ROBERTO RODODENDRO RISPONDE AD — UN INTERVENTO DI DOMENICO MATTIA TESTA CHE E’ DIFFICILE NON CONDIVIDERE… ANCHE DONATELLA …

 

 

DOMENICO MATTIA TESTA 

 

La tecnica del rinvio è una costante della politica italiana e riguarda tutti gli ambiti. Con i governi Renzi, Gentiloni e Conte bis la tecnica del rinvio riguarda lo ius culturae, di cui si discute da anni senza approdare a misure e provvedimenti effettivi. Si considera l’approvazione dello ius culturae inopportuna, perché sarebbe un regalo a Salvini. Così la logica elettorale fa sempre aggio su quella dei diritti.

Almeno un milione di stranieri ha frequentato per otto anni la scuola in Italia e tuttavia lo ius culturae rimane un miraggio perchè i governi di “sinistra” temono l’avanzata degli xenofobi leghisti. Dopo un ciclo di studi di otto anni, gli adolescenti stranieri hanno appreso le nozioni fondamentali della nostra storia, parlano la nostra lingua, concedere il diritto di cittadinanza diventa un obbligo dello Stato, se concretamente si preoccupa di avviare il lungo e complesso processo di integrazione.

I principi democratici, i diritti umani e civili non possono aspettare tempi migliori; per chi coerentemente li difende, il ritardo non si giustifica in nessun modo. In fondo ci uniformeremmo con il riconoscimento dello ius culturae a tanti altri stati dell’Ue.

Piddini,grillini e renziani non possono ancora tergiversare, se vogliono dare dignità a tanti adolescenti e giovani che si sentono discriminati per essere degli apolidi, privi di una identità “nazionale”.

 

 

DONATELLA

 

Occorre dare un segno di discontinuità con qualche legge che assicuri dei diritti, che già sono realtà in altri Paesi. Se non ora, quando?

 

 

 

 

ROBERTO RODODENDRO

 

 

Dimenticate entrambi il concetto di comparazione.
Ci troveremmo improvvisamente davanti ad un milione di stranieri extracomunitari che, grazie allo jus culturae, diventa cittadino italiano e si esprime meglio della maggior parte dei cittadini italiani con cui si rapporterà.
Insopportabile, ve ne rendete conto?
O un massacro di un milione di neoitaliani in poco tempo o, in altrettanto poco tempo, una crisi depressiva di almeno il sessanta per cento della popolazione autoctona.
Pensateci.
Quella dei nostri governanti non è la famosa tecnica del rinvio ma semplice e lodevole lungimiranza!

 

 

 

Marina Gori

 

 

come al solito il nostro Roberto fra il serio e il faceto…non resiste alla polemica. Lungimiranza? Ma fra qualche anno la situazione sarà ingestibile a meno che non si vieti alle migliaia di migranti e rifugiati che oggi entrano in Italia di fare figli. Oppure gli si vieti tout-court di entrare nel nostro paese. porti chiusi etc, Con buona pace delle previsioni di confindustria, Fondo Monetario Internazionale, etc. sulla necessità che abbiamo di migranti anche per salvare i nostri conti previdenziali. Se invece, lungimiranza a parte, facciamo una questione di opportunità politica non dimentichiamoci che questi nuovi italiani e i loro padri, votano.

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3 risposte a ROBERTO RODODENDRO RISPONDE AD — UN INTERVENTO DI DOMENICO MATTIA TESTA CHE E’ DIFFICILE NON CONDIVIDERE… ANCHE DONATELLA …

  1. ROBERTO RODODENDRO scrive:

    Marina, la mia si chiama “satira”, anche piuttosto facile. Tra qualche anno l’Africa sarà arrivata a Sondrio e ai migranti non ci penseremo più. 🙂

  2. Domenico Mattia Testa scrive:

    La satira è un buon antidoto alla crisi del presente:ci si affida alla leggerezza per parlare di cose serie,si ricorre al paradosso per rimuovere la gravità dei problemi,rappresenta un punto di forza,se finalizzata a chiarire ed approfondire le questioni.Gli extraeuropei,(non solo africani)per quanto hanno subito con il colonialismo e subiscono con il neocolonialismo,macchia infamante per le grandi e piccole potenze del vecchio Continente,meritano risarcimenti difficilmente quantificabili in termini umani,civili ed economici.Senza insistere sui riferimenti storici,troppo noti,concedere il diritto di cittadinanza a quanti studiano e lavorano da anni in Italia mi pare il minimo. Siamo rimasti ancora allo ius sanguinis,come dire allo stato di natura.La cultura e la lingua autoctona e l’assimilazione della cultura e della lingua italiana non contano,non sono sufficienti per concedere il diritto di cittadinanza.Un vulnus alla Costituzione ed alla civiltà dei diritti.La vera integrazione comincia con il dialogo tra eguali,non tra cittadini di serie A e di serie B.Non parliamo dello ius soli:un miraggio…

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