Fabrizio De André – Dolcenera (Live) // segue :: BOCCA DI ROSA — TESTI

 

“Questo del protagonista di Dolcenera è un curioso tipo di solitudine. È la solitudine dell’innamorato, soprattutto se non corrisposto. Gli piglia una sorta di sogno paranoico, per cui cancella qualsiasi cosa possa frapporsi fra se stesso e l’oggetto del desiderio. È una storia parallela: da una parte c’è l’alluvione che ha sommerso Genova nel ’70, dall’altra c’è questo matto innamorato che aspetta una donna. Ed è talmente avventato in questo suo sogno che ne rimuove addirittura l’assenza, perché lei, in effetti, non arriva. Lui è convinto di farci l’amore, ma lei è con l’acqua alla gola. Questo tipo di sogno, purtroppo, è molto simile a quello del tiranno, che cerca di rimuovere ogni ostacolo che si oppone all’esercizio del proprio potere assoluto.” – Fabrizio De André

 

DA: 

https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=58234&lang=it

 

Genova, 7-8 ottobre 1970

Genova, 7-8 ottobre 1970

 

 

 

Dolcenera

Fabrizio De André

Amìala ch’â l’arìa amìa cum’â l’é
Amiala cum’â l’aria ch’â l’è lê ch’â l’è lê
Amiala cum’â l’aria amìa amia cum’â l’è
Amiala ch’â l’arìa amia ch’â l’è lê ch’â l’è lê

Guardala che arriva guarda com’è com’è
Guardala come arriva guarda che è lei che è lei
Guardala come arriva guarda guarda com’è
Guardala che arriva che è lei che è lei

Nera che porta via che porta via la via
Nera che non si vedeva da una vita intera così dolcenera nera
Nera che picchia forte che butta giù le porte

Nu l’è l’aegua ch’à fá baggiá
Imbaggiâ imbaggiâ

Non è l’acqua che fa sbadigliare
(ma) chiudere porte e finestre chiudere porte e finestre

Nera di malasorte che ammazza e passa oltre
Nera come la sfortuna che si fa la tana dove non c’è luna luna
Nera di falde amare che passano le bare

Âtru da stramûâ
 nu n’á â nu n’á

Altro da traslocare
Non ne ha non ne ha

Ma la moglie di Anselmo non lo deve sapere
Ché è venuta per me
È arrivata da un’ora
E l’amore ha l’amore come solo argomento

E il tumulto del cielo ha sbagliato momento
Acqua che non si aspetta altro che benedetta
Acqua che porta male sale dalle scale sale senza sale sale
Acqua che spacca il monte che affonda terra e ponte

Nu l’è l’aaegua de ‘na rammâ
‘n calabà ‘n calabà

Non è l’acqua di un colpo di pioggia
(ma) un gran casino un gran casino

Ma la moglie di Anselmo sta sognando del mare
Quando ingorga gli anfratti si ritira e risale
E il lenzuolo si gonfia sul cavo dell’onda
E la lotta si fa scivolosa e profonda

Amiala cum’â l’aria amìa cum’â l’è cum’â l’è
Amiala cum’â l’aria amia ch’â l’è lê ch’â l’è lê

Guardala come arriva guarda com’è com’è
Guardala come arriva guarda che è lei che è lei

Acqua di spilli fitti dal cielo e dai soffitti
Acqua per fotografie per cercare I complici da maledire
Acqua che stringe I fianchi tonnara di passanti

Âtru da camallâ
 nu n’à â nu n’à

Altro da mettersi in spalla
Non ne ha non ne ha

Oltre il muro dei vetri si risveglia la vita
Che si prende per mano
A battaglia finita
Come fa questo amore che dall’ansia di perdersi

Ha avuto in un giorno la certezza di aversi
Acqua che ha fatto sera che adesso si ritira
Bassa sfila tra la gente come un innocente che non c’entra niente
Fredda come un dolore Dolcenera senza cuore

Atru de rebellâ
 nu n’à â nu n’à

Altro da trascinare
Non ne ha non ne ha

E la moglie di Anselmo sente l’acqua che scende
Dai vestiti incollati da ogni gelo di pelle
Nel suo tram scollegato da ogni distanza
Nel bel mezzo del tempo che adesso le avanza

Così fu quell’amore dal mancato finale
Così splendido e vero da potervi ingannare

Amìala ch’â l’arìa amìa cum’â l’é
Amiala cum’â l’aria ch’â l’è lê ch’â l’è lê
Amiala cum’â l’aria amìa amia cum’â l’è
Amiala ch’â l’arìa amia ch’â l’è lê ch’â l’è lê

Guardala che arriva guarda com’è com’è
Guardala come arriva guarda che è lei che è lei
Guardala come arriva guarda guarda com’è

Fonte: LyricFind

 

 

Traduzione italiana delle parti in genovese:

[1] Guardala che arriva guarda com’è com’è
guardala come arriva guarda che è lei che è lei
guardala come arriva guarda guarda com’è
guardala che arriva che è lei che è lei

[2] Non è l’acqua che fa sbadigliare
ma chiudere porte e finestre chiudere porte e finestre

[3] Altro da traslocare
non ne ha non ne ha

[4] Non è l’acqua di un colpo di pioggia
ma un gran casino un gran casino

[5] Guardala come arriva guarda com’è com’è
guardala come arriva guarda che è lei che è lei

[6] Altro da mettersi in spalla
non ne ha non ne ha

[7] Altro da trascinare
non ne ha non ne ha

[8] Guardala che arriva guarda com’è com’è
guardala come arriva guarda che è lei che è lei
guardala come arriva guarda guarda com’è
guardala che arriva che è lei che è lei

 

inviata da Krzysiek Wrona – 14/8/2018 – 22:17

DA:

https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=58234&lang=it

 

 

Compositori: Fabrizio De Andrè / Ivano Fossati

 

Bocca di rosa

Fabrizio De André

La chiamavano bocca di rosa
Metteva l’amore, metteva l’amore
La chiamavano bocca di rosa
Metteva l’amore sopra ogni cosa

Appena scese alla stazione
Nel paesino di Sant’Ilario
Tutti si accorsero con uno sguardo
Che non si trattava di un missionario

C’è chi l’amore lo fa per noia
Chi se lo sceglie per professione
Bocca di rosa né l’uno né l’altro
Lei lo faceva per passione

Ma la passione spesso conduce
A soddisfare le proprie voglie
Senza indagare se il concupito
Ha il cuore libero oppure ha moglie

E fu così che da un giorno all’altro
Bocca di rosa si tirò addosso
L’ira funesta delle cagnette
A cui aveva sottratto l’osso

Ma le comari d’un paesino
Non brillano certo in iniziativa
Le contromisure fino a quel punto
Si limitavano all’invettiva

Si sa che la gente dà buoni consigli
Sentendosi come Gesù nel tempio
Si sa che la gente dà buoni consigli
Se non può più dare cattivo esempio
Così una vecchia mai stata moglie
Senza mai figli, senza più voglie
Si prese la briga e di certo il gusto
Di dare a tutte il consiglio giusto
E rivolgendosi alle cornute
Le apostrofò con parole argute
“Il furto d’amore sarà punito”
Disse “dall’ordine costituito”
E quelle andarono dal commissario
E dissero senza parafrasare
“Quella schifosa ha già troppi clienti
Più di un consorzio alimentare”
Ed arrivarono quattro gendarmi
Con i pennacchi, con i pennacchi
Ed arrivarono quattro gendarmi
Con i pennacchi e con le armi
Spesso gli sbirri e i carabinieri
Al proprio dovere vengono meno
Ma non quando sono in alta uniforme
E l’accompagnarono al primo treno
Alla stazione c’erano tutti
Dal commissario al sacrestano
Alla stazione c’erano tutti
Con gli occhi rossi e il cappello in mano
A salutare chi per un poco
Senza pretese, senza pretese
A salutare chi per un poco
Portò l’amore nel paese
C’era un cartello giallo
Con una scritta nera
Diceva “addio bocca di rosa
Con te se ne parte la primavera”
Ma una notizia un po’ originale
Non ha bisogno di alcun giornale
Come una freccia dall’arco scocca
Vola veloce di bocca in bocca
E alla stazione successiva
Molta più gente di quando partiva
Chi mandò un bacio, chi gettò un fiore
Chi si prenota per due ore
Persino il parroco che non disprezza
Fra un miserere e un’estrema unzione
Il bene effimero della bellezza
La vuole accanto in processione
E con la Vergine in prima fila
E bocca di rosa poco lontano
Si porta a spasso per il paese
L’amore sacro e l’amor profano

Fonte: LyricFind

Compositori: Fabrizio De Andrè / Gian Piero Reverberi / Roberto Ferri

Condividi
Questa voce è stata pubblicata in GENERALE. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *