MUSEO ARCHEOLOGICO DI NAPOLI
ansa.it — 31 gennaio 2020
VIDEO REPUBBLICA. NAPOLI–1,05
Lascaux a Napoli, al MANN il fascino della preistoria
Grotta e pitture 3.0, prima volta in Italia, fino al 31 maggio
NAPOLI – Lascaux sotto il Vesuvio: arriva al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, per la prima volta in Italia, l’esposizione internazionale ‘Lascaux 3.0’, che permette di scoprire la celebre Grotta risalente al Paleolitico superiore (tra i 20mila e i 17mila anni fa),Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco e dal 1963 interdetta al pubblico per preservarne la conservazione (in Francia è visitabile solo la fedele ricostruzione).
L’exibit che fino al 31 maggio incanterà ragazzi, e non solo, si collega al restyling della collezione permanente del MANN ‘Preistoria e Protostoria’ (dal 28 febbraio) formata da circa 3mila reperti, dal Paleolitico inferiore all’Età del Ferro, alcuni provenienti dai depositi ed esposti per la prima volta. “Si dice preistoria e si pensa a Lascaux, un luogo mitico, che all’origine dell’arte come ci ricordò Georges Bataille. Chi non conosce quelle pitture rupestri chiamate appunto ‘la Cappella Sistina della Preistoria’? ricorda il direttore del MANN, Paolo Giulierini.
ANSA.IT — 2 FEBBRAIO 2020
Morto l’ultimo degli scopritori delle grotte di Lascaux
Con tre amici trovò per caso le pitture rupestri, protagoniste di una mostra al Mann
BORDEAUX – E’ morto all’età di 93 anni a Parigi Simon Coencas, l’ultimo dei quattro uomini che da adolescenti scoprirono nel 1940 le grotte di Lascaux, inserite nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’Unesco per le loro pitture rupestri risalenti al Paleolitico.
Il 12 settembre 1940, con tre amici tra i 18 e i 15 anni, Coencas, all’epoca 13enne, scoprì per caso la cavità “esplorando un buco” sulla collina boscosa che domina il villaggio di Montignac, in Dordogna. Il “buco” rivelò una grotta decorata con dipinti realizzati circa 18.000 anni fa, un capolavoro spesso chiamato la ‘Cappella Sistina della preistoria’. “Con la mia piccola banda, stavamo cercando il sotterraneo del vecchio castello vicino. Speravamo di trovare un tesoro. Ne abbiamo trovato uno ma non quello che pensavamo”, aveva dichiarato Coencas alla fine del 2016 in un’intervista con AFP.
Le celebri Grotte, dal 1963 interdette al pubblico per preservarne la conservazione (in Francia è visitabile solo la fedele ricostruzione), sono protagoniste della mostra Lascaux sotto il Vesuvio al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. L’exibit che fino al 31 maggio incanterà ragazzi, e non solo, si collega al restyling della collezione permanente del MANN ‘Preistoria e Protostoria’ (dal 28 febbraio) formata da circa 3 mila reperti, dal Paleolitico inferiore all’Età del Ferro, alcuni provenienti dai depositi ed esposti per la prima volta.
Mi ricordo che Don Alberto, a scuola ( forse ginnasio o liceo) ci portò un bellissimo libro che illustrava le grotte di Lascaux. Fu un’apertura verso la bellezza del mondo e dell’umanità.