Le foto di Stieglitz sono bellissime e entusiasmanti. Non ho resistito alla voglia di rubarne una e elaborarla liberamente ( e pesantemente). Ho pensato bene di incorporare il titolo, altrimenti neanche Stieglitz avrebbe riconosciuto la sua Georgia. Che fra l’altro aveva un viso molto interessante. In genere dire che una donna ha un viso interessante è una maniera elegante per dire che bella non è. Georgia O’Keeffe aveva un viso molto espressivo ed era molto bella, anche se a vedere la mia opera non si direbbe.
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bene, Mario, spero di non offenderti con questa roba che ho cercato nei miei bassifondi. Ho cercato la più vicina ad una specie di interpretazione mia e del tutto personale.
Incubo
(gli anni che verranno)
A una croce inchiodato
a gambe divaricate
un picchio picchietta
metodico e tranquillo
il mio uccello
come fosse un tronco
è un’erezione lancinante
Potrei uno strappo deciso
schiodarmi una mano
poi l’altra
i chiodi non sono profondi
aggrappato
al braccio della croce
far forza sui piedi
incrociati
torcere il busto
scacciare l’uccello vorace
strappare i chiodi dai piedi
lasciarmi cadere
Il picchio disturbato
è volato in cerca
di un altro condannato
(condannato?
condannato per cosa?)
I carnefici hanno risparmiato
sui chiodi, sono corti e tozzi
in ginocchio caduto li strappo
dai piedi e dai polsi
Ora potrei camminare
se sapessi dove andare
ma non c’è nulla da fare
e i piedi fanno male
solo scheletri di case
di officine di strade
annerite dal fuoco
dilavate dal tempo
non c’è un filo d’erba
mi chiedo dove hanno trovato
il legno per tirar su le croci
sono tante tutte in fila
si perdono all’orizzonte
da entrambi i miei occhi
fanno il giro della terra
lo so
ed io sono il baricentro
Se mi muovo e cammino io penso
distruggo l’equilibrio del mondo
cominceremmo a ruotare prima piano
poi sempre più veloci una giostra scassata
Ma a me pare normale
non ho altro luogo a paragone
sono sempre stato qui
e mi schiodo pensando di andare
Andare dove?
e il pensiero si ripete
e resto sdraiato a aspettare
mentre sanguino piano
finché torna il carnefice
sbuffa annoiato
mi rinchioda distratto
solo il picchio è sparito
chissà da dov’era venuto
lui solo m’ha svegliato
con l’erezione dolorosa
mi ha restituito vivente
Ma nulla è cambiato
mi lascio cadere aspettando
il carnefice che torni
a inchiodarmi per bene
finalmente!
almeno lo spero
roma 13.11.1993
Bello il lavoro di Mario e bella anche la poesia di Roberto, che riesce a creare un paesaggio doloroso e maestoso, non privo di ironia.