MARINA GORI CI INVITA A LEGGERE E MEDITARE DI UMBERTO ECO, IL FASCISMO ETERNO ( UR-FASCISMO ), LA NAVE DI TESEO, 2018 ++ RECENSIONE ANSA

 

 

Marina Gori–FACEBOOK

 

17 novembre alle ore 11:18 ·

 

Umberto Eco

 

 

 

“Ritengo sia possibile indicare una lista di caratteristiche tipiche di quello che vorrei chiamare l”Ur-Fascismo’, o il ‘fascismo eterno’. L’Ur-Fascismo è ancora intorno a noi, talvolta in abiti civili. Sarebbe così confortevole, per noi, se qualcuno si affacciasse sulla scena del mondo e dicesse: ‘voglio riaprire Auschwitz, voglio che le camicie nere sfilino ancora in parata sulle piazze italiane!’. Ahimè, la vita non è così facile. L’Ur-Fascismo può ancora tornare sotto le spoglie più innocenti. Il nostro dovere è di smascherarlo e di puntare l’indice su ognuna delle sue nuove forme – ogni giorno, in ogni parte del mondo.”

 

 

 

(Umberto Eco)

 

 

 

 

L'immagine può contenere: testo

Il fascismo eterno

Umberto Eco

Articolo acquistabile con 18App e Carta del Docente
Editore: La nave di Teseo
Collana: Le onde
Anno edizione: 2018
In commercio dal: 11 gennaio 2018
Pagine: 51 p., Brossura
5 euro, prezzo pieno

Umberto Eco

Libri di Umberto Eco

Critico, saggista, scrittore e semiologo di fama internazionale. A ventidue anni si è laureato all’Università di Torino con una tesi sul pensiero estetico di Tommaso d’Aquino.Dopo aver lavorato dal 1954 al 1959 come editore dei programmi culturali della Rai, negli anni Sessanta ha insegnato prima presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Milano, poi presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze. Infine presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Inoltre, ha fatto parte del Gruppo 63, rivelandosi un teorico acuto e brillante.Dal 1959 al 1975 ha lavorato presso la casa editrice Bompiani, come senior editor. Nel 1975 viene nominato professore di Semiotica all’Università di Bologna, dove impianta una vivace e agguerrita scuola. Negli anni 1976-’77 e 1980-’83 ha diretto l’Istituto di Discipline della Comunicazione e dello Spettacolo, presso l’Università di Bologna.I suoi saggi spaziano dall’estetica medievale (Il problema dell’estetica in Tommaso d’Aquino, 1956; Arte e bellezza nell’estetica medievale, 1987), alla semiotica (Trattato di semiotica generale, 1975; Semiotica e filosofia del linguaggio, 1983; La ricerca della lingua perfetta, 1993), soffermandosi sui codici della comunicazione artistica (Opera aperta, 1962; Apocalittici e integrati, 1964). Noto per le brillanti inchieste sulla cultura di consumo (Diario minimo, 1963; Il superuomo di massa, 1976; Sette anni di desiderio, 1983; Il secondo diario minimo, 1992), ha ottenuto un successo mondiale con il romanzo Il nome della rosa (Bompiani, 1980, premio Strega), thriller gotico d’ambientazione medievale e conventuale che sviluppa, con lucido razionalismo, la fitta trama di un dibattito ideologico. Più elaborati, nel linguaggio e nella tecnica compositiva, i romanzi successivi (Il pendolo di Foucault, 1988; L’isola del giorno prima, 1994; Baudolino, 2000; La misteriosa fiamma della regina Loana, 2004: tutti Bompiani). Critico verso le concezioni ontologiche dell’interpretazione, ha posto l’accento sulla relazione autore-lettore in diversi scritti: La struttura assente (1968), Lector in fabula (1979), I limiti dell’interpretazione (1990), Sei passeggiate nei boschi narrativi (1994, ciclo di conferenze tenuto alla Harvard University nel 1993), Tra menzogna e ironia (1998), Sulla letteratura (2002). Si ricordano inoltre: La definizione dell’arte (1968), Le forme del contenuto (1971), Sugli specchi e altri saggi (1985), Kant e l’ornitorinco (1997), Storia della bellezza (2004), A passo di gambero (2006) e la felice traduzione dei funambolici Esercizi di stile (1983) di R.Queneau.Tra i suoi ultimi libri: il romanzo Il cimitero di Praga (2010), la raccolta di saggi Costruire il nemico (2011), Storia delle terre e dei luoghi leggendari (2013), Numero Zero (2015), Pape Satàn Aleppe. Cronache di una società liquida (2016).Umberto Eco è stato uno dei favoriti per l’assegnazione del premio Nobel per la Letteraura.

(dall’Enciclopedia della Letteratura Garzanti)

 

 

ansa.it — 10 gennaio 2018

http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/unlibroalgiorno/2018/01/10/umberto-eco-fascismo-eterno-e-tra-noi_c016ee7c-9285-44db-87c5-b7be51deabc1.html

 

 

ANSA) – ROMA, 10 GEN –

 

UMBERTO ECO, IL FASCISMO ETERNO (LA NAVE DI TESEO, PP 51, EURO 5).

 

 

E’ un invito a “non dimenticare”, a non dare mai nulla per acquisito e superato, quello che viene da Umberto Eco nel testo che ha dedicato a ‘Il fascismo eterno’.

Cinquanta pagine per ricordarci che “L’Ur-Fascismo”, come lo chiama Eco, “è ancora intorno a noi, talvolta in abiti civili”.

Pubblicato in prima edizione nel 1997 in ‘Cinque scritti morali, il volumetto arriva in libreria l’11 gennaio per La Nave di Teseo, sulla scia della stessa operazione fatta in Francia durante le ultime elezioni presidenziali.

“In Francia Grasset ha pubblicato Il fascismo eterno in occasione delle scorse presidenziali, quando aleggiava lo spettro di Marine Le Pen. Ha portato bene, in Francia, mi pare” dice all’ANSA Elisabetta Sgarbi, direttore generale ed editoriale de La nave di Teseo, che ha fondato con Umberto Eco, morto nel 2016.

Il problema è proprio che “L’Ur-Fascismo può ancora tornare sotto le spoglie più innocenti. Il nostro dovere è di smascherarlo e di puntare l’indice su ognuna delle sue nuove forme – ogni giorno, in ogni parte del mondo” scrive l’autore de ‘Il nome della rosa’.

“Questo pamphlet di Eco ci insegna che il fascismo non è stato soltanto un momento storico vissuto dall’Italia e dall’Europa nel secolo scorso, ma un rischio costante delle nostre società.

L’attualità politica, in Italia e in Europa, ci dimostra quanto questa riflessione di Umberto Eco sia fondata e necessaria. E’ un libro che dovrebbe andare in tutte le scuole, perché insegna a ragionare sul senso della storia e sulla importanza della memoria.

Ed è giusto ripubblicare ‘Il fascismo eterno’ proprio in prossimità del Giorno della Memoria” spiega la Sgarbi.    Lo scrittore, filosofo e semiologo indica i possibili archetipi dell'”Ur-Fascismo” o “fascismo eterno” e fra quelli che elenca ce ne sono molti che possono anche contraddirsi reciprocamente.

Fra le caratteristiche dell’Ur-Fascismo, il culto della tradizione, dell’azione per l’azione che porta a considerare la “cultura sospetta quando viene identificata con atteggiamenti critici”, il disaccordo visto come tradimento, la paura della differenza, l’ossessione del complotto e l’appello alle classi medie frustrate.

“Nel nostro tempo, in cui i vecchi ‘proletari’ stanno diventando piccola borghesia (e i Lumpen si autoescludono dalla scena politica), il fascismo troverà in questa nuova maggioranza il suo uditorio” scrive Eco che aveva pensato questo testo, come lui stesso racconta, “per un pubblico di studenti americani ed era stato pronunciato nei giorni in cui l’America era scossa per l’attentato di Oklahoma City, e la scoperta del fatto (per nulla segreto) che esistevano negli Stati Uniti organizzazioni militari di estrema destra”.

L’Ur-Fascismo, avverte Eco, parla la “neolingua” le cui forme non si trovano solo nei testi scolastici nazisti o fascisti dal lessico povero e la sintassi elementare per limitare gli strumenti per il ragionamento complesso e critico, ma anche in un popolare talk show.

“Libertà e liberazione sono un compito che non finisce mai.    Che sia questo il nostro motto: ‘Non dimenticate'” sottolinea Eco che cita Roosevelt, ricorda il mattino del 27 luglio 1943 quando gli venne detto che il fascismo era crollato e Mussolini era stato arrestato e chiude questo testo con una poesia di Franco Fortini.    

 

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2 risposte a MARINA GORI CI INVITA A LEGGERE E MEDITARE DI UMBERTO ECO, IL FASCISMO ETERNO ( UR-FASCISMO ), LA NAVE DI TESEO, 2018 ++ RECENSIONE ANSA

  1. Donatella scrive:

    Sicuramente il fascismo, come tante pulsioni umane, non si sconfigge una volta per tutte. Sta nascosto, come un virus, un batterio per anni e anni, ma è pronto a risorgere se ci sono le condizioni adatte.

  2. ROBERTO RODODENDRO scrive:

    Una precisazione, se ho letto bene: questo libretto di Umberto Eco è stato editato nei primi mesi del 2018 ( difatti è da allora che ce l’ho e l’ho letto: è tra i miei libri “a portata di mano”), quindi, pur essendo in perfetta linea con “i giorni della memoria” non è stato ri editato per quel motivo.
    Per il resto ho sempre pensato ( da quando avevo più o meno vent’anni) che il fascismo sia dentro ciascuno di noi, come un virus. Solo con la ragione, con la cultura e con l’umanità che, per fortuna aleggia ancora dentro di noi, riusciamo a controllarlo.
    Alzo gli occhi al testo precedente e vedo che Donatella m’ha preceduto!
    Comunque il fascismo è diverso da un’idea politica ( anche se, se ne può appropriare) , è un “modo di essere” se non un modo di vedere il mondo.
    Dai tempi dei tempi ho visto dei “fascisti” in quei comunisti non pensanti, dediti alla loro non idea ( perchè se gli chiedevi cos’è il comunismo, balbettavano due parole scontate) e, al contrario ho visto dei “non fascisti” in alcuni che si dichiaravano tali. Dimostravano coi fatti oltre che col pensiero di non essere fascisti.
    Parlo di un periodo molto confuso, per certi versi, com’erano gli anni settanta/ottanta, ma credo che nulla sia cambiato nell’insieme: l’ignoranza dilaga e il pensiero dominante, pure.
    Umberto Eco mi è sempre stato caro.

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