ANTONELLO CASSANO :: Quei piccoli soci che hanno sconfitto la dinastia padrona della città -REPUBBLICA DEL 1 FEBBRAIO 2020 –pag. 16-17

 

 

REPUBBLICA DEL 1 FEBBRAIO 2020 –pag. 16-17

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I clienti ingannati

Quei piccoli soci che hanno sconfitto la dinastia padrona della città

di Antonello Cassano

 

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la festa di San Nicola passava avanti alla Banca Popolare a fare un omaggio…

Popolare Bari, arrestati Marco e Gianluca Jacobini: ex presidente e vice direttore. Inderdetto per un anno l’ex ad Vincenzo De BustisPopolare Bari, arrestati Marco e Gianluca Jacobini: ex presidente e vice direttore. Inderdetto per un anno l’ex ad Vincenzo De Bustis– nel link:
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BARI — In fondo è una storia classica. Alla Popolare di Bari, Davide ha abbattuto Golia: un gruppo di risparmiatori che ha sconfitto il potere di chi dominava incontrastato sulla città. Perché fino a non molto tempo fa Marco Jacobini era capace di imporre a una banca popolare — dove dovrebbe valere il voto capitario (una testa, un voto) — il passaggio ereditario della gestione ai figli, Gianluca e Luigi. Per questo erano tutti alla loro corte: imprenditori e preti, editori e politici. Merito di una rete di relazioni cresciuta in oltre mezzo secolo, grazie al controllo sulla principale banca della città. È il 1978 quando Marco Jacobini entra nella Popolare. Le filiali sono 15, tutte aperte sotto la guida di Luigi Jacobini, suo padre, che quella banca la fondò negli anni Sessanta. Durante il regno incontrastato di Marco, le filiali diventano 400 e gli azionisti 70 mila. Gli stessi a cui sono stati chiesti, negli anni, aumenti di capitale per sostenere l’espansione di un istituto sempre a gestione famigliare. Tutto era deciso dagli Jacobini: anche gli aumenti dei loro compensi e i prestiti agli amici imprenditori.

Se la banca è finita schiacciata sotto perdite per centinaia di milioni è anche per questa vicinanza patologica con il mondo dell’imprenditoria locale. Per capirlo basta arrivare in corso Cavour, dove si trova la sede centrale. Qui, su una parete esterna, c’è una targa: “Realizzazione Fimco spa”: è una delle imprese edili che facevano parte del gruppo Fusillo, affondate dai debiti contratti proprio con la Popolare, nonostante i prestiti facili avallati da Marco e Gianluca Jacobini. Emblematica la scena durante i festeggiamenti di San Nicola, patrono della città: la statua del santo si ferma con tanto di inchino ai padroni di Bari. Una ricorrenza in cui la devota famiglia Jacobini poteva ancora una volta mostrare il suo potere davanti a tutta la città.

Si capisce, allora, perché sono stati in pochi quelli che a Bari hanno contestato questo strapotere. In prima fila un gruppo di avvocati, qualche associazione dei consumatori (come quelle raggruppate nel Comitato di tutela degli azionisti della Popolare) e tutti quei piccoli risparmiatori intenzionati a riavere indietro i risparmi bruciati, con l’acquisto di azioni a prezzi immotivatamente elevati. Operai, pensionati, dipendenti pubblici, imprenditori: sono loro i Davide di questa città. Molti dei quali accomunati da un dettaglio, scarsa o nulla conoscenza finanziaria.

Come Salvatore e sua moglie, licenza elementare. Anni fa avevano acquistato i prodotti finanziari My Way della Banca 121, allora guidata da Vincenzo De Bustis. Persero 12 mila euro. Poi si sono ritrovati alle prese con 43 mila euro di risparmi investiti in azioni della Popolare e hanno deciso di fare causa alla banca. O come l’azionista Raffaele M. che in questa battaglia ha avuto un ruolo importante: affiancato dall’associazione Avvocati dei consumatori è riuscito a ottenere dalla banca la pubblicazione del registro contenente l’ordine cronologico di vendita delle azioni della Popolare, confermandone le violazioni.

Perché è successo anche questo a Bari negli anni scorsi: quando i titoli sono calati da 9,15 a 7,50 euro, qualche azionista tra i più “fortunati” è riuscito a liberarsi di quei titoli invendibili scavalcando l’ordine cronologico di vendita prima che le azioni andassero dritte verso l’abisso in cui sono finite. E così mentre la politica locale e nazionale restavano in silenzio, azionisti e associazioni dei consumatori hanno alzato la voce e sono stati ascoltati dai giudici. È quello che ha fatto Rocco B., un meccanico che pochi mesi fa è riuscito a ottenere dal tribunale di Bari la nomina di una rappresentante in difesa di tutti gli obbligazionisti: «Gente che ha avuto fiducia nella giustizia — fa notare l’avvocato Domenico Romito — e che non ha avuto paura di affrontare un potere simile».

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