LA CATTEDRALE DI TOLEDO
Interno della cattedrale
Selbymay – Opera propria
20 febbraio 2019
Dopo un anno di restauri riapre la Sala Capitolare della cattedrale di Toledo. Le immagini
DOPO SOLO UN ANNO DI RESTAURI, RIAPRE AL PUBBLICO LA SALA CAPITOLARE DELLA CATTEDRALE DI TOLEDO E RISPLENDONO DI LUCE NUOVA I MAGNIFICI DIPINTI RINASCIMENTALI DI JUAN DE BORGOÑA
– Federica Lonati
Sala Capitolare della cattedrale di Toledo
Preservare l’immenso patrimonio artistico dell’umanità è la sfida del nuovo millennio, un compito inderogabile delle generazioni presenti e future, spesso però impossibile da realizzare senza il contributo di mecenati e sponsor privati, sensibili a progetti lungimiranti. Attraverso azioni di mecenatismo mirato anche in Spagna risplendono oggi molti tesori che meritano di essere scoperti o riscoperti. Uno di questi è la Sala Capitolare della cattedrale di Santa Maria, a Toledo, che custodisce un gioiello pittorico del primo Rinascimento spagnolo.
UN FIAMMINGO RINASCIMENTALE IN SPAGNA
Costruita alla fine del Quattrocento al fondo dell’abside della cattedrale per iniziativa del cardinal Cisneros – ecclesiastico colto e influente, fondatore tra l’altro dell’Università di Alcalá de Henares, la più antica di Spagna – la Sala Capitolare per oltre cinquecento anni ha ospitato le riunioni straordinarie, e a porte chiuse, del Cabildo, l’organo di governo della cattedrale. Alle pareti, tra il 1508 e il 1511 il pittore Juan de Borgoña – di origini fiamminghe ma attivo in Spagna fino al 1535 – realizza una serie di affreschi (che a fresco in realtà non sono, ma a secco) che introducono i canoni del Rinascimento italiano nella penisola iberica. Raffigurano tredici scene tratte dalla vita della Vergine, patrona della cattedrale gotica, un Calvario e un Giudizio universale (con una iconografia di chiara ispirazione più nordica), sotto i quali campeggia una lunga fila di ritratti di cardinali del passato.
Juan de Borgoña dipinse quasi esclusivamente opere su tavola in puro stile fiammingo; il suo capolavoro murale a Toledo risente però dell’innegabile influenza del Quattrocento italiano. Dopo la pulizia (chimica e fisica) e il reintegro cromatico delle tante lacune eseguito dall’abile équipe di restauratori della Cattedrale di Toledo, il ciclo di dipinti è apparso in tutto il suo magnifico splendore. Le immagini erano rimaste infatti offuscate sotto gli strati di pittura, colla organica, le mani di olio e resina applicate alle pareti durante i secoli. Le cornici architettoniche e gli sfondi paesaggistici delle scene di vita della Vergine svelano ora uno studio prospettico e una profondità tridimensionale simili agli antecedenti di Masaccio nella Cappella Brancacci, o di Domenico Ghirlandaio nella Cappella Tornabuoni, per restare all’ambito fiorentino del XV secolo.
Anche se non è documentato un soggiorno del pittore fiammingo in Toscana, i dipinti della Sala capitolare di Toledo rivelano nel complesso una maestria tecnica nel creare uno spazio illusionista e una notevole sensibilità cromatica negli effetti di realismo. Grazie agli studi previ al restauro, si è scoperto inoltre che la tecnica pittorica impiegata da Juan de Borgoña è l’olio su gesso secco, e non la tempera su intonaco fresco e che i dipinti hanno resistito miracolosamente nei secoli forse proprio grazie all’accesso ristretto ed esclusivo alla sala dei membri del Cabildo. Nell’occasione è stato ripulito anche il bellissimo soffitto a cassettoni, esempio di artigianato in stile mudéjar-plateresco ed è stata riaperta una finestra, che permette alla luce naturale di filtrare nella sala.
Sala Capitolare della cattedrale di Toledo
L’IMPRESA CHE ILLUMINA L’ARTE
I restauri della Sala Capitolare sono dovuti in gran parte al contributo economico della Fondazione Endesa, azienda leader nel settore elettrico il cui azionista di maggioranza è il Gruppo Enel. Da oltre vent’anni, la fondazione spagnola destina parte dei suoi investimenti al sostegno del patrimonio artistico e culturale e lo fa attraverso progetti mirati di illuminazione di edifici sacri e civili, musei, muraglie, ponti e monumenti soprattutto in Spagna, ma anche in Sudamerica e nel resto del mondo.
L’anno scorso, per esempio, la Fondazione Endesa ha contribuito alla nuova illuminazione della basilica di Santa Maria Maggiore, a Roma, il più grande tempio mariano della Cristianità, storicamente legato alla corona di Spagna e del quale ancora oggi il re ricopre il ruolo onorifico di proto-canonico.Quest’anno è di nuovo Toledo, città delle tre culture (cristiana, araba ed ebraica), ad essere beneficiata dal mecenatismo dell’azienda elettrica: dopo la muraglia cittadina e l’illuminazione delle navate interne della cattedrale, Endesa ha sostenuto i costi di illuminazione e climatizzazione della Sala Capitolare. I dipinti murali di Juan de Borgoña si possono così ammirare in tutto il loro splendore grazie a un sistema fluttuante di focus al Led, con un risparmio energetico del 75%. La preservazione del capolavoro nei secoli è garantita anche da un impianto di climatizzazione rispettoso e ben calibrato.
– Federica Lonati
Che ricchezza di figure e di colori!