KAREN BLIXEN
IL SITO DI PETER BEARD::
L’AUTORE::
Peter Hill Beard (New York City, 22 gennaio 1938) è un fotografo statunitense.
“Io esprimo come sento ciò che mi appare
evidente: è fin troppo ovvio quello che sta accadendo. A
meno che non si dia loro un valore commerciale, ormai gli animali
sono spacciati “
“Coloro che tentavano di pianificare una gestione
oculata a lungo termine non sono stati ascoltati”.
E oggi “i missionari, le raccolte di fondi, il turismo, le mille
giuste cause… tutta questa pseudo-beneficenza scaturisce dal
grande senso di colpa dell’uomo progredito; eppure tra tanti
benefattori, la gente non vuole sentire risposte serie,
perché sono piu’ antipatiche e meno sentimentali. Ma gli
africani non riusciranno a gestire la nostra manipolazione della
realtà”.
LE CITAZIONI SOPRA PRESE DA:
https://www.lifegate.it/persone/stile-di-vita/peter_beard_al_servizio_dell_africa
HOG RANCH IN KENYA
ALCUNE BELLE FOTO DA INTERNET ::
New York, 1977. Mostra “The end of the game” di Peter Beard. Fotografia originale.
VANILLA MAGAZINE –LINK IN VERDE
Nel 1962 comprò l’Hog Ranch, una proprietà poco distate dalla fattoria della scrittrice danese, da cui poteva vedere le stesse colline descritte dalla Blixen. E questo accampamento fatto di tende è stata la sua casa per tutta la vita, e lo è tutt’ora.
Beard visse avuto una sorta di doppia vita durante tutto il ‘900. Quando non era impegnato a creare i suoi magnifici diari, una combinazione di fotografie e collage, sotto la sua tenda keniana, andava in giro per il mondo a fotografare modelle e dive del cinema, conducendo una vita da play-boy (ha avuto innumerevoli mogli-fidanzate-amanti), insieme ai più noti esponenti della cultura pop dell’epoca: tra i suoi amici c’erano Truman Capote, Francis Bacon, Andy Warhol, Salvador Dalì e i Rolling Stones.
I suoi collages riflettono la natura selvaggia di un poeta-avventuriero, lacerato tra la voglia di libertà e la seduzione della notorietà. Le sue fotografie di personaggi famosi si sovrappongono a paesaggi africani, disegni e citazioni scritte con il sangue: Warhol raccontò che Beard si tagliava e poi dipingeva con il proprio sangue.
Beard ha fotografato e documentato la morte della natura in Kenya, la scomparsa degli elefanti e di altri animali selvaggi già nel 1965, con il suo primo libro The End of Game (La fine del gioco).
La distruzione di una delle più importanti aree naturali del mondo continua ad essere il cruccio insanabile dell’artista, che dice: “La gente pensa che sei un piagnucolone se lo dici, ma la velocità con cui distruggiamo la natura è impressionante, e ci adattiamo al danno che causa con furbizia incredibile”.
La pessimistica visione sul futuro del nostro pianeta è ossessivamente espressa da Beard con il suo lavoro, un’opera eccentrica che trascende tutti i generi. Anno dopo anno i suoi diari si sono moltiplicati, volumi imbottiti con ogni sorta di “souvenir” della sua vita: carte di caramelle, chiavi, bottoni, piume, foglie secche, ossa, sassi, lische di pesce, una varietà infinita di elementi, quell’accumulo accidentale che è la vita di Peter Beard.
Ritratto d’epoca di Peter Beard:
ANNALISA LO MONACO
LETTRICE COMPULSIVA E BLOGGER “PER CASO”: HO INIZIATO A SCRIVERE DI FATTI CHE DA SEMPRE MI APPASSIONANO QUASI PER SCOMMESSA, PER TRASMETTERE UNA SANA CURIOSITÀ VERSO TEMPI, LUOGHI, PERSONE E VICENDE LONTANE (E NON) CHE POSSONO AVERE MOLTO DA INSEGNARE.