REDAZIONE IL FATTO QUOTIDIANO DI SABATO 8 FEBBRAIO 2020 :: Studente dell’ateneo di Bologna arrestato in Egitto, Amnesty: ‘Governo si attivi’. Palazzotto (Leu): ‘Diritti violati, governo non può fare finta di niente’ ++ link CHANGE.ORG PETIZIONE DA FIRMARE

 

 

IL FATTO QUOTIDIANO DI SABATO 8 FEBBRAIO 2020

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/02/08/studente-delluniversita-di-bologna-arrestato-in-egitto-amnesty-rischia-la-tortura-deputati-pd-si-attivino-le-autorita-italiane/5700496/

 

POLITICA – 8 FEBBRAIO 2020

Studente dell’ateneo di Bologna arrestato in Egitto, Amnesty: ‘Governo si attivi’. Palazzotto: ‘Diritti violati, governo non può fare finta di niente’

 

Studente dell’ateneo di Bologna arrestato in Egitto, Amnesty: ‘Governo si attivi’. Palazzotto: ‘Diritti violati, governo non può fare finta di niente’

 

IN UN’ALTRA FOTO…

 

 

 

L’organizzazione per i diritti umani chiede un intervento immediato per liberare il ricercatore egiziano. La presidente della commissione Esteri alla Camera Quartapelle: “Il governo si è attivato?”. Il prorettore: “Siamo preoccupati e stiamo seguendo attentamente la vicenda in contatto con i ministeri dell’Istruzione e dell’Interno”

Di F. Q.

 

Il rischio per lo studente dell’Università di Bologna arrestato in Egitto il 7 febbraio è quello di “essere torturato”. L’allarme arriva da Amnesty international che, poche ore dopo la diffusione della notizia, ha chiesto l’intervento dell’Italia perché il ricercatore egiziano Patrick George Zakysia sia liberato.

 

“Ci aspettiamo un susseguirsi di ordini di detenzione di 15 giorni, rinnovabili più volte”, ha detto il portavoce di Amnesty Italia Riccardo Noury, “e naturalmente in questa situazione di detenzione prolungata, il rischio è che le condizioni detentive siano equiparabili a tortura, se non la tortura stessa. Credo sia opportuno che il governo italiano si faccia sentire. Se il governo non agisse, sarebbe l’ennesimo segnale che è poco interessato ai diritti e lo è di più a vendere navi all’Egitto”.

E ha concluso: “Non sottovalutiamo di aver fatto questo ‘rumore’: è una deterrenza per chi pensa che nessuno nel mondo sappia cosa succede e che quindi crede di poterlo trattare come gli pare, come accaduto con Giulio Regeni“. Il riferimento è al ricercato friulano ucciso al Cairo nel 2016 e per la cui morte è in corso l’indagine di una commissione d’inchiesta bicamerale.

Risultato immagini per erasmo palazzotto

ERASMO PALAZZOTTO ( LEU )–DEPUTATO

 

Proprio il presidente dell’organismo parlamentare Erasmo Palazzotto (Leu) è intervenuto in serata: “Come si fa a considerare ancora l’Egitto un Paese sicuro?“, ha scritto su Twitter. “Il governo italiano non può continuare a far finta di niente nelle relazioni con un Paese che continua a violare i diritti umani in questo modo”.

 

Intanto si apre anche il caso politico. Ufficialmente il governo italiano non ha rilasciato dichiarazioni, ma alcuni deputati Pd hanno chiesto che “le autorità italiane si interessino della vicenda al più presto”. “Patrick George è uno studente di una università italiana”, ha scritto su Twitter la capogruppo dem in commissione Esteri Lia Quartapelle.

“Presenterò una interrogazione per chiedere se il governo italiano ha chiesto informazioni sulle ragioni dell’arresto e se ha protestato”. Stessa posizione tenuta dal deputato Pd di Bologna Andrea De Maria:

“Le notizie che provengono da Amnesty International destano grande preoccupazione. A maggior ragione perché si tratta di un attivista che potrebbe essere sottoposto a violazioni dei diritti umani. E importante che tutte le autorità italiane si attivino in merito, come già stanno facendo il Comune e l’Università di Bologna”.

 

Poco prima infatti aveva parlato il primo cittadino Virginio Merola: “Mi associo alle preoccupazioni di Amnesty International e spero che si possano avere presto notizie rassicuranti sullo studente egiziano che sta frequentando un master nell’università di Bologna. Dal balcone del nostro Comune sventola lo striscione giallo per Giulio Regeni, anche per questo non possiamo essere indifferenti a quello che è accaduto”.

Anche l’università di Bologna ha fatto sapere di essersi attivata:

“Siamo preoccupati per il nostro studente e stiamo seguendo attentamente la vicenda in contatto con i ministeri dell’Istruzione e dell’Interno”, ha detto all’agenzia Ansa Mirko Degli Esposti, prorettore vicario dell’ateneo.

“Quando i nostri studenti vanno all’estero per conto dell’ateneo, possiamo mappare i loro movimenti, ma in questo caso Zaky era tornato in Egitto a visitare la famiglia”, ha detto Degli Esposti, spiegando che “al momento non abbiamo altre informazioni se non quelle che leggiamo dagli organi di stampa”.

L’ex ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti ha annunciato un’interrogazione all’esecutivo: “Fatto gravissimo”.

 

L’APPELLO DA FIRMARE POSSIBILMENTE SU CHANGE.ORG::

APRI QUI ::

https://www.change.org/p/alma-mater-studiorum-universita-di-bologna-pressure-the-egyptian-government-to-release-the-student-patrick-george-zaki?recruiter=201100456&utm_source=share_petition&utm_medium=facebook&utm_campaign=psf_combo_share_initial&utm_term=share_petition&recruited_by_id=7b8de540-8b32-11e4-9973-6184bc6fcab2&utm_content=fht-20203887-en-us%3Av12

 

Per cercare di fare pressioni sul governo egiziano, un attivista ha lanciato sul sito Change.org una petizione online.

L’appello ha raccolto in poche decine di minuti oltre un migliaio di adesioni. “Patrick George Zaki – si legge – è stato rapito dalle forze di sicurezza dello Stato egiziano all’arrivo all’aeroporto del Cairo per trascorrere nel Paese le vacanze”. Patrick è “scomparso forzatamente per 24 ore” poi è “ricomparso” con le autorità egiziane che “affermano di averlo arrestato a Mansoura, sua città natale” e luogo in cui vive la sua famiglia.

Le forze di sicurezza egiziane – conclude l’appello su Change.org – sono le stesse coinvolte nell’omicidio del ricercatore italiano Giulio Regeni al Cairo nel 2016″.

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