https://www.youtube.com/watch?v=IS-I2_D_CWE
Le Mantellate so’ delle suore
A Roma so’ soltanto celle scure
Una campana sona a tutte l’ore
Ma Cristo nun ce sta dentro a ‘ste mura
Ma che parlate a fa’
Ma che parlate a fa’
Qui dentro ce sta solo infamità.
Carcere femminile ci hanno scritto
Sulla facciata d’un convento vecchio
Sacco de paja ar posto der tu’ letto
Mezza pagnotta e l’acqua dentro ar secchio.
Le Mantellate so’ delle suore
A Roma so’ soltanto celle scure
Una campana sona a tutte l’ore
Ma Cristo nun ce sta dentro a ‘ste mura
Ma che parlate a fa’
Ma che parlate a fa’
Qui dentro ce ‘sta solo infamità.
Nell’amore abbi fede ci hanno detto
Domenica mattina alla funzione
Tre mesi che me svejo e che t’aspetto
Cent’anni che s’è chiuso ‘sto portone.
Le Mantellate so’ delle suore
A Roma so’ soltanto celle scure
Una campana suona a tutte l’ore
Ma Cristo nun ce sta dentro a ‘ste mura.
Ma che parlate a fa’
Ma che parlate a fa’
Qui dentro ce ‘sta solo infamità.
CANZONI CONTRO LA GUERRA
https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?lang=it&id=5746
La campana delle Mantellate.
E’ la campana in bronzo della Chiesa delle Mantellate che per molti secoli, con il suo rintocco, ha segnato lo scandire delle ore nella quotidianità del carcere. Attualmente il reperto storico si trova presso il museo criminologico del Ministero della Giustizia.
Alzi la mano chi conosce “Le Mantellate” e non la crede un’antica canzone popolare romana. Eppure è stata scritta nel 1959 da Giorgio Strehler e Fiorenzo Carpi per Ornella Vanoni. Tre milanesi ( ma Strehler è triestino e Fausto Amodei è torinese…) che si mettono a scrivere una serie di canzoni della mala nei vari dialetti italiani facendo credere a tutti che si tratti di autentiche canzoni popolari; all’operazione, presentata nel 1959 al “Festival dei Due Mondi” di Spoleto, partecipa anche Fausto Amodei. Le Mantellate ne è uno degli esempi più celebri, talmente celebre che diviene col tempo un’effettiva canzone popolare; e lo diviene ad un livello tale, che praticamente non esiste artista romano che non l’abbia inclusa nel suo repertorio, da Lando Fiorini alla grande Gabriella Ferri, che ne diede una indimenticabile interpretazione nel 1966 nel suo album di esordio. Ornella Vanoni la incide anche in singolo nel 1971; curiosamente, e significativamente, sul lato B del disco c’è Il Disertore nella versione di Giorgio Calabrese. Così tanto per sottolineare a cosa viene associata la galera. [RV]
Volendo sono quattro versi, altrimenti era una persona vera ,in via delle Mantellate,appoggiata alle mura di Regina Coeli, sempre di carcere si tratta proprio di fronte ad una palazzina ristrutturata (anni ’70), dove abitavano due , anzi tre mie amiche.
La sera verso il tramonto si sentivano i richiami provenire dal Gianicolo che è proprio sopra Trastevere, i parenti dei carcerati, soprattutto le donne, mandavano notizie dei figli e della famiglia. All’epoca erano ancora carcerati “de core” la maggior parte ladri di macchine e d’appartamenti che scappavano se sentivano qualcuno, la droga ancora era alle origini, e anche i ladri sapevano essere gentiluomini ( ma questa è un’altra storia che mi coinvolse direttamente).
E allora, in quell’ambiente, in quella strada c’era: la vecchia di Regina Coeli ed io la conoscevo:
C’è una vecchia seduta sulla strada
vende sigarette usate ai detenuti
e la notte s’addormenta piegata
al muro del carcere.
In via delle Mantellate
p.s. quel ” in via delle Mantellate” in chiusura, s’è intrufolato senza averne il permesso!