Paul Sérusier (Parigi, 9 novembre 1864 – Morlaix, 7 ottobre 1927) è stato un pittore francese post-impressionista, associato al movimento dei Nabis ( ” Profeta, in ebraico ).
Molti degli artisti Nabis, Sérusier incluso, lavorarono agli scenari e ai costumi del teatro simbolista.
Nel 1895, Sérusier accettò l’invito del suo amico Jan Verkade, diventato monaco, a visitare il monastero benedettino di Beuron, in Germania. Per i monaci-artisti del monastero le leggi della bellezza erano divine, misteriosamente nascoste nella natura, e non potevano essere rivelate che agli artisti che possedevano un senso delle proporzioni e dell’armonia delle forme — Dio fece lo Spirito Santo secondo la misura, il numero e il peso.
I suoi studi tardivi sull’arte egiziana, i primitivi italiani e gli arazzi del Medioevo lo portarono ad opere decorative, giudicate in un certo qual modo “fuori del tempo”.
Nel 1921 pubblicò l’ABC de la peinture (ABC della pittura), un breve trattato nel quale sviluppava una teoria delle curve e delle forme semplici, una teoria dei colori e un metodo di ricerca dei colori smorzati. Si tratta della memoria di tutte le sue ricerche estetiche.
( WIKIPEDIA )
MUSEE D’ORSAY — COMMENTO AL QUADRO –-al fondo altri
IL TALISMANO
Paul Sérusier (1864-1927)
Il Talismano
Ottobre 1888
Olio su legno
Cm 27 x 21
Parigi,
museo d’Orsay
Acquisizione con il concorso del Sig. Philipe Meyer, per il tramite della Fondazione Lutèce, 1985
© Musée d’Orsay, dist. RMN-Grand Palais / Patrice Schmidt
Le Talisman [Il Talismano]
Paul Sérusier soggiorna durante l’estate del 1888 a Pont-Aven dove frequenta Paul Gauguin seguendone i consigli. Di ritorno a Parigi, egli mostra ai suoi giovani colleghi, i futuri “nabis” (“profeti” in lingua ebraica), quello che diventerà il loro “Talismano”. Osservando attentamente il quadro, possiamo individuare alcuni elementi del paesaggio raffigurato: il bosco, in alto a sinistra, la strada trasversale, la fila di faggi sulla riva del fiume e il mulino, in fondo sulla destra. Ognuno di questi elementi è una macchia di colore. Secondo quanto riferito da Maurice Denis, Gauguin aveva fatto a Sérusier il seguente discorso: “Come vedete questi alberi? Sono gialli. Ebbene, metteteci del giallo; quest’ombra, decisamente blu, coloratela con una tonalità blu oltremare puro; queste foglie rosse? Dipingetele di vermiglio”. Benché la loro prima preoccupazione fosse rivolta a privilegiare la sensazione visiva, gli impressionisti non avevano affatto dimenticato la potenza espressiva della natura. Nel caso specifico, l’idea del mimetismo è sostituita dalla ricerca di un equivalente colorato. Maurice Denis spiega che di fronte a questo paesaggio, lui ed i suoi amici si sono trovati “liberati da tutti gli ostacoli che l’idea di copiare arrecava ai [nostri] istinti di pittore”. I posteri vedranno – retrospettivamente- in questo quadro il manifesto di una pittura pura, autonoma ed astratta, accostandolo alla famosa dichiarazione di Maurice Denis, pubblicata soltanto nel…1914 in Théories.: ” Occorre ricordarsi che un quadro, prima di raffigurare un cavallo di battaglia, una donna nuda o un qualsiasi aneddoto, è in primo luogo una superficie piana ricoperta di colori assemblati con un certo ordine”…
MUSEE D’ORSAY
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IL RACCOGLITORE DI ALGHE
DONNE ALLA SORGENTE, 1897
LAVANDAIE AL FIUME, 1892
SCENE DI RACCOLTA
RIUNIONE DI CONTADINE
PESCATORE SUL LAITA
https://it.artsdot.com/@@/8XYQR6-Paul-Serusier-Pescatore-sul-Laita
IL CAMINO ROSA
LE POULDU, LA TREBBIATURA, 1890
STRADA DORATA
Paul Sérusier (1864-1927)
L’acquazzone
1893
Olio su tela
Cm 73,5 x 60
Parigi, museo d’Orsay
Donazione della Signorina Boutaric, 1980
© RMN-Grand Palais (Musée d’Osay) / Hervé Lewandowski
L’averse [L’acquazzone]
Cinque anni sono oramai trascorsi dalla celebre lezione di pittura che Gauguin, in località Pont-Aven, impartisce a Sérusier. Quest’ultimo, rimasto fedele al sintetismo e alla Bretagna, soggiorna spesso a Huelgoat (Finistère) dove dipinge questa tela. La pioggia, evento ricorrente del clima bretone, assume in questo dipinto un aspetto atemporale per essere stata rappresentata con tratteggi grigi posati sulla tela a mo’ di decorazione. In maniera conforme all’insegnamento di Gauguin, che raccomandava la semplificazione di forme e colori, Sérusier concentra l’espressione del suo soggetto in alcuni tratti appena, escludendo i dettagli. Questa lavorazione sintetica emerge soprattutto nella raffigurazione del personaggio di piccole dimensioni, visibile sullo sfondo del quadro, dall’aspetto simile ad un fungo e con l’ombrello posto sopra la lunga veste. In primo piano, la stilizzazione della giovane donna evoca gli scorci e la semplicità dei legni giapponesi. Come gli altri Nabis, Sérusier non nasconde la sua ammirazione per le stampe dell’Estremo Oriente che egli copia per poterle meglio assimilare. L’artista, con ogni probabilità, si ispira al Giappone per il soggetto del quadro: pioggia, neve, burrasche sono temi cari agli artisti dell’epoca di Edo (1615-1867). Come nel caso delle incisioni, la linea prevale sul colore. A detta di Sérusier, “troppo colore nuoce all’insieme. Tre o al massimo quattro tonalità scelte con cura sono più che sufficienti ed espressive; gli altri colori indeboliscono l’effetto”. Nel dipinto in oggetto, i colori si riducono a poche tonalità opache e giallastre che evocano quelle degli affreschi italiani. L’acquazzone prende altresì in prestito dai primitivi una visione monumentale ed atemporale del soggetto. Sérusier apprezza il carattere arcaico della Bretagna, conservatrice e ferma nelle sue tradizioni. “L’abbigliamento moderno è soggetto a troppi mutamenti, scrive l’artista, per questo ho adottato per i miei personaggi un costume bretone che non ha età”.
TETRAEDRI — MUSEE D’ORSAY
Paul Sérusier (1864-1927)
Tetraedri
1910 circa
Olio su tela
Cm 92 x 56
Parigi,
museo d’Orsay
Acquisto, 2018
© Musée d’Orsay, dist. RMN-Grand-Palais / Patrice Schmidt
Tétraèdres
Popolata di oggetti che fluttuano in uno spazio senza punti di repere, la tela Tetraedri di Paul Sérusier fa parte di un ciclo di dipinti misteriosi che spingono il simbolismo fino all’astrazione.In quest’opera avviene qualcosa di mistico, che rispecchia l’interesse del “profeta dalla barba rutilante” per l’esoterismo dei colori e delle forme. Tuttavia, la geometria in Sérusier rimane innanzitutto al servizio delle sue necessità estetiche, poiché egli si inserisce in una continuità filosofica piuttosto che in un canone formale.Questo quadro sarebbe stato concepito verso il 1910, quando Sérusier insegna all’Académie Ranson, dal 1908 al 1912. Le sue lezioni pubblicate nel 1921 con il titolo ABC della pittura comprendono infatti una sezione dedicata ai numeri e alle proporzioni che illustra il progetto inerente ai Tetraedri di riformulare, per mezzo di una figurazione simbolista, gli stretti legami che uniscono l’uomo e il cosmo.I Tetraedri formano con il Cilindro d’oro (museo di Belle Arti di Rennes) e Le Origini (collezione privata) un insieme unico nell’opera di Sérusier.In occasione di una rara apparizione pubblica nel 1947 per la retrospettiva del Palais Galliera, queste tre opere sono state esposte come trittico sul tema delle origini della vita e dell’universo. Tuttavia, Tetraedriresta il più astratto dei tre.A differenza del Cilindro d’oro o de Le Origini che conservano uno spazio in cui si distingue ancora una linea d’orizzonte, la profondità nei Tetraedri è appena marcata da una forma di prospettiva aerea.Questa tela sottolinea la continuità delle ricerche pittoriche di Sérusier nel senso dell’uso di forme astratte, molto tempo dopo la lezione di Gauguin al Bois d’Amour e il Talisman del 1888.Essa permette di evocare un fondamento essenziale, e quindi misconosciuto, delle ricerche pittoriche tendenti all’evocazione astratta delle forme, che propongono così un’altra lettura della storia dell’arte dei primi anni del XX secolo.
IL CILINDRO D’ORO, 1910 circa
Straordinario questo artista e bellissime, a mio parere, le sue opere.