GIOVANNA CASADIO, INTERVISTA ALLA PRESIDENTE DELL’ANPI, CARLA NESPOLO : “Anpi in piazza contro l’intolleranza. E cancelliamo subito i decreti sicurezza”— REPUBBLICA DEL 26 OTTOBRE 2019 –pag. 17

 

REPUBBLICA DEL 26 OTTOBRE 2019 –pag. 17

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Nespolo “Anpi in piazza contro l’intolleranza E cancelliamo subito i decreti sicurezza”

La presidente dell’Associazione dei partigiani

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CARLA NESPOLO, 76 anni, PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE PARTIGIANI
(ANPI) DAL 2017

di Giovanna Casadio 

ROMA — «Il governo dia un segnale di antifascismo: abolisca i decreti sicurezza ». Carla Nespolo, la presidente dell’Associazione partigiani, 76 anni, chiede alla maggioranza giallo-rossa di battere un colpo e annuncia le 150 piazze che si riempiranno di iniziative oggi e domani in tutt’Italia.

Presidente Nespolo, fate partire un tesseramento straordinario dell’Anpi il cui titolo è: dare forza all’antifascismo. Lei ritiene il rischio di fascismo forte?

«Penso che la radice antifascista del nostro paese sia più forte del fascismo. Ma vedere in piazza San Giovanni la destra e Salvini con CasaPound e queste persone che si permettono di invocare la libertà di espressione contro l’oscuramento dei loro siti Facebook, è un rischio che non va sottovalutato. Il fascismo non è un’opinione, è un crimine: come ricordava Pertini. Da tempo assieme a tante altre associazioni abbiamo promosso un appello e una raccolta di firme per chiedere lo scioglimento delle formazioni filo fasciste. Solo così si rispetta davvero la Costituzione e soprattutto il sacrificio di tante partigiane e partigiani».

Però ora non c’è più la destra sovranista di Salvini al governo.

«Certo non sentire, un giorno sì e l’altro anche, i proclami razzisti non dispiace. Però attendiamo questo nuovo governo ad alcune prove dei fatti».

Quali segnali vorreste?

«L’eliminazione dei decreti sicurezza per prima cosa. Io avevo fatto un appello a tutti i parlamentari chiedendo di non votare questi decreti. Ora la cosa va risolta. Così come lo ius soli deve essere approvato. Trovino il modo, non se ne può fare a meno: è una legge sull’integrazione. E sono particolarmente amareggiata per il voto al Parlamento Ue che ha negato l’apertura dei porti alle Ong».

Sono 150 le mobilitazioni dell’Anpi in questo fine settimana.

Perché?

«Abbiamo organizzato iniziative in tantissimi paesi e città d’Italia: 150 banchetti, incontri, spettacoli, dibattiti. L’obiettivo è di insistere in questa fase di crisi democratica in Italia e nel mondo per dare forza all’antifascismo. E iscriversi all’Anpi è un modo per rilanciare, nel momento in cui soffiano venti di guerra in Siria e non solo, la cultura della pace. Ma anche per la lotta contro il razzismo, contro gli egoismi, contro la mancanza di rispetto. Voglio sottolineare che a lavorare a questo sono volontari, anziani, giovani. A Roma in questi due giorni ci saranno più di 30 iniziative, a Bologna più di 15, solo a Brindisi 5, e poi Napoli, Palermo, Genova, Venezia, Mestre, Udine. La presenza antifascista in questo paese è una cosa seria, solida.

Non lo dico per vanità ma per un certo orgoglio di presidente dell’Anpi. L’Anpi nel 2020 compie 75 anni: siamo antichi, ma anche moderni».

Perché siete contrari al taglio dei parlamentari approvato dalle Camere?

«Già dal 2016 abbiamo detto No al referendum di Renzi difendendo la Costituzione che non è intoccabile, ma non va stravolta. Mi auguro arrivino i contrappesi, a cominciare dalla legge elettorale. Il semplice taglio priva i cittadini di rappresentanza, depotenzia il potere legislativo a vantaggio del potere esecutivo. E per cosa? Per un discorso di risparmio irrisorio. Ma le riforme istituzionali si fanno per fare funzionare il paese. Invece questo è il prezzo che si paga all’antipolitica».

Al Senato si discuterà martedì della commissione straordinaria contro razzismo, antisemitismo, istigazione all’odio su proposta della senatrice a vita Liliana Segre.

«Molto bene. Non è accettabile in una convivenza civile che un ragazzo sia insultato perché la sua pelle ha un colore diverso dalla mia. Non è accettabile che una mamma morta in mare abbracciata al suo bambino non susciti indignazione e pietà. Non è accettabile che un giornalista venga insultato perché ebreo. Né l’odio sul web. La violenza contro la persona umana deve indignare».

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