una carta generale dell’Africa prima del 2011 quando è nato il Sud Sudan
repubblica del 31 ottobre 2019
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Somalia e Sud Sudan, inondazioni senza precedenti colpiscono migliaia di cittadini e di rifugiati
Paesi già prostrati, uno da anni di guerra civile, ora conclusa, l’altro da povertà e instabilità politica cronica. Tutti in cerca di un difficile rifugio
Gli effetti delle inondazioni che hanno colpito il Sud Sudan
ROMA – Dopo la guerra civile, gli effetti dei cambiamenti climatici si fanno sentire, con piogge torrenziali e alluvioni. Nella contea di Maban, nel Sud Sudan, quasi 200.000 persone, compresi i rifugiati e la popolazione ospitante, sono state colpite da inondazioni la cui violenza è senza precedenti. Situazione identica anche in Somalia dove Save the Children segnala che almeno 100mila bambini sono costretti a fuggire dalle proprie case a causa delle violente inondazioni. Non solo, ma la popolazione così pesantemente colpita, ora teme l’arrivo del Ciclone Kyarr, previsto per il fine settimana, mentre aumenta la paura per il diffondersi di epidemie
Somalia, un’evacuazione di massa. Sono almeno 200.000 le persone adulte e decine di migliaia di bambini costretti a fuggire dalle proprie case nella città di Beledweyne a seguito delle piogge violentiissime che continuano ad imperversare nelle regioni di Hiraan e Bakool nella Somalia centrale. Lo staff di Save the Children racconta di interi quartieri sott’acqua, con famiglie in fuga su trattori, carri trainati da asini, barche e perfino a piedi. Decine di migliaia di famiglie con un disperato bisogno di cibo, acqua e altre necessità di base, vivono ora in campi improvvisati su terreni rialzati nelle aree circostanti maggiormente colpite.
l Sudan del Sud anche Sud Sudan o Sudan Meridionale, ufficialmente Repubblica del Sudan del Sud o del Sud Sudan, è un paese senza sbocco sul mare nel centro-est dell’Africa, inserito nella subregione dell’Africa orientale delle Nazioni Unite. La sua capitale attuale è Giuba, che è anche la sua città più grande, ma si prevede che la capitale, in futuro, sarà trasferita nella più centrale Ramciel.
Il Sudan del Sud è diventato uno Stato indipendente il 9 luglio 2011, a seguito di un referendum passato con il 98,83% dei voti. Si tratta di un paese membro delle Nazioni Unite, dell’Unione Africana e dell’Autorità intergovernativa per lo sviluppo. Nel luglio del 2012 il Sudan del Sud ha firmato le convenzioni di Ginevra.
Nel dicembre del 2013 è scoppiato un conflitto etnico tra le forze governative del presidente Kiir, di etnia dinka, e quelle fedeli all’ex vicepresidente Machar, di etnia nuer.
Da dicembre 2013, un conflitto brutale ha portato all’uccisione di migliaia di persone e ha costretto circa quattro milioni ad abbandonare le proprie case. Mentre molti sono scappati e rimasti entro il loro stesso Paese, più di due milioni si sono spostati nei Paesi vicini nella ricerca disperata di salvezza. A ottobre 2017, in Kenya si registravano 111.892 rifugiati dal Sudan del Sud. L’UNHCR calcola che entro dicembre 2018 se ne conteranno circa 140.000. A dicembre 2014, almeno 50.000 persone erano state uccise nel corso di questo conflitto etnico. ( WIKIPEDIA )
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Sud Sudan, che ospita già 300 mila rifugiati. La situazione La contea di Maban, in Sud Sudan, è situata nello stato del Nilo Superiore: è l’area interessata dalle inondazioni che ospita oltre 150.000 rifugiati provenienti dal Sudan, Paese agli ultimi posti dell’Indice dello Sviluppo Umano e dove l’assenza di ogni forma di rispetto per i diritti umani e per le libertà personali ha raggiunto livelli insopportabili, tra arresti di attivisti e l’impossibilità totale di organizzare qualsiasi forma di opposizione. Il Sud Sudan si sta gradualmente riprendendo dopo sei anni di guerra civile e si trova ora a dover affrontare una serie di disastri ambientali nella regione che non si verificavano da 40 anni a questa parte. Attualmente, il Sud Sudan ospita quasi 300.000 rifugiati provenienti dall’area del Nilo azzurro, in Sudan, e dal Sud Kordofan. Altri 1,5 milioni sono sfollati all’interno del Paese.
Un Paese già prostrato da guerre e crisi alimentari. Un paese in ginocchio, dunque, dove 4 persone su 10 sono malnutrite e la metà non ha accesso all’acqua potabile. E’ lo stato più giovane al mondo, con oltre 60 gruppi etnici e fra i più frammentati dell’Africa centrale. La guerra che ha coinvolto pesantemente la popolazione civile dal 2013 ad oggi è stata animata dalle milizie di etnia dinka, fedeli a Salva Kiir, e quelle di etnia nuer, guidate da Machar. Tutto è cominciato per le divergenze tra i due leader per il controllo del governo e del loro partito. Anni di conflitti e violenze hanno indebolito la già fragile economia del Paese e ridotto alla prostrazione i cittadini, al punto che la crisi umanitaria sud sudanese è considerata la più estesa, in termini numerici, di tutta l’Africa. A tutto questo si è aggiunta una dilagante crisi alimentare che ha colpito la parte centrale del Paese, portando migliaia di profughi a spostarsi alla ricerca di cibo e sicurezza verso l’ Uganda e l’Etiopia.
Si cerca rifugio dove c’è terra asciutta.
L’UNHCR, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, in collaborazione con i suoi partner e le autorità locali, sta fornendo sostegno di emergenza. Le persone cercano di mettersi in salvo ovunque trovino terra asciutta, principalmente su isolotti a causa del fatto che i livelli d’acqua senza precedenti hanno sommerso vaste aree. In questo periodo dell’anno la zona vicina alla capitale del Maban, Bunj, è soggetta alle inondazioni provocate dalle forti piogge stagionali. Tuttavia, i fiumi in piena nel Sud Sudan provengono dagli altopiani della vicina Etiopia, dove le piogge stanno diventando più intense e irregolari, formando ampi corsi d’acqua che invadono ad alta velocità le aree circostanti.
Precipitazioni superiori alla media. Gli ultimi dati sulle precipitazioni in Etiopia occidentale mostrano precipitazioni superiori alla media negli ultimi 90 giorni, in netto aumento dalla fine di settembre. I dati indicano che negli ultimi 30 giorni, l’area è stata colpita da oltre il 230 per cento in più rispetto alla normale quantità di acqua piovana; si stima che le precipitazioni ammontino a 425 mm rispetto alla media di poco inferiore ai 200 mm. È più del doppio delle precipitazioni registrate nelle ultime quattro settimane. La popolazione colpita ha un disperato bisogno di assistenza umanitaria. Le persone sono fuggite dalle loro case, portando con sé i propri beni e radunandosi su isolotti di terra asciutta. Le acque alluvionali hanno sommerso le strade principali, rendendo difficile per gli operatori umanitari l’accesso ai campi di rifugiati. Anche le scuole della regione rimangono chiuse.
L’impatto con l’accesso ai servizi pubblici. Le inondazioni hanno inoltre avuto un forte impatto sull’accesso ai servizi pubblici, inclusi gli ospedali, e hanno danneggiato strutture igienico-sanitarie, aumentando i rischi per la salute. Continuiamo a temere che le inondazioni possano aumentare i rischi e la diffusione di malattie. Solo l’anno scorso si è dichiarato che il colera è stato sconfitto nel Sud Sudan, con il timore però che la malattia mortale potesse tornare. Rifugi di emergenza, cibo, acqua e servizi igienico-sanitari rimangono i bisogni principali dei rifugiati e degli abitanti del luogo. Come risposta immediata, l’UNHCR ha predisposto kit per le emergenze abitative e assistenza materiale per più di 5.000 famiglie/circa 25.000 persone, affinché possano ricostruire e riparare le strutture danneggiate, ma sono necessari ulteriori aiuti.