drammatico finale dello “Scopone scientifico”, perdendo improvvisamente alcuni punti a paragone del capolavoro di Comencini. Suggestivo il tema musicale, specialmente quando l’aereo sorvola le coste oceaniche di quello che per gli emigranti era veramente un mondo da sogno.
QUALCOSA SU LUIGI ZAMPA::
LUIGI ZAMPA NEL 1952
Luigi Zampa (Roma, 2 gennaio 1905 – Roma, 14 agosto 1991) è stato un regista e sceneggiatore italiano.
… al fianco dei registi del neorealismo con due aggressive commedie popolaresche, Vivere in pace (1946) e L’onorevole Angelina (1947), interpretate dai due attori simbolo del genere, rispettivamente Aldo Fabrizi e Anna Magnani; e il suo capolavoro, Processo alla città (1952), una realistica ricostruzione della camorra napoletana e del famoso processo Cuocolo sul soggetto di Francesco Rosi.
Con la trilogia realizzata in collaborazione con Vitaliano Brancati (Anni difficili, 1948; Anni facili, 1953; L’arte di arrangiarsi, 1955) evocò in toni satirico-grotteschi il fascismo (con un’appendice nel 1962: Gli anni ruggenti) per osservarne poi, dolorosamente, la continuità negli intrallazzi del dopoguerra.
La morte del grande scrittore siciliano, avvenuta nel 1954, segnò il decadimento dell’impegno politico e della migliore vena satirica del regista, che, dopo una trascrizione da Alberto Moravia (La romana, 1954), continuò ad ondeggiare tra la commedia all’italiana (Il vigile, 1960; Il medico della mutua, 1968; Letti selvaggi, 1979) e la denuncia tra le righe (Il magistrato, 1959; Bisturi – La mafia bianca, 1973; Gente di rispetto, 1975; Il mostro, 1977).