Valerio Gigante, Luca Kocci, Sergio Tanzarella, La grande menzogna. Tutto quello che non vi hanno mai raccontato sulla prima guerra mondiale. Ediz. ampliata. DISSENSI EDITORE — ++ LINK CON SAGGIO DI LETTURA + UNA RECENSIONE DI ” PRESSENZA ” ++ QUALCOSA SUGLI AUTORI

 

NOTA ::  Gli autori hanno voluto diffondere tra la gente interessata i risultati di tanti anni di ricerche storiche documentate.

 

 

 

La grande menzogna. Tutto quello che non vi hanno mai raccontato sulla prima guerra mondiale. Ediz. ampliata

Valerio Gigante, Luca Kocci, Sergio Tanzarella

 

Editore: Dissensi
Edizione: 2
Anno edizione: 2018
In commercio dal: 6 dicembre 2018
Pagine: 251 p., ill. , Brossura
15 EURO PREZZO PIENO

IN QUESTO LINK DOVRESTE TROVARE UN SAGGIO DI LETTURA…

Descrizione

Lo sapevate che mentre i cappellani militari italiani – a cui venne proibito di utilizzare la parola “pace” – benedivano le armi che servivano a uccidere o intonavano Te Deum di ringraziamento per le stragi perpetrate nei confronti dei nemici, plotoni di prostitute venivano inviate dagli Stati maggiori al fronte per tenere alto il morale della truppa? Che nonostante la martellante propaganda e l’esaltazione dell’eroismo dei soldati, suicidi, automutilazioni, disturbi mentali di ogni tipo e alcolismo erano tra i fenomeni più diffusi tra i militari in trincea? Che le mazze ferrate erano tra gli strumenti in dotazione agli eserciti per finire come bestie al macello i soldati agonizzanti, specie dopo aver usato contro di loro i gas asfissianti? Che i fanti che esitavano a lanciarsi all’assalto del nemico venivano trucidati dai carabinieri appostati alle loro spalle? Che per essere fucilati bastava anche solo tornare in ritardo dopo una licenza, oppure venire sorpresi a riferire o scrivere una frase ingiuriosa contro un superiore? E che ai prigionieri di guerra italiani, considerati vili, imboscati e disertori, il nostro governo, unico tra i Paesi belligeranti, non inviò alcun aiuto che ne alleviasse le terribili condizioni di detenzione? Questo libro – in una nuova edizione ampliata dopo quella del 2015 – vuole invece raccontare in maniera documentata e rigorosa, ma con un ritmo agile e un approccio adatto anche ai “non addetti ai lavori”, alcune delle questioni meno conosciute e più controverse dell’ingresso, della partecipazione e della memoria della “grande guerra” degli italiani. Un “antidoto” alle celebrazioni retoriche ed acritiche del centenario della fine della I guerra mondiale. Un invito a una memoria generatrice di coscienza, che sia strumento per leggere il presente e soprattutto produrre futuro. Il più possibile diverso dal passato che ancora grava, pesantemente, sulle nostre spalle.

Pressenza

03.11.2015 – Francesco Cecchini

 

“La grande menzogna”, racconta la verità sulla grande guerra

 

LA GRANDE MENZOGNA. Tutto quello che non vi hanno mai raccontato sulla Prima Guerra Mondiale di Valerio Gigante, Luca Kocci, Sergio Tanzatella. Dissensi Editore. Euro 13.50.

La Grande Guerra fu un evento di dimensioni immense, che, quasi, sterminò un’ intera generazione e trasformò un continente intero. Il libro di Valerio Gigante, Luca Kocci, redattori della rivista Adista, e di Sergio Tanzarella, storico,  denuncia, innanzitutto, la retorica bugiarda che celebra il centenario del Grande Massacro 1915-1918.  Appropriato e’ il sottotitolo: Tutto quello che non vi hanno mai raccontato sulla Prima Guerra Mondiale. Retorica del centenario che ha il significato politico di impedire una spiegazione reale di un avvenimento che ha iniziato un periodo storico, lungo, di guerre che ancora continua.

“La Grande Menzogna”  è un importante contributo  a capire quello che è realmente accaduto: una strage mondiale dalla quale uscirono sconfitti  tutti i  popoli. Per quello italiano la sconfitta  fu feroce per i morti in battaglia,  le malattie, la vita tremenda delle donne ed i bambini, la fame, l’ esodo, i saccheggi, gli stupri dopo Caporetto, le fucilazioni e le decimazioni.

Il  libro,  all’inizio,  sottolinea come in Italia si passò dalla neutralità all’ interventismo, le ragioni ed il ruolo di poeti, scrittori ed intellettuali. Furono interventisti, tra gli altri il fondatore del movimento futurista Filippo Tommaso Marinetti e Gabriele D’Annunzio, che con un discorso di ispirazione garibaldina, tenuto proprio a Quarto il 4 Maggio 1915, incitò le folle a partecipare alla guerra, facendo rivivere fisicamente e spiritualmente una sorta di nuova spedizione dei Mille. In realtà, al di là di belle parole, scritte o recitate, questi artisti o politici, il socialista Benito Mussolini si convertì alla guerra, furono asserviti agli interessi economici dei capitalisti che videro nella produzione bellica un’ occasione imperdibile di profitti.

Gli italiani vennero inviati al fronte, tenuti nelle trincee ed spinti ad assalti inutili con la politica del terrore dei tribunali speciali  che fecero fucilare  e decimare.  Questi emisero 82.386 condanne di cui a morte 4000. Ne furono eseguite 750. Inoltre  vi furono fucilazioni sommarie senza verdetto.

Per quanto riguarda le decimazioni la prima colpì il 141ᵒ fanteria della Brigata Catanzaro. 120 uomini si ribellarono rifiutando la Guerra e si opposero con le armi a coloro che intervennero a reprimere la rivolta, uccidendo ufficiali, altri soldati e carabinieri.

In quell’ occasione furono fucilati un sottotenente e otto soldati, ossia quasi un ammutinato ogni dieci, per evitare di passare per le armi l’ intera compagnia che doveva essere mandata al fronte come carne da cannone. Era il luglio 1916.

Gli autori si soffermano sul codice militare di allora  del 1869, il cui famigerato art. 72 prevedeva la pena di morte ” per il militare che in faccia al nemico si sbanda, abbandoni il posto o non faccia la dovuta difesa.”, ma anche si rifiuti di obbedire.

Viene dato risalto alle famigerate circolari del generale Cadorna che viene denunciato come un vero e proprio criminale di Guerra, assieme ad altri, tra cui il generale Graziani che fece perfino  fucilare un soldato per la sola colpa di non averlo salutato nei modi che l’alto ufficiale credeva di meritare.

Interessante è la narrazione del ruolo della religione, dei preti e dei cappellani militari a far accettare il sacrificio umano di combattere e morire.  In contraddizione con la posizione del papa Benedetto XV che con l’ enciclica Ubi primum in beati si oppose alla guerra.

 

La “Grande Menzogna” narra con ricchezza di dettagli  la fame, la pazzia, la prostituzione, le canzoni contro la guerra , i prigionieri di guerra, I sacrari militar, il milite ignoto.

Gli autori alla fine del libro indicano   films da vedere, da Charlot soldato, con Charlie Chaplin a Orizzonti di Gloria ed Uomini contro di Rosi ed al recente Torneranno a fiorire I prati di Ermanno Olmi,e libri da leggere, tra I quali Plotone d’ esecuzione di Monticone ed Enzo Forcella, per capire quella tragedia.

Il libro è stato allegato ad un numero del quotidiano Il Giornale che lo ha ben presentato, ma va diffuso di più, nelle biblioteche, negli ospedali, etc,etc., e fatto leggere nelle scuole.

 

 

 

 

QUALCOSA SUGLI AUTORI ::

 

 

 Valerio Gigante, insegnante di lettere nei licei, redattore dell’agenzia di informazioni politico-religiosa Adista e collaboratore di MicroMega. Fra le sue pubblicazioni: Paraventi sacri. Il “ventennio” della Chiesa cattolica dietro il ritratto dei suoi protagonisti (Di Girolamo, 2010); insieme a Luca Kocci, La Chiesa di tutti, L’altra Chiesa: esperienze ecclesiali di frontiera, gruppi di base, movimenti e comunità, preti e laici “non allineati” (Altreconomia, 2013).

 

 

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Luca Kocci (Roma, 1973), insegnante di italiano e storia. Collabora con il quotidiano il manifesto e con l’agenzia settimanale Adista.  Ha scritto su COMetA, MicroMegaIl Domani della CalabriaMosaico di paceReligioni e Società, La Voce della Campania e su altri periodici.

È autore dei seguenti volumi:– La grande menzogna. Tutto quello che non vi hanno mai raccontato sulla prima guerra mondiale, Nuova edizione ampliata, Dissensi, Viareggio (Lu) 2018 (con Valerio Gigante e Sergio Tanzarella)– La grande menzogna. Tutto quello che non vi hanno mai raccontato sulla prima guerra mondiale, Dissensi, Viareggio (Lu) 2015 (con Valerio Gigante e Sergio Tanzarella) (ripubblicato nella Biblioteca storica de “Il Giornale”, settembre 2015)– La Chiesa di tutti. L’altra Chiesa: esperienze ecclesiali di frontiera, gruppi di base, movimenti e comunità, preti e laici “non allineati”, Altreconomia edizioni, Milano 2013 (con Valerio Gigante)– Pacifisti. Ecco dove siamo 2001-2011. Dieci anni di attivismo per la pace, terrelibere.org, Messina 2012 (edizione in e-book)

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Sergio Tanzarella (San Felice a Cancello, 27 marzo 1959) è un insegnante italiano.

Biografia

Dottore di ricerca in Storia, dal 2009 è ordinario di Storia della Chiesa alla Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale di Napoli, sezione S.Luigi; è inoltre, dal 2007, professore invitato presso l’Università Gregoriana di Roma. Negli ultimi anni ha pubblicato studi su Don Milani e su Papa Francesco. Per oltre vent’anni ha insegnato lingua italiana a diverse centinaia di migranti e rifugiati provenienti da circa trenta nazioni, considera questa attività la più alta, impegnativa e indimenticabile scuola di formazione culturale e civile che ha potuto frequentare.

Fu eletto deputato nell’uninominale nel collegio di Caserta nella XII legislatura come indipendente nei Progressisti. All’interno del gruppo Progressista-Federativo aderì, su invito di Ermanno Gorrieri, alla componente dei cristiano-sociali. Nei 15 mesi di mandato politico presentò alla Camera dei Deputati le seguenti proposte di legge: – Disposizioni in materia di soggiorno dei cittadini stranieri extracomunitari nel territorio dello Stato; – Norme per l’attuazione del diritto di asilo; – Modifiche alla legge 25 febbraio 1992, n. 210, in materia di indennizzo a favore dei soggetti danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie, trasfusioni e somministrazione di emoderivati; – Modifiche all’articolo 5 del decreto-legge 30 dicembre 1979, n. 663, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 febbraio 1980, n. 33, in materia di assistenza sanitaria ai cittadini stranieri temporaneamente non in regola con le norme sull’immigrazione .

Ricandidato nel medesimo collegio con L’Ulivo alle elezioni politiche del 1996 non venne rieletto.

DA WIKIPEDIA

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  1. Donatella scrive:

    Non c’entra niente, ma forse un po’ sì: alludo all’ultimo film di Ken Loach,”Sorry we missed you”. Si tratta di una guerra mondiale, anche se non armata: quella contro l’uomo sfruttato, sottopagato e sottoposto ad un quotidiano logoramento. La vicenda si svolge a Newcastle in Inghilterra. Ricky e la sua famiglia combattono contro i debiti dopo la crisi finanziaria mondiale del 2008: La moglie lavora in una ditta che fa assistenza domiciliare agli anziani; lui pensa di potere risorgere noleggiando un furgone ( per pagarlo la moglie ha dovuto vendere l’auto che le serviva per lavoro) e fare le consegne per una ditta che ricorda Amazon. La ditta non assume dipendenti, accetta solo ” collaboratori”. In questo modo ipocrita non deve provvedere a nulla per chi ” collabora” con lei. In compenso, oltre a tutte le spese che deve accollarsi, il ” collaboratore” è strettamente sorvegliato dalla ditta, minuto per minuto, non può fermarsi neppure per i più impellenti bisogni, non può portare nessuno sul suo furgone, ha un tempo ristrettissimo per le consegne. Dal mattino presto fino alla sera tardi Ricky è in giro per consegne. Anche la moglie gira di continuo con i mezzi pubblici per assistere i suoi assistiti, che riesce a trattare con una rara umanità, impiegando molto più tempo di quello che le viene pagato. Tra una visita e l’altra cerca di controllare i due figli, un adolescente ribelle e una bambina, attraverso il telefonino. Chi viene logorato dal lavoro è il marito e il suo sfinimento si ripercuote sulla famiglia, che rischia di essere sommersa da questa logorante, ingiusta, terribile guerra contro il tempo che non c’è e la scarsità di retribuzione. Il tutto viene narrato ad occhi asciutti, non c’è commiserazione, ma proprio da questa oggettività scaturisce in chi osserva quest’inferno una grande rabbia. Dall’altra parte della barricata ci sta il padrone ( invisibile) e il suo portavoce, cioè il direttore del magazzino, assolutamente impenetrabile a qualsiasi argomento umano. Anche i clienti sicuramente non si rendono conto di quanto costi la consegna a casa della merce ordinata e allo spettatore viene da chiedersi se quella comodità valga la pena di un lavoro sfinente e sottopagato. Ovviamente la situazione non ha uno sbocco, perché nessuno, al di là dei familiari, capisce o vuole capire quello che sta avvenendo. I costi umani altissimi vengono pagati dai singoli e dalle loro famiglie, nella più assoluta solitudine. Si esce dall’aver visto questo film pensando nuovamente alla rivoluzione come unico sbocco ad una situazione insostenibile.

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