SIAMO STATI A SASSOCORVARO, 3.414 ABITANTI NELLA PROVINCIA DI PESARO URBINO — molto dal blog : IL FEDERICO

 

 

 

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Sassocorvaro è stato un comune italiano di 3 414 abitanti ( dati 2018 ) della provincia di Pesaro e Urbino.

In seguito a referendum popolare del 2 dicembre 2018, si è avviata la procedura di unificazione al comune di Auditore.Dal 1 gennaio 2019 è stato istituito il comune di Sassocorvaro Auditore, del quale è divenuto capoluogo

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Il borgo, articolato attorno alla rocca Ubaldinesca, si erge su un colle che domina la valle del fiume Foglia. Tra Sassocorvaro e la sua frazione di Mercatale si estende un lago artificiale, chiuso da una diga, che porta il nome della suddetta frazione. Viene utilizzato per la fornitura di acqua potabile nei paesi limitrofi.

 

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Mercatale e il suo lago

 

 

 

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sassocorvaro illuminato di notte

 

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con la neve

 

 

Chiesa di San Valentino, esterno

chiesa di San Valentino a Sassocorvaro — da ” Il Federico ”

 

 

 

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Sassocorvaro Auditore sul lago di Mercatale

 

 

 

Premio 2015 dal Ministero dell’istruzione alla Scuola Media Angelo Battelli

 

Fabio centurioni – Opera propria—Orto dietro la scuola Angelo battelli Sassocorvaro

 

 

Nel 2015 il ministero ha premiato gli «Ortolani del Montefeltro» con un assegno di 40000 euro. Il progetto scolastico è stato il migliore tra 500 in concorso. Per oltre un anno gli studenti si sono cimentati nella progettazione, realizzazione e sviluppo di un vero e proprio orto sottraendo al degrado un angolo del loro campus scolastico e approfondendo aspetti tecnologici per l’ecosostenibilità, ha fruttato sì i complimenti degli esperti di Expo Milano 2015, ma è maturato anche in un contributo in denaro di 40mila euro da poter investire per il bene dell’intera scuola. La partecipazione al concorso “L’eredità di Expo per la Scuola” è stato possibile grazie all’entusiasmo che le insegnanti Bertini e Corbucci, ideatrici e responsabili del progetto, hanno saputo infondere.

 

 

IL FEDERICO — 17 GENNAIO 2018

http://www.ilfederico.com/cosa-vedere-sassocorvaro/

 

 

Cosa vedere a Sassocorvaro: il centro storico

La Rocca Ubaldinesca

Senza dubbio è la rocca la principale (e davvero peculiare) attrattiva cittadina. Con la sua forma a tartaruga, simbolo alchemico di forza e durevolezza, risulta uno dei fortilizi più curiosi e incredibili d’ogni dove. Realizzata nella seconda metà del ‘400 con lo scopo di divenire la prima struttura difensiva resistente alle armi da fuoco, fu invece, dal punto di vista militare, un vero e proprio fallimento: le superfici curve delle mura si mostrarono capaci sì di ridurre la potenza d’impatto dei colpi, ma al contempo rendevano vita difficile ai difensori per la scarsa visibilità. Un vero e proprio insuccesso, dunque, che il suo ideatore (il celebre Francesco di Giorgio Martini) si guardò bene dal citare nei suoi scritti.

Ad ogni modo, la rocca di Sassocorvaro ebbe occasione di riscatto cinque secoli dopo la costruzione quando, nell’ambito della cosiddetta Operazione salvataggio di cui era incaricato il coraggioso Pasquale Rotondi, ospitò e letteralmente salvò l’arte italiana dalla furia nazista: all’interno dell’edificio vennero ammassati e occultati agli occhi del nemico lavori di Piero della Francesca, Caravaggio, Raffaello, Giorgione, Mantegna e tanti altri. Oltre seimila opere tra le più preziose, a quel che si dice, vi trovarono rifugio.

La fortezza non solo è nota agli appassionati di storia, ma lo è anche negli ambienti esoterici. Questo per via dei numerosi simboli alchemici che si celano nelle sue stanze e… anche a causa dei fantasmi che, come in ogni castello che si rispetti, non potevano certo mancare.

 

 

CI SIAMO GIA’ OCCUPATI DI PASQUALQ ROTONDI QUI ::: 

SALVATORE GIANNELLA, GIANNELLA CHANNEL, ” Sulle tracce di Pasquale Rotondi, salvatore dell’arte, tra picchi e vallate, rocche e musei del Montefeltro ” +++ CHI E’ STATO PASQUALE ROTONDI (molto in breve, da: WIKI):: ha salvato circa diecimila opere d’arte italiane, e noi che ci occupiamo di arte…fin da piccoli, non ne abbiamo mai sentito parlare!, ch.

 

Il Duca Federico non è semplicemente un eccellente capitano di ventura, è molto di più: è un impresario della guerra. Il Signore di Urbino, infatti, assieme a quella che oggi potremmo definire la sua “azienda bellica”, non si limita a condurre operazioni militari su richiesta, ma è in grado di fornire eserciti formati ed equipaggiati e saprebbe apportare anche comprovate conoscenze di architettura militare nel caso in cui il committente abbia necessità di rivedere le sue strutture di difesa. Non è solamente per proteggere il territorio, dunque, che il nord delle Marche ospita tutti questi castelli: le imponenti e sublimi strutture militari testimoniano la profonda sapienza del duca e della sua squadra in ambito bellico. E per essere i primi della classe, per essere all’avanguardia, è necessario sperimentare. Ma non sempre gli esperimenti vanno a buon fine. E questo è il caso della Rocca Ubaldinesca di Sassocorvaro.

 

La Rocca Ubaldinesca di Sassocorvaro

La Rocca Ubaldinesca di Sassocorvaro

 

 

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Uno degli uomini a cui il duca è più legato è senza dubbio il conte Ottaviano degli Ubaldini, tant’è vero che è costui ad assumere la reggenza dello Stato, ad amministrare il denaro e a ricevere gli ambasciatori quando Federico è assente. Non stupisce quindi che attorno al 1470 il Signore di Urbino affidi al suo braccio destro Ottaviano lo strategico borgo di Sassocorvaro, ordinandogli, inoltre, di fortificarlo con l’aiuto dell’architetto senese Francesco di Giorgio Martini.

Francesco si trova subito a dover fare i conti con diverse problematiche.

Per prima cosa, Federico non è uomo attento solo alle cose pratiche, ma è anche un esteta. La rocca non dovrà essere allora soltanto funzionale, dovrà anche essere bella.

In secondo luogo, c’è da accontentare il committente vero e proprio, Ottaviano degli Ubaldini. Il conte, però, non è un cliente facile. Egli, oltre a essere un letterato e un filosofo, è anche un astrologo e un grande appassionato di esoterismo: non è sufficiente che la struttura sia a metà strada tra fortezza e palazzo signorile, Ottaviano è ben deciso a darle la forma di una tartaruga, simbolo alchemico di forza e durevolezza.

La pianta della Rocca Ubaldinesca di Sassocorvaro che evidenzia una caratteristica forma 'a tartaruga'

La pianta della Rocca Ubaldinesca di Sassocorvaro che evidenzia una caratteristica forma ‘a tartaruga’

Infine all’architetto è richiesto di centrare un obiettivo ambizioso: realizzare il primo fortilizio resistente a una nuova e terribile arma detta “bombarda”. E per raggiungere lo scopo, Francesco costruisce la rocca con l’idea di rendere le mura che dovranno opporsi agli assalti continuamente sfuggenti. In pratica egli è convinto che un’arma da fuoco produrrà più danni colpendo una superficie piatta piuttosto che una superficie convessa o, detto più semplicemente, a pancia.

Tuttavia, la fortezza non è ancora terminata che il senese si rende conto che a tanta bellezza non fa da contraltare altrettanta efficienza bellica: le forme tondeggianti impediscono una buona visibilità e riducono di molto la possibilità difensiva.

Dal punto di vista militare, dunque, la Rocca di Sassocorvaro è un vero e proprio insuccesso, un fallimento che Francesco di Giorgio Martini si guarderà bene dal citare nei suoi trattati. Ma sono proprio quelle sue forme “sbagliate” a differenziare il fortilizio di Sassocorvaro da tutti gli altri capolavori dell’architetto senese, rendendolo unico e stravagante.

 

 

Busto raffigurante Francesco di Giorgio Martini posto all'ingresso della Rocca Ubaldinesca

 

Busto raffigurante Francesco di Giorgio Martini posto all’ingresso della Rocca Ubaldinesca

 

Ma la Rocca di Sassocorvaro non è famosa solo tra gli appassionati di storia, è ben conosciuta anche negli ambienti esoterici. Sono numerosi i sensitivi che affermano, entrando al suo interno, di percepire rumori di battaglia. Inoltre si dice che il fortilizio sia abitato da due spiriti: il primo potrebbe essere quello di Corrado Cariati, ucciso a tradimento dai Malatesta e poi sepolto nell’edificio stesso; il secondo si racconta sia quello di Elisabetta Valentini, accusata di tradimento e uccisa a colpi di pugnale dal marito.

Come se tutto ciò non bastasse a rendere il castello uno dei più caratteristici, c’è da annotare anche un’altra curiosità, il piccolo teatro realizzato al suo interno sul finire dell’Ottocento.

 

 

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A spasso per vicoli e vie di Sassocorvaro

Uscendo dalla Rocca Ubaldinesca, gli occhi non possono fare a meno di posarsi sulla caratteristica Torre dell’orologio, un campanile vecchio di otto secoli che si staglia su un panorama d’incanto fatto dell’azzurro del lago sottostante e delle linee ora dolci, ora più decise, dei rilievi del Montefeltro. E’ proprio la torre l’unica superstite dell’ormai scomparso duecentesco luogo di culto dedicato a San Francesco d’Assisi che qui trovava ubicazione.

Sassocrovaro - Torre dell'orologio

Sassocrovaro – Torre dell’orologio

Dinnanzi alla Torre dell’orologio troviamo il cinquecentesco Oratorio di San Rocco. L’edificio ad unica navata, successivamente riattato a sacrario per i caduti della Grande Guerra, fu originariamente eretto dalla famiglia Doria a seguito di un epidemia di peste. Interessante il dipinto di chiara ispirazione baroccesca posto sull’altare maggiore – attribuito a Giovan Battista Urbinelli – che immortala la Vergine col Bambino e i santi Rocco e Sebastiano con in secondo piano una veduta di Sassocorvaro.

Rimanendo sulla via principale (via Crescentini), senza troppo camminare, alcune forme in ferro battuto poste sulla facciata di un’abitazione si fanno notare: è un sistema di misurazione adottato anticamente in paese.

Poco lontano, una delle storiche porte d’accesso al castello detta Volta della Croce e, esattamente sopra questa, un campanile: è il campanile della collegiata di San Giovanni Battista, la principale chiesa cittadina. Questo luogo sacro, citato in un documento datato 1296, venne distrutto dalle truppe al soldo di Federico da Montefeltro quando Sassocorvaro cadde nelle di lui mani e ricostruito nel 1486. Diversi furono gli interventi subiti dalla chiesa nel corso del tempo e oggi essa si presenta esteriormente con una facciata novecentesca impreziosita da un rosone. L’interno, ad unica navata e sormontato da un soffitto a cassettoni, custodisce numerosi dipinti degni di nota.

Sulla minuta piazza appena fuori San Giovanni Battista se ne sta un’altra terrazza panoramica e, poco sotto, una scalinata che punta verso il basso. Imboccandola, il forestiero si troverà presto dalle parti di una chiesetta in laterizio che tutto fa tranne attirare l’attenzione. E’ una struttura dai tratti semplici che, tuttavia, contribuisce a fare di Sassocorvaro meta graditissima agli amanti: si dice infatti che siano conservati qui, e non a Terni, i resti mortali di San Valentino . E diversi indizi parrebbero confermare la tesi.

La ripida viuzza continua a scendere, prende a costeggiare le mura castellane e conduce il visitatore presso tre antiche porte d’accesso: la Portaccia, il Voltone e la Porta delle Coste. Quest’ultima, parliamo di Porta delle Coste, è luogo che contribuisce a rafforzare quell’appellativo di borgo esoterico d’Italia sovente appioppato a Sassocorvaro: secondo la tradizione, ogni 26 agosto, sarebbe infatti possibile udire pianti, gemiti e i tipici rumori di una battaglia. Curioso a proposito il fatto che proprio il 26 agosto 1446 Sassocorvaro fu teatro di scontri tra le truppe urbinate e quelle riminesi, scontri che sfociarono in un tragico saccheggio dell’abitato.

Sassocorvaro - Porta delle Coste

Sassocorvaro – Porta delle Coste

Cosa vedere a Sassocorvaro: per villaggi e castelli

Numerose sono le frazioni che gravitano attorno al capoluogo comunale. La più popolosa è Mercatale che, posta in una posizione comoda e pianeggiante, ha visto negli ultimi anni il numero di residenti accrescere a dismisura. Ci sono poi CaprazzinoBronzo e l’isolata San Donato in Taviglione. Ogni abitato, in effetti, conserva qualche elemento di un certo interesse per il visitatore, ma la vera meraviglia sta altrove: nei castelli di Piagnano e di Valle Avellana.

Il primo, Piagnano, è un borgo murato dove il tempo pare essersi fermato al medioevo e dove ogni pietra parrebbe aver immagazzinato storie a non finire. Oggi sono in pochi a conoscere questo minutissimo abitato, ma un tempo era addirittura una capitale, capitale della contea degli Oliva, nobile famiglia che seppe destreggiarsi egregiamente nello scacchiere politico d’allora nonostante l’ingombrante nomea dei vicini Montefeltro e Malatesta.

Per i vicoli di Valle Avellana

Per i vicoli di Valle Avellana

Il medioevo continua a strizzare l’occhio al visitatore che si accinge a visitare la campagna sassocorvarese e porta lui in dono un altro borghetto murato conosciuto come Valle Avellana. Qui il panorama ha dell’incredibile e sono ancora visibili un vecchio arco gotico che doveva essere l’antica porta d’accesso al paese, il forno pubblico e il selciato originale. Poco lontano dal nucleo abitativo principale, l’imponente chiesa di San Giorgio fa bella mostra di sé. Ma è un altro edificio religioso, decisamente più timido e nascosto allo sguardo, quello più affascinante: è la piccola chiesa romanica di Santa Maria in Silvis che si incontra proseguendo per la via. Si tratta di un luogo carico di spiritualità, dove l’anima può rifiatare e dove natura e silenzio la fanno da padrone.

Scopri i nostri approfondimenti sui luoghi d’interesse della cittadina

Storia di Sassocorvaro, in breve

Non si conosce con precisione l’anno in cui sorse Sassocorvaro, certo è che un documento datato 1061 incentrato sul territorio non fa menzione del borgo. Questo fa supporre che il castello venne fondato nel lasso di tempo che va dalla data del citato incartamento al XII° secolo.

Nel 1200 l’abitato era sotto il dominio della famiglia guelfa dei Berardini. Ciò non poté che portare a più di un qualche brusco scambio di vedute con la ghibellina Urbino, ma a volte Davide riesce a imporsi su Golia: con l’affermarsi del potere della Chiesa nel 1282, Sassocorvaro venne elogiata dal Pontefece per la fedeltà dimostrata, sottratta alla giurisdizione urbinate e assegnata a quella di Casteldurante (oggi Urbania).

Dal XIV° secolo toccò ai sassocorvaresi di sottostare al dominio crudele della famiglia Brancaleoni, famiglia contro la quale insorsero più volte. Ma Sassocorvaro era un bocconcino troppo goloso per non attirare le mire dei potenti vicini Malatesta e Montefeltro. E infatti nel 1424 Urbino, sostenuta da Papa Martino V°, le dichiarò guerra. Sassocorvaro allora chiese aiuto a Rimini, mossa che consentì ai Brancaleoni di mantenere il controllo sui loro possedimenti fino al 1430, anno in cui Sassocorvaro dovette sottomettersi al Signore urbinate.

Sassocorvaro - la ripida scalinata che costeggia la cinta muraria

Sassocorvaro – la ripida scalinata che costeggia la cinta muraria

Per trent’anni regnò l’instabilità, e l’abitato vide avvicendarsi in continuazione Montefeltro e Malatesta in qualità di dominatori. Poi, siamo nel 1463, ci fu la battaglia del Cesano che segnò la fine della casata riminese e Sassocorvaro entrò definitivamente a far parte del piccolo Stato d’Urbino.

Nel 1470 Federico da Montefeltro fece del talentuoso e fedele Ottaviano degli Ubaldini il conte di Sassocorvaro, titolo che mantenne fino alla morte (1498).

Nel 1502 l’intero ducato cadde nelle mani del temibile Cesare Borgia, che tuttavia non dovette godere a lungo delle sue conquiste.

Nel 1504 il Duca Guidubaldo, tornato al comando dello Stato, assegnò Sassocorvaro al veronese Gianandrea de Bravis. Una volta estintasi quest’ultima signoria, il paese passò nelle mani della famiglia genovese dei Doria e vi rimase fino al 1626, anno in cui tornò a essere cosa della Chiesa di Roma.

Scopri con google maps come arrivare a Sassocorvaro

Rimandiamo al sito comunale per maggiori informazioni

BIBLIOGRAFIA

  • D. SACCO, La provincia dei Centoborghi, Metauro, 2006
  • F. FRATERNALI, Sassocorvaro in tasca, Ciabocchi Editore, 2015
  • F. FRATERNALI, Montefeltro da scoprire, Ciabocchi Editore, 2014

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2 risposte a SIAMO STATI A SASSOCORVARO, 3.414 ABITANTI NELLA PROVINCIA DI PESARO URBINO — molto dal blog : IL FEDERICO

  1. Donatella scrive:

    La Rocca Ubaldinesca sarà un fallimento dal punto di vista difensivo, ma è un capolavoro dal punto di vista estetico.

  2. mariapia. scrive:

    è veramente un peccato che questo articolo bellissimo sia stato fatto solo per me…… peccato che non siete voluti venire con noi…. hai trovato il premio che gli danno: Premio Rotondi e prossimamente anche uno del rotary…,il pavone come diceva sua mamma è molto contento, però niente dobloni…

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