ROBERTO RODODENDRO, Una bella poesia di morte … 1982

 

Mentre leggevo e scrivevo. Mentre in questi giorni vedevo immagini in Tv su fatti di 50 anni fa m’è venuta in mente una poesia ( o quel che è) scritta nella prima metà degli anni ’80 ( non so darle collocazione più precisa) su un fatto di cronaca che m’è rimasto fisso nel cuore o tra le costole.

Il fatto era questo: un ragazzo si presenta alla porta di casa di un amico, gli apre la madre, lui chiede se c’è l’amico. La madre lo conosce bene, gli sorride e gli dice che è in camera sua. Il ragazzo entra nella stanza e ammazza l’amico con un colpo di pistola perché l’amico risultava essere un traditore e, processato, era stato condannato. Un fatto terribile che non credo di essere riuscito a trasferire in questi versi che a me, però, rimangono nel cuore comunque:

 

 

 

IIKKI  @iikki.books

1982

 

Avevi vent’anni

e la paura della morte

che scende dal cielo

che cresce dalla terra

che ti porta un amico

col sorriso sulle labbra

che ti porta un nemico

con lo stesso sorriso

 

Avevi vent’anni

e sentivi la morte

correrti a lato

vedevi la vita

fuggire col fiato

Avevi vent’anni

e non capivi

perché morire per sempre

se poco hai vissuto.

 

 

 

 

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3 risposte a ROBERTO RODODENDRO, Una bella poesia di morte … 1982

  1. Donatella scrive:

    Bella questa poesia, che ci lascia tanti dubbi ma una certezza: la vita non può essere piegata ad ideologie, di qualsiasi tipo esse siano. Compiangiamo chi per la giovane età, chi per furore ideologico abbia anteposto al valore della vita qualche ragione ideale. Non è possibile, neppure da tribunali autorizzati, essere padroni della vita altrui.

  2. roberto scrive:

    Chiara, che bella l’immagine che accompagna la poesia ( se tale si può chiamare)!
    Questa tua è sensibilità, capacità d’immedesimarti.
    Grazie.

    • Chiara Salvini scrive:

      CIAO TATI BELLO ! GRAZIE INFINITE…è bella la storia, avrei voluto delle immagine piu’ di mare, del nostro mare, degli scogli, ma –lo sai–poi bisogna anche accontentarsi altrimenti tutto va alle calende greche…il racconto è molto piacevole ” da vivere…”

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