PASQUALE DI PALMO ( notizie in fondo ) :: Proust: sciacquio di remi, risacca marina, Debussy, Dukas… IL MANIFESTO, ALIAS DOMENICA, DEL 24 GIUGNO 2018

 

 

Lettere al duca di Valentinois

A cura e con note di Jean-Marc Quaranta
Prefazione di Jean-Yves Tadié
Traduzione di Francesco Bergamasco
Isbn: 978-88-7768-725-8
Pagine: 88
Prezzo: € 18,00

Categoria: 

Autore: Marcel Proust
Editore: Archinto

Descrizione

Il volume raccoglie quattro lettere e un telegramma inediti conservati negli archivi del Principato di Monaco e inviati nell’estate e autunno 1920 dal quarantanovenne Proust al giovane Pierre de Polignac, che nel marzo di quell’anno aveva sposato la principessa Charlotte de Monaco, divenendo così duca di Valentinois. Nella più lunga delle quattro lettere Proust offre al duca qualche consiglio letterario e gli chiede di sottoscrivere un’edizione di lusso del volume All’ombra delle fanciulle in fiore. Come spiega Jean-Marc Quaranta nell’illuminante saggio che segue le lettere (il volume è integrato da una lettera a Montesquiou già pubblicata), lo scambio epistolare, governato da un tortuoso cerimoniale, rappresenta per lo scrittore un luogo d’invenzione romanzesca, che costringe i destinatari a faticosi esercizi di ginnastica sentimentale per assecondarne o respingerne la tentacolare invadenza. Non tutti gli interlocutori sono disposti a prestarsi a tale corvée. Tra questi il duca di Valentinois che, stanco dell’invadenza di Proust, ignora la richiesta di sottoscrizione, spingendo lo scrittore a troncare ogni relazione. A fare le spese di questa rottura sarà il conte di Nassau, personaggio della Recherche ispirato al duca di Valentinois, che diventerà oggetto di un ritratto perfidamente malevolo.

 

 

IL MANIFESTO, ALIAS DOMENICA, DEL 24 GIUGNO 2018

https://ilmanifesto.it/proust-sciacquio-di-remi-risacca-marina-debussy-dukas/

 

 

ALIAS DOMENICA

Proust: sciacquio di remi, risacca marina, Debussy, Dukas…

tra biografia e critica. Le lettere inedite di Marcel al duca di Valentinois, prefazione di Tadié, da Archinto; la radiorecita che nel ’52 Giacomo Debenedetti dedicò al romanziere francese, da Sellerio

 Giuliana Pavesi, Grand Hotel terrazza, da: Luchino Visconti. Alla ricerca del tempo perduto.Storia di un film mai realizzato, Lucca Film Festival 2018, Lucca, Palazzo Ducale       —  Giuliana Pavesi, Grand Hotel terrazza, da: Luchino Visconti. Alla ricerca del tempo perduto. Storia di un film mai realizzato, Lucca Film Festival 2018, Lucca, Palazzo Ducale

 

«Così non posso espormi al ridicolo di comprare i miei propri libri, tranne forse uno per Henri e uno per me. Vi è però un caso a parte, ed è il vostro. Sarei molto lusingato se sottoscriveste un esemplare, ma al contempo infelice come un condannato al supplizio se ciò vi costasse anche un solo centesimo. Se dunque non avete nulla in contrario a sottoscrivere un esemplare (…) fatelo, ditemelo, e vi spedirò subito i 300 fr a titolo di rimborso».
Questo passaggio di Marcel Proust è tratto dalla missiva più lunga e significativa accolta in Lettere al duca di Valentinois (Archinto, pp. 88, € 18,00), apparse, a cura di Jean-Marc Quaranta, nell’ottima traduzione di Francesco Bergamasco, e corredate da una prefazione di Jean-Yves Tadié, storico biografo di Proust. Si tratta di cinque lettere inedite, oltre a una indirizzata all’amico Robert de Montesquiou, scritte tra luglio e ottobre del 1920 a Pierre de Monaco, invitato dallo stesso Proust a sottoscrivere, paradossalmente a spese dell’autore, l’edizione di lusso in 50 esemplari di À l’ombre des jeunes filles en fleurs, impreziosita da alcune minute autografe.
La mancata risposta del corrispondente crea il risentimento dello scrittore che riverserà il suo astio nel personaggio ispirato a Pierre de Monaco che, nei Guermantes, prenderà le fattezze dell’ambiguo conte di Nassau. Nella prima lettera, in cui Proust non disdegna di dare consigli in chiave letteraria o proporsi come suo mentore, si legge: «La vostra voce decantata, semplice prolungamento visibile della preziosa vena, è il simbolo di pagine attese e necessarie, per la schiusa delle quali mi proporrei, se voi sentiste mancarvi il coraggio e lo slancio, come temporaneo incubatore artificiale». Ma il talento non è un uovo, Proust doveva saperlo bene, e Pierre de Monaco ne è privo. Questa lettera ha la particolarità di essere scritta sui margini di una riproduzione eliografica ricavata da un ritratto proustiano eseguito da Jacques-Émile Blanche, allestita per l’edizione di lusso summenzionata.

 

Proust ritratto da Blanche

Jacques Émile Blanche
Ritratto di Marcel Proust
1892
Parigi, Musée d’Orsay

 

Precisa il curatore nella sua postfazione che queste lettere «consentono di capire meglio il piccolo dramma consumatosi fra i due amici nell’estate del 1920. Informano sull’uomo che poteva essere Marcel Proust, sulla sua smania di tessere relazioni, il suo rapporto con l’amicizia, la malattia, il denaro, il suo desiderio di piacere, di essere utile fino a rendersi indispensabile, e insopportabile». Proust evita di rispondere «con il silenzio al vostro silenzio (…) per ridicola puerilità», come precisa nella quarta lettera proposta, in cui prende definitivamente le distanze dal suo evasivo interlocutore.

 

 

Un altro Proust

Giacomo Debenedetti

Articolo acquistabile con18App Carta del Docente
Collana:Il divano
Anno edizione: 2018
In commercio dal: 10 maggio 2018
Pagine: 122 p., Brossura
10 EURO, PREZZO PIENO
Questo libro è il testo integrale, pubblicato nel 1952 ih un’edizione rimasta poco conosciuta, della trasmissione «Radiorecita su Marcel Proust» che Giacomo Debenedetti aveva realizzato lo stesso anno. Il grande saggista considerava l’autore della Recherche ben più che uno scrittore, qualcuno capace di «rendere sensibile attraverso le parole ciò che dentro di noi si agita informe e nostalgico di luce». E questa sua operetta critica, recitata in modo originale da “Una donna, il pubblico, un critico”, era per lui «un tentativo di dar forma dialogata ad alcune tesi di critica su Proust, precedute dalle notizie utili ad agevolarne la comprensione», tesi che ridefiniscono lo scrittore francese in modo inatteso.

Uno dei maggiori esegeti italiani di Proust fu Giacomo Debenedetti, a proposito del quale Contini scrisse che fu «il primo critico letterario italiano, il solo forse che al servizio del genere critico abbia piegato le qualità di un vero scrittore». Debenedetti si occupò a più riprese dell’autore della Recherche: non è un caso che i suoi interventi critici formino un volume di Bollati Boringhieri, semplicemente intitolato Proust (2005), di oltre 400 pagine.

 

Proust

Giacomo Debenedetti

Anno edizione: 2005
In commercio dal: 1 dicembre 2005
Pagine: XLI-446 p., Brossura
38 EURO, PREZZO PIENO

 

Ora viene ristampato, a cura di Eleonora Marangoni, Un altro Proust (Sellerio «Il divano», pp. 136, € 10,00), originariamente apparso con il titolo Radiorecita su Marcel Proust (ma perché cambiare il titolo originale?) per le Edizioni Macchia nel 1952 e trasmesso per il terzo canale della Rai il 1° ottobre dello stesso anno. Il testo è una sorta di dialogo tra un critico, una donna e il pubblico, cadenzati dagli interventi di due lettori che propongono brani scelti di Proust.

 

Jean Santeuil

Marcel Proust

Articolo acquistabile con18App Carta del Docente
Anno edizione: 2018
In commercio dal: 15 marzo 2018
Pagine: XXVI-801 p., Brossura
20 EURO, PREZZO PIENO

 

Basati principalmente sulla pubblicazione gallimardiana, avvenuta nel medesimo anno, del romanzo postumo  Jean Santeuil e sulle sue indubbie corrispondenze con la Recherche, i dialoghi di Debenedetti si caratterizzano per la finezza delle argomentazioni, come quando si disquisisce intorno alle intermittences du cœur, alla «memoria involontaria» o al tentativo fallito di Jean Santeuil, considerato alla stregua di uno «scacco giovanile»: «Nell’antro da incantatore, tra i vapori dei suffumigi contro l’asma, fa rinascere, come quelle figure della lanterna magica che l’avevano affascinato nell’infanzia, tutti gli eventi e gli spettacoli, le figure umane e naturali, che gli erano passati accanto, senza che egli avesse coscienza di cavarne nulla, così come gli pareva, standoli a guardare, di non avere fatto nulla della sua propria vita».
Puntigliose le indicazioni del critico piemontese che, tra una digressione estetica e l’altra, antepone vari stacchi musicali: da Debussy a Wagner, da Saint-Saëns a Dukas, da Strauss a Beethoven. Ma anche «rumore di piatti rotti, sciacquio di remi, risacca marina, burrasca, carrozza al trotto». Debenedetti riesce a conciliare la sua indiscussa acribia ( = rigore )  critica con spunti di autentica poesia: «Ai confini del romanticismo, Proust ha alzato un monumento, grandioso nella massa e minutissimo negli ornati, folto di personaggi e storie ed emblemi e statue, come le cattedrali gotiche che egli amava». Nell’attuale deserto editoriale parole che hanno il sapore della manna.

 

 

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Pasquale Di Palmo è nato nel 1958 a Venezia, dove vive.

Ha pubblicato le raccolte di poesia: Quaderno del vento (Stamperia dell’Arancio, 1996), Horror Lucis (Edizioni dell’Erba, 1997), Ritorno a Sovana (Edizioni L’Obliquo, 2003), Marine e altri sortilegi (Il Ponte del Sale, 2006), Trittico del distacco (Passigli, 2015, Premio Ceppo Pistoia 2017) e varie plaquettes, tra cui Addio a Mirco (con illustrazioni di Pablo Echaurren, Il Ponte del Sale, 2013). Sue poesie sono apparse in numerose antologie e riviste, tra cui “Nuovi Argomenti”, “Poesia” e “Paragone” e sono state tradotte in diverse lingue. Ha pubblicato i saggiI libri e le furie (2007), Lei delira, signor Artaud. Un sillabario della crudeltà (2011) e Venezia. Nel labirinto di Brodskij e altri irregolari (2017). Ha curato e tradotto diversi volumi, tra cui opere di Artaud, Corbière, Daumal, d’Houville, Gilbert-Lecomte, Huysmans, Michaux e Radiguet. Ha inoltre curato I surrealisti francesi. Poesia e delirio (2004), I begli occhi del ladro di Beppe Salvia (2004), Neri Pozza. La vita, le immagini (2005), Saranno idee d’arte e di poesia. Carteggi con Buzzati, Gadda, Montale e Parise di Neri Pozza (2006), Album Antonin Artaud (2010). Collabora all’inserto culturale “Alias” del quotidiano “Il manifesto”.

 

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