Mentre leggevo e scrivevo. Mentre in questi giorni vedevo immagini in Tv su fatti di 50 anni fa m’è venuta in mente una poesia ( o quel che è) scritta nella prima metà degli anni ’80 ( non so darle collocazione più precisa) su un fatto di cronaca che m’è rimasto fisso nel cuore o tra le costole.
Il fatto era questo: un ragazzo si presenta alla porta di casa di un amico, gli apre la madre, lui chiede se c’è l’amico. La madre lo conosce bene, gli sorride e gli dice che è in camera sua. Il ragazzo entra nella stanza e ammazza l’amico con un colpo di pistola perché l’amico risultava essere un traditore e, processato, era stato condannato. Un fatto terribile che non credo di essere riuscito a trasferire in questi versi che a me, però, rimangono nel cuore comunque:
IIKKI @iikki.books
1982
Avevi vent’anni
e la paura della morte
che scende dal cielo
che cresce dalla terra
che ti porta un amico
col sorriso sulle labbra
che ti porta un nemico
con lo stesso sorriso
Avevi vent’anni
e sentivi la morte
correrti a lato
vedevi la vita
fuggire col fiato
Avevi vent’anni
e non capivi
perché morire per sempre
se poco hai vissuto.
Bella questa poesia, che ci lascia tanti dubbi ma una certezza: la vita non può essere piegata ad ideologie, di qualsiasi tipo esse siano. Compiangiamo chi per la giovane età, chi per furore ideologico abbia anteposto al valore della vita qualche ragione ideale. Non è possibile, neppure da tribunali autorizzati, essere padroni della vita altrui.
Chiara, che bella l’immagine che accompagna la poesia ( se tale si può chiamare)!
Questa tua è sensibilità, capacità d’immedesimarti.
Grazie.
CIAO TATI BELLO ! GRAZIE INFINITE…è bella la storia, avrei voluto delle immagine piu’ di mare, del nostro mare, degli scogli, ma –lo sai–poi bisogna anche accontentarsi altrimenti tutto va alle calende greche…il racconto è molto piacevole ” da vivere…”