Nel 1955, a 40 anni, l’usignolo fragile si guadagna il palco dell’Olympia, tempio della musica francese…
il successo non attenua il suo male di vivere e di lei dirà l’amico Charles Aznavour: «Nessun altro come lei riusciva a mischiare gioia di vivere e capacità autodistruttiva».
EDITH PIAF E JEAN COCTEAU NEL 1963, 11 OTTOBRE
EDITH PIAF
con il pugile Marcel Cerdan, il grande amore della sua vita, morto nel 1949 in un tragico incidente aereo. Un lutto che farà cadere la cantante in una depressione che l’accompagnerà per il resto della vita.
Risale a questo periodo la sua canzone simbolo, La vie en rose, scritta, come racconta lei stessa, con la matita degli occhi sul tovagliolo di un café.
È in questi anni che si innamora di un giovane Yves Montand e forte del suo successo lo aiuta a emergere come cantante, esibendosi con lui al Moulin Rouge e incidendo il brano C’est merveilleux.
Durante la guerra, nella Parigi occupata dai nazisti, Édith canta per i soldati tedeschi ma usa la sua popolarità per aiutare molti prigionieri di guerra, tanto da meritarsi a fine conflitto il riconoscimento di eroina della resistenza francese.
A 20 anni viene notata dall’impresario Louis Leplée mentre canta all’angolo di una strada: finalmente Édith avrà un vero palco su cui esibirsi con lo pseudonimo di La Môme Piaf. È il 1935 e a Parigi è nata una stella.
Tra le prime dure prove che la vita sottopone a Édith, c’è la perdita per meningite della figlioletta Marcelle di due anni, avuta a 17 anni da Louis Dupont. Di questo trauma la cantante non vorrà mai parlare.
La leggenda vuole che Édith Gassion – questo il vero nome della Piaf – sia nata 100 anni fa sugli scalini del civico 72 di rue Belleville, a Parigi, con l’aiuto di un poliziotto. Figlia di due artisti di strada (la madre di origini francesi e berbere era nata a Livorno), la piccola Édith ha presto a che fare con la miseria e a 8 anni si esibisce insieme al padre cantando per guadagnarsi da vivere.