ANSA.IT — TEHERAN — 6 GENNAIO 2020–16,40
Funerali Soleimani, milioni a Teheran
La capitale ‘invasa’, cerimonia all’università
(ANSA) – TEHERAN, 6 GEN – Una folla di milioni di persone ha invaso le strade di Teheran e si sta concentrando all’università della capitale dove si terrà la cerimonia funebre per il comandante delle forze di Qods Qassem, Soleimani, ucciso in Iraq dalle forze statunitensi venerdì. A guidare le preghiere per il generale iraniano sarà Ali Khamenei, guida Suprema dell’Iran.(ANSA).
REPUBBLICA DEL 6 GENNAIO 2020
https://www.repubblica.it/esteri/2020/01/06/news/iran_usa_soleimani-245061612/
Soleimani, milioni di persone in piazza a Teheran. “Usa affronteranno un altro Vietnam”
(ansa)
La guida suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, in lacrime sulla bara del generale ucciso nel raid americano a Bagdad. Un suo consigliere: “Gli Stati Uniti se ne pentiranno”. Unesco: “Siti culturali patrimonio dell’umanità sono intoccabili”. Pelosi: “Camera e Senato al voto per limitare poteri del presidente Usa.
TEHERAN – Una folla oceanica, che ha occupato tutte le principali piazze di Teheran, ha dato l’ultimo saluto al generale delle Forze Quds, Qassem Soleimani, ucciso venerdì scorso in un raid americano a Bagdad. La salma è stata accolta dalla Guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, che in lacrime ha pregato sulla bara. La processione funebre, partita dall’università, è stata trasmessa in diretta dalla televisione di Stato che parla di milioni di persone scese in strada per rendere omaggio all’uomo che viene definito “amato martire” e per chiedere vendetta urlando slogan contro gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e Israele.
DIAKO HOSSEINI is Director of World Studies Program at the Center for Strategic Studies based in Tehran.
DOCENTE ALL’UNIVERSITA’ DI TEHERAN
Angry Iranians chant: "Hey US you started we will end it".
Anti Americanism sentiment along with religious fervor &nationalistic spirit has awakened nationwide after the assassination of #GhasemSoleimani pic.twitter.com/MAeYHlbHi6— Diako Hosseini (@DiakoH) January 6, 2020
Accanto a Khamenei c’erano il presidente Hassan Rouhani, il numero uno del Parlamento Ali Larijani, il comandante dei Guardiani della rivoluzione Hossein Salami e il capo dell’autorità giudiziaria Ebrahim Raissi. E accanto al feretro di Soleimani c’erano quelli di Abu Mahdi Al-Muhandis, leader di una coalizione di milizie filoiraniane in Iraq, e di altri quattro iraniani morti nel raid statunitese.
LA FIGLIA DI SOLEIMANI : PAZZI AMERICANI, VI ATTENDONO GIORNI BUI, VEDRETE I VOSTRI FIGLI MORIRE…
VIDEO : LA FIGLIA E ALTRI –testo scritto in inglese
Le esequie di Soleimani, iniziate in Iraq e passate per diverse città, si concluderanno con la sepoltura del generale nella sua città natale, Kerman. Durante la processione a Teheran sono state date alle fiamme bandiere statunitensi e israeliane ed è stata esposta un’immagine del presidente americano Donald Trump con una corda al collo.
Teheran, fiume di persone al funerale di Soleimani: le immagini dall’alto
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Dichiarazioni di guerra agli Usa
La rabbia e la sete di vendetta delle folle che hanno accompagnato la bara del generale coincidono con le dichiarazioni di guerra agli Usa delle autorità della Repubblica islamica. L’ultima in ordine di tempo è di Ali Akbar Velayati, consigliere di Khamenei: “Se gli Stati Uniti non ritirano le forze dalla regione, affronteranno un altro Vietnam. Nonostante le vanterie dell’ignorante presidente degli Stati Uniti, l’Iran intraprenderà un’azione di ritorsione contro la stupida mossa degli americani che li farà pentire”. Nella direzione del ritiro delle truppe straniere, e in particolare di quelle statunitensi, va anche la risoluzione approvata ieri dal Parlamento iracheno. “Anche se colpissimo tutte le basi Usa, o uccidessimo Trump o il suo ministro della Difesa, non sarebbe sufficiente a vendicare l’uccisione di Qassem (Soleimani). Solo l’espulsione degli americani dalla regione lo sarà”, ha detto il brigadiere generale Amir Ali Hajizadeh, comandante delle unità aerospaziali dei Pasdaran.
La minaccia di Trump ai beni culturali
Nonostante si tratti di crimini di guerra, il presidente Usa rilancia la minaccia di colpire anche siti culturali iraniani in caso di rappresaglia di Teheran: “A loro è consentito uccidere, torturare e mutilare la nostra gente e a noi non è consentito toccare i loro siti culturali? Non funziona così”, ha detto Donald Trump rientrato alla Casa Bianca ieri sera. Parole che sembrano sconfessare il segretario di Stato Mike Pompeo, il quale ieri aveva assicurato che qualunque azione militare contro Teheran avrebbe rispettato le leggi. Sulla minaccia è intervenuta anche l’Unesco.
La direttrice dell’organismo culturale delle Nazioni Unite, Audrey Azoulay, durante un incontro con l’ambasciatore iraniano Ahmad Jalali, ha ricordato che, in base alle disposizioni delle convenzioni del 1954 e del 1972 – ratificate sia da Usa che Iran – gli Stati firmatari si impegnano a non prendere alcuna misura deliberata che possa danneggiare il patrimonio culturale e naturale del patrimonio mondiale dell’umanità.
Pelosi: “Camera al voto per limitare poteri di Trump”
E mentre Trump twitta che l’Iran “Non avrà mai l’arma nucleare”, per limitare eventuali azioni militari contro il Paese da parte del presidente, la Camera Usa controllata dai dem, voterà questa settimana una risoluzione sui suoi poteri di dichiarare guerra. Lo ha annunciato la speaker Nancy Pelosi in una lettera ai deputati, spiegando che l’aula introdurrà e voterà una risoluzione simile a quella presentata la scorsa settimana in Senato dal senatore dem Tim Kaine. La risoluzione imporrà che le ostilità militari con l’Iran cessino entro 30 giorni a meno di ulteriori ulteriori autorizzazioni del Congresso che a quel punto equivarrebbero a una dichiarazione di guerra.
Donald J. Trump
✔@realDonaldTrump
IRAN WILL NEVER HAVE A NUCLEAR WEAPON!
189.000
Venerdì vertice straordinario ministri esteri Ue
I ministri degli Esteri dell’Unione Europea si riuniranno per un incontro straordinario venerdì a Bruxelles per discutere della situazione in Medio Oriente. Lo si apprende da fonti Ue.
La riunione ordinaria del Consiglio Affari Esteri era prevista per il 20 gennaio.
L’Unione intende fare da mediatore nella crisi tra Iran e Stati Uniti, ha detto la presidente della Commissione Ursula von der Leyen in margine al vertice di partito della Csu a Seeon, in Baviera.
“Il mio compito non è quello di dare valutazione, ma di lavorare per una de-escalation e nel trovare delle soluzioni”, aggiungendo che è necessario “trovare spazio per la diplomazia” e “sostenere coloro che rimangono assennati”.
Chiara, ti ho “rubato ” questa foto ansa e l’ho pubblicata sulla mia pagina ma, correttamente, ho specificato la fonte!
Chiarito il punto, questa iniziativa della Pelosi (donna che ammiro moltissimo) mi pare nella giusta direzione anche se, probabilmente, servirà a poco.
ciao mio caro Roby, sto aspettando un’immagine da Mario per pubblicare la tua immaginifica poesia, ma adesso lo mollo e metto qualcosa altro
sei la correttezza fatta umano …ciao, notte bella !