Bach: Christmas Oratorio BWV 248, part 1/2 — 3/4 — qualche nota…

 

From the Herderkirche in Weimar, Germany

John Eliot Gardiner – conductor

Monteverdi Choir English Baroque

Soloists:

Claron McFadden – soprano

Christoph Genz – tenor

Bernarda Fink – alto

Dietrich Henschel – bass Katharine Fuge

 

 

0:56 I. Jauchzet, frohlocket, auf preiset die Tage

26:12 II. Und es waren Hirten in der selben Gegend

52:44 III. Herrscher des Himmels, erhöre das Lallen

 

0:47 IV. Fallt mit Danken, fallt mit Loben 23:26 V. Ehre sei dir, Gott, gesungen 46:00 VI. Herr, wenn die stolzen Feinde schnauben

 

 

 

L’Oratorio di Natale (in tedesco Weihnachtsoratorium), il cui titolo originale è Oratorium tempore nativitatis Christi (BWV 248), è una delle più famose e più eseguite composizioni sacre di Johann Sebastian Bach.

In realtà non si tratta di un oratorio chiuso ma di un ciclo di sei cantate per il periodo natalizio del 1734/1735, cioè per gli allora tre giorni di festa di Natale (25, 26 e 27 dicembre; storia della nascita secondo S. Luca 2,1-20), il giorno di Capodanno (circoncisione e nominazione secondo S. Luca 2,21), la domenica dopo Capodanno (2 gennaio) e l’Epifania (6 gennaio; storia dei tre Re Magi secondo S. Matteo 2,1-12).

 

Nella prima cantata si racconta il periodo prima della nascita di Gesù. La cristianità loda il suo arrivo (Jauchzet, frohlocket) con timpani e trombe ed il coro d’inizio. Poi racconta di Maria e Giuseppe che si recano a Betlemme per il censimento. Infine questa parte conclude con la nascita di Gesù.

Strumenti: Soli, Coro, 3 Trombe, Timpani, 2 Flauti, 2 Oboi, Archi, Continuo

 

La Cantata n. 1 (Feria I Nativitatis Christi) comprende nove pezzi e si apre con un festoso e luminoso coro (“Jauchzet, frohlocket, auf, preiset die Tage”) introdotto e sorretto da un’orchestra squillante e ritmata. Un recitativo dell’Evangelista, accompagnato dal fagotto e dall’organo e proseguito dal contralto, al quale si associano due oboi d’amore, conduce alla prima aria del contralto, accompagnato dal primo oboe d’amore e dal violino solista (“Bereite dich, Zion, mit zärtliche Trieben”): una melodia dalla linea morbida e flessuosa, d’inconfondibile sapore bachiano. Segue il primo corale con il quale si concluderà l’oratorio (“Wie soll ich dich empfangen”): è lo stesso tema usato da Bach nella Passione secondo San Matteo sulle parole “O capo pieno di sangue e di ferite” e che sta a significare il valore della nascita di Cristo, inteso come momento fondamentale per giungere alla redenzione della umanità. Un altro breve recitativo dell’Evangelista (“Und sie gebar ihren ersten Sohn”) porta al corale e al recitativo cantati dal soprano e dal basso, con l’oboe e l’oboe d’amore come strumenti obbligati. Interviene il basso solista che intona con vigorosi accenti l’aria “Grosser Herr und starker König”, accompagnato dalla tromba, dal primo flauto traverso e dagli archi. La prima parte della Cantata si conclude con il tenerissimo corale “Ach mein herzliebes Jesulein”, al quale risponde e fa eco con risonanti armonie l’intera orchestra.

 

 

  • La seconda cantata tratta del messaggio della nascita di Gesù ai pastori. Nella notte appare l’angelo ai pastori spaventati ed annuncia la nascita. Con voce da basso Dio ricorda la profezia del messia nel vecchio testamento. Un pastore invita ad andare a vedere il bambino e l’angelo indica la stalla. La seconda parte termina con canti di Maria, degli angeli e dei pastori.
  • Strumenti: Soli, Coro, 2 Flauti, 2 Oboi d’amore, 2 Oboi da caccia, Archi, Continuo

In questa cantata si vede che Bach era interessato allo sviluppo di strumenti nuovi. Stimolava per esempio alla costruzione dell’oboe d’amore la cui bassa tonalità fino al LA e la cui campana tonda produce un suono cupo e particolarmente dolce. Nel Oboe da caccia si crea un suono più lucido, metallico grazie alla campana d’ottone. Esiste oggi soltanto come costruzione sperimentale alla quale corrisponde meglio l’Oboe in FA.

 

La Cantata n. 2 (Feria 2 Nativitatìs Christi) si articola in quattordici pezzi e inizia con una delicata sinfonia pastorale sul ritmo di una siciliana, sviluppata da due flauti traversi, due oboi d’amore, due oboi da caccia, archi e organo. Segue un breve recitativo dell’Evangelista (“Und es waren Hirten”) cui fa seguito il corale (“Brich an, o schönes Morgenlicht”. Un altro recitativo dell’Evangelista, del soprano e del basso conduce all’aria del tenore con il flauto traverso obbligato (“Frohe Herten, eilt, ach eilet”). Ancora un recitativo dell’angelo di solo quattro battute prima del corale “Schaut hin, dori liegt im finstern Stall”. Dopo il recitativo del basso (“So geht denn hin, ihr Hirten, geht”) si ode l’aria del contralto “Schlafe, mein Liebster” con flauto traverso, oboi d’amore e da caccia obbligati: una dolce melodia di ninnananna e di confortevole tono distensivo. Ancora un recitativo dell’Evangelista e poi il vivace coro, accompagnato da archi e legni, sulle parole in tedesco del “Gloria in excelsis Deo et in terra pax hominibus”, impostate su un solido contrappunto. Il recitativo del basso (“So recht, Ihr Engel”) sfocia nel solenne corale conclusivo della Cantata (“Wir singen dir in deinem Heer”) con l’organo e i fiati rievocanti il tema della siciliana della sinfonia già ascoltata dall’inizio.

 

 

La terza cantata conclude il racconto della notte di natale con l’adorazione dei pastori nella stalla di Betlemme. Dopo la sparizione degli angeli i pastori si avviano per Betlemme e spargono la novella. Maria canta una seconda ninna nanna e l’evangelista racconta del ritorno allegro dei pastori. L’oratorio chiude con il coro iniziale.

Strumenti: Soli, Coro, 3 Trombe, Timpani, 2 Flauti, 2 Oboi d’amore, Archi, Continuo

 

La Cantata n. 3 (Feria 3 Nativitatis Christi) comprende dodici brani, introdotti dal coro, accompagnato con ritmo sostenuto e brillante dall’intera orchestra (“Herrscher des Himmels”). Quattro misure di recitativo dell’Evangelista dividono il primo dal secondo coro (“Lasset uns nun gehen gen Bethlehem”). Un recitativo del basso fa da ponte tra il secondo coro e il corale (“Dies hat er alles uns getan”). Quindi è la volta del duetto tra soprano e basso, su accompagnamento di due oboi d’amore (“Herr, dein Mitlied, dein Erbarmen”); segue un lungo recitativo dell’Evangelista (“Und sie kamen eilend und fanden beide”) e successivamente il contralto canta l’aria con violino obbligato “Schliesse, mein Herze” di pungente purezza espressiva. Ancora un recitativo del contralto con due flauti obbligati; poi il corale “Ich will dich mit Fleiss bewahren”; un altro recitativo dell’Evangelista e a conclusione della terza Cantata si espande con serena gioiosità il corale “Seidfroh, die weil”, che è un inno di lode a Cristo, venuto sulla terra per redimere l’umanità dai suoi peccati.

 

La Cantata n. 4 (Festo Circumcisionis Christi) è la più breve delle sei (sette pezzi) e si apre con un coro molto delicato e intimistico (“Fallt mit Danken, fallt mit Loben”), sorretto dalle dolci armonie dei corni da caccia. Segue un recitativo dell’Evangelista e poi il basso e il soprano (“Jesu, du mein liebstes Leben”) intonano un breve arioso. Quindi si giunge alla famosa aria del soprano con l’eco (“Flösst, mein Heiland, flösst dein Namen”) di straordinaria purezza espressiva nel suo elegante gioco dalle risonanze barocche. Ancora un recitativo a mò di corale tra il basso e il soprano (“Wohlan, dein Namen soll allein”) di plastica rilevanza melodica e successivamente si ode l’aria del tenore in re minore (“Ich will nur dir zu Ehren leben”), una pagina di tono vagamente haendeliano, affidata – come è stato giustamente notato – ad un tipo di voce che tende più alla tessitura baritonale che tenorile. Un corale distensivo (“Jesus richte mein Beginnen”) che si richiama al tema dello stesso coro iniziale di questa Cantata chiude la quarta parte dell’oratorio.

La Cantata n. 5 (Dominica post Festum Circumcisionis Christi) si articola in undici pezzi e inizia con il coro in la maggiore dagli accenti taglienti e perentori (“Ehre sei dir, Gott, gesungen”), che ricorda nella impostazione musicale il “Cum Sanctu Spiritu” e il “Resurrexit” della Messa in si minore dello stesso Bach. Dopo il recitativo dell’Evangelista esplode compatto e ben ritmato il dialogo fra il coro (“Wo ist der neugeborne König der Juden?”) e il contralto (“Sucht ihn in meiner Brust”) che sfocia nel luminoso corale in la maggiore (“Dein Glanz ali Finsternis verzehrt”). Ecco l’aria del basso (“Erleucht auch meine finstre Sinnen”) introdotta e accompagnata dall’oboe, secondo un procedimento espositivo caro a Bach. Seguono i recitativi dell’Evangelista e del contralto (“Warum wollt ihr erschreken?”) e ancora dell’Evangelista. Il violino prepara e sorregge armonicamente il Trio fra il soprano, il contralto e il tenore (“Ach, wenn wird die Zeit erscheinen?”) dal tono un po’ interrogativo e inquieto nelle fratture vocalistiche. Dopo il recitativo del contralto (“Mein Liebster herrschet schon”) un corale sereno e fiducioso (“Zwar ist solche Herzenstube”) pone termine alla quinta Cantata.

Trombe e timpani punteggiano festosamente l’introduzione della Cantata n. 6 (Festo Epiphanias) comprendente undici pezzi. Il coro (“Herr, wenn die stolzen Feinde schnauben”) si articola in quattro raggruppamenti tematici fra loro concomitanti e convergenti. Seguono i recitativi dell’Evangelista, del basso (Erode) e del soprano (“Du Falscher, suche nur den Herrn su fällen”) e quest’ultima solista canta un’aria esaltante la potenza divina (“Nur ein Wink von seinen Händen”). Dopo un recitativo dell’Evangelista (per due volte) e un bellissimo corale in sol (“Ich steh an deiner Krippen hier”) interviene il tenore (“So geht! Genug, mein Schatz geht nicht von hier”) accompagnato nel suo recitativo dall’oboe d’amore secondo l’indicazione in partitura di un Adagio a tempo. Il tenore canta un’aria in si minore (“Nun mögt ihr stolzen Feinde schrecken”) in cui viene espressa soddisfazione perché Cristo salvatore vive nell’animo di ciascuno di noi. Ancora un recitativo a quattro fra soprano, contralto, tenore e basso (“Wass will der Höllen Scherken nun”) e infine il corale conclusivo in si minore (“Nun seid ihr wohl gerochen”) che si espande con felicità sonora e giovialità ritmica in onore di Dio, principio e scopo ultimo del genere umano.

Le sei Cantate si configurano come sei masse magnetiche che si calamitano a vicenda e tendono a fare blocco in un crescendo di alta spiritualità, per cui dalle tonalità liriche, idilliche e pastorali delle prime si sale a sempre più complesse e ricche affrescature polifoniche con una interessante varietà armonica e contrappuntistica quale si può ritrovare solo nelle grandi e imponenti costruzioni delle Passioni di Bach.

 

ORCHESTRA VIRTUALE DEL FLAMINIO

https://www.flaminioonline.it/Guide/Bach/Bach-Weihnachts248.html

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