A RICHIESTA DI ROBERTO RODODENDRO :: Serge Reggiani – Le Déserteur ++ all’inizio, prélude:: “Dormeur du Val” di Arthur Rimbaud

 

 

 

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2 risposte a A RICHIESTA DI ROBERTO RODODENDRO :: Serge Reggiani – Le Déserteur ++ all’inizio, prélude:: “Dormeur du Val” di Arthur Rimbaud

  1. ROBERTO RODODENDRO scrive:

    che dire? Tutte le volte che la vedo e che la sento, mi vengono i brividi a fior di palle.
    Grazie Ch.

  2. ROBERTO RODODENDRO scrive:

    Eggia che qui ci può star bene anche l’altra che ti ho promesso, Quel giorno mi sentivo tanto Hemingway in Per chi suona la campana”

    Platischis

    C’à la neve sulla strada
    che va giù al ponte
    I tuoi piedi leggeri
    non lasciano impronte
    tra le ruote dei carri
    e i saltelli dei pettirossi

    Siamo là
    appena oltre c’è la garitta
    con la sentinella congelata
    che cerca un nemico che non c’è

    E noi
    persi nel tempo
    e nel gesto.

    7 gennaio 1963

    Platischis era ( chissà se esiste ancora) un paesino di otto case più un altro centinaio sparse per la campagna, una scuola elementare, un distaccamento di alpini ed un’osteria. Di ritorno da Urbino ( e si fa per dire perchè sarei dovuto andare a Sanremo) feci una “piccola” deviazione per quel paesino sperduto. Fui molto bravo a trovarlo, l’ultimo tratto a bordo di una jeep di contrabbandieri 🙂 .

    Chiarisco che questro è un famoso pastrocchio: mi sono imbattuto in poche righe di M. Duras, eccole.
    ” Le dite che volete provare, provare per più giorni.
    Forse per più settimane.
    Lei chiede: provare cosa?
    Voi dite:ad amare.
    Lei chiede: per che cosa ancora?
    Voi dite per dormire sul sesso acquietato, là dove tutto vi è ignoto.
    Dite che volete provare, piangere là, in quel punto del mondo.”
    (M.D. – La maladie de la mort -)

    Non ho potuto fare a meno di trascriverle, le trovo fondamentali.

    Da “ritorni e ritornelli”
    ( autore ignoto 🙂 )

    Luca scopre per la prima volta il suo sesso ed il sesso di una donna per quello che è, non solo come una cosa da usare. Sente e vive il sesso di Laura.
    Gode del proprio sesso quanto e come ne gode Laura.
    La notte dormendo, ciascuno tiene il sesso addormentato dell’altro nella propria mano. Non si vogliono lasciare e s’inteneriscono a questo sesso ormai sopito come ad un bambino innocente.
    La mattina si ritrovano così, ma col sesso risvegliato.

    Oddio, non riesco a staccarmi, un altro pezzo dell’Ignoto, una chiara divagazione:

    Il tempo.
    Il senso del tempo mi assilla.
    Per questo mi cullo dolcemente il mio passato, come un oggetto fragile. Per questo mi ricordo di te, che ne hai fatto parte.
    Evviva la memoria, maledetta memoria. Io sono il mio passato, appena appena il presente ma, non ho proprietà sul futuro.
    Mi sento così casualmente vivo che non riesco a vedere al di là di una settimana.
    Ma questo sentimento non mi da ansia, non mi da frenesia del vivere.

    “Il tempo ci viene tolto o sottratto quasi a nostra insaputa, oppure ci sfugge, non si sa come. E la cosa più indecorosa è perderlo per trascurata leggerezza.”

    “Sul passato la sorte ha perduto ogni potere il passato non può dipendere dal capriccio di alcuno.
    ….E’ la parte sacra del nostro tempo….”

    Cito Seneca ma dissento da lui: la sorte avrà perduto ogni potere sul nostro passato, ma non la nostra memoria.
    Benedetta memoria!
    Noi imbelli e pavidi, riusciamo se vogliamo, a modificare il nostro passato tramite un sottile accordo con la nostra memoria.
    Ci basta trasfigurare con accanimento certi particolari, a volte minimi, una, due, tre volte.. Poi la nostra memoria provvede al resto: ricordiamo come vogliamo e salviamo il nostro passato.
    La nostra memoria è spesso bugiarda.
    Volenti o nolenti salviamo noi stessi.

    Sono più o meno le due di notte ed ho un po’ di sonno ma devo ancora leggere qualcosa da un libro di calvino, scoperto per caso, splendido perchè sono riflessioni, storie personali e storie di altri che parlano di lui.

    Quindi fai un po’ quel che vuoi di questo pastrocchio che non ho neppure tempo di rileggere (bugiardo! non rileggo mai! :-))

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