NATIONAL GEOGRAPHIC DEL 2 NOVEMBRE 2010
http://www.nationalgeographic.it/fotografia/2010/11/02/foto/foto_estreme-131605/1/
Scatti estremi, la natura fa spettacolo
Fotografie in ambienti estremi, spesso in condizioni difficili. A meno 40 gradi o a breve distanza da animali pericolosi. A loro è dedicata una mostra all’Annenberg Space for Photography di Los Angeles. Tra i protagonisti due grandi fotografi di Nat Geo.
La mostra Extreme Exposure raccoglie fotografie di Clyde Butcher, Michael Nichols, Paul Nicklen e Donna & Stephen O’Meara. Fino al 17 aprile all’Annenberg Space for Photography di Los Angeles.
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Fotografia di Paul Nicklen
Admiralty Inlet, Nunavut, Canada 1995
Un orso polare si scuote dopo un tuffo sotto i ghiacci.
Fotografia di Michael Nichols, National Geographic
Loango National Park, Gabon, Africa 2003
Un ippopotamo fa surf su una costa del Gabon. “Gli ippopotami surfisti” sono estremamente rari, la maggior parte degli ippopotami si limita a guadare fiumi o laghi. Dopo la creazione di 13 parchi naturali, gli ippopotami sono ormai specie protetta.
Fotografia di Paul Nicklen
Anvers Island, Antarctica febbraio / marzo 2006
Una femmina di foca leopardo consegna la sua preda, un cucciolo di pinguino ancora vivo, porgendola direttamente verso la fotocamera.
Fotografia di Michael Nichols, National Geographic
Riserva naturale, Kenya, Africa 2007
Circondato e protetta da femmine adulte, giovani elefanti giocano e fanno finta di combattersi. Dopo aver assistito al loro massacro in Chad, Nichols ha lavorato per diffondere la consapevolezza che gli elefanti sono creature senzienti, caratterizzate da profondi legami famigliari.
Fotografia di Paul Nicklen
Port Lockroy, Antarctica febbraio / marzo 2006
Un cucciolo di pinguino da una sbirciatina sotto il ghiaccio per controllare che non ci siano esemplari di foca leopardi, prima di “affidarsi al destino”.
Fotografia di Michael Nichols, National Geographic
Bandhavgarh National Park, India 1996
Una giovane tigre, recentemente buttata fuori dal branco dalla madre, cerca sollievo dal caldo bollente dello stagno sottostante, nonostante il misto di foglie secche e urina di scimmia che lo compongono.
Fotografia di Paul Nicklen
Ellesmere Island, Nunavut, Canada 1994
Nella terra del Sole di mezzanotte, un orso polare caccia a una temperatura di meno quaranta gradi centigradi. Sono le 3 del mattino.
Fotografia di Donna and Stephen O’Meara
Kilauea Volcano, Isole Hawai, dicembre 2008
La lava fluisce all’interno di una spiaggia di sabbia nera appena formata, durante il suo cammino verso l’Oceano Pacifico.
Fotografia di Michael Nichols, National Geographic
Gabon, Africa 2000
Un mandrillo, orfano in seguito a un corpo di arma da fuoco, afferra la fotocamera dopo essere stato catturato e legato con una fune in una sessione di caccia.
Fotografia di Clyde Butcher
Big Cypress National Preserve, Florida 1986
“Dopo aver inseguito le fasi lunari per mesi, ho posizionato la mia fotocamera su una scala e chiuso l’otturatore. Non ha funzionato. Ho sostituito quindi l’obiettivo e ho usato un filtro nero come otturatore, cercando di indovinare il tempo di esposizione. Questo è il risultato”.
Fotografia di Paul Nicklen
St. Andrews Bay, South Georgia Island, novembre 2008
Pinguini reali ed elefanti marini si radunano sulla spiaggia durante la stagione della riproduzione.
Fotografia di Paul Nicklen
Bellsund, Spitsbergen, Norvegia – luglio 2007
Un maschio di tricheco sbatte le zanne contro i ghiacci, inviando implicitamente un avvertimento al fotografo semi-sommerso sotto la loro superficie. Le grandi zanne dei tricheci adulti possono crescere fino a una lunghezza di 90 centimetri. Le femmine preferiscono radunarsi nelle acque russe ad est, la popolazione di trichechi che affolla le acque dell’arcipelaghi di Svalbard in Norvegia, è quindi primariamente maschile per gran parte dell’anno.
Fotografia di Donna e Stephen O’Meara
Vulcano Kilauea, isole Hawai. Agosto 2006
I vulcani hawaiani eruttano lava calda e setosa. La lava può essere densa come cemento o fluida come sciroppo. Il flusso di lava cola dalle scogliere nell’Oceano Pacifico, scendendo dal fianco orientale del vulcano Kilauea, nei pressi di Waikupanaha.
Fotografia di Clyde Butcher
Ten Thousand Islands, Florida 1989
“Mi ero già imbattuto nella bellezza scultorea di questa mangrovia, ma la luce non era ideale per scattare una fotografia. Poi un mattino d’estate ho trovato finalmente le condizioni ideali per farlo. Dopo essere sopravvissuta all’uragano Donna nel 1960, la mangrovia è stata distrutta dall’uragano Andrew nel 1992”.
Michael Nichols, National Geographic
Bujumbura, Burundi, Africa 1989
Whiskey, uno scimpanzè di cinque anni è tenuto in cattività in un’autorimessa. E’ incatenata al collo a un gabinetto umido e ormai dismesso, dopo essere diventata troppo pericolosa per essere considerata un semplice animale domestico.
Fotografia di Michael Nichols, National Geographic
Repubblica Centrafricana, Africa 1993
Tutti gli elefanti della foresta temono gli umani; questo elefante va alla carica, dopo aver riconosciuto l’odore del fotografo.
Vai al volume dei grandi fotografi di National Geographic dedicato a Paul Nicklen.
Vai al volume dei grandi fotografi di National Geographic dedicato a Michael Nichols.
Vedi anche
- Paul Nicklen, il fotografo dei ghiacci
- Fratello scimpanzè
- Annie Griffiths, la pioniera
- William Albert Allard
Terribile la foto di quella povera scimmia incatenata.
Terribile la foto di quella povera scimmia incatenata.
Nell’ambito della consolidata rubrica ” Non c’entra niente” ecco il film di Wim Wenders, “Submergence”, del 2017.
Un uomo e una donna si incontrano ai nostri giorni su una spiaggia della Normandia e si innamorano. Lui, James, è un cooperante internazionale che in realtà lavora per lo spionaggio britannico; lei, Danielle, è una biomatematica che studia i fondali degli oceani. Dopo il breve incontro, lui volerà in Somalia per un’operazione di intelligence che prevede come copertura la partecipazione ad un progetto idrico in una zona dominata dagli estremisti islamici; lei scenderà nelle profondità del Mare Glaciale Artico per sondare il buio degli abissi. Decidono però di restare uniti e promettono di rivedersi. James però sarà preso in ostaggio dai jihadisti e Danielle continuerà la sua missione preoccupata del silenzio dell’uomo che ama.
La trama del film è tratta dal libro omonimo”Submergence” di Jonathan M. Ledgard, giornalista dell’Economist, che ha vissuto in prima persona le esperienze che fanno da sfondo al romanzo durante la sua attività di reporter ad Al-Shabaab, in Africa Orientale e in Somalia. Si arricchisce poi della sua conoscenza del mondo sottomarino, il cui studio ci permetterebbe molto probabilmente di trovare soluzioni per la sopravvivenza del nostro pianeta.
Il titolo del film risponde a quello che, secondo l’autore, dovrebbe essere messo in luce per mezzo della conoscenza e di una volontà buona da parte dell’uomo. Da una parte c’è l’abisso di tutto quello che non conosciamo e che andrebbe indagato con modestia e pazienza; dall’altra c’è la violenza, altrettanto abissale, dell’uomo, che tortura, uccide, distrugge in nome di divinità che dovrebbero rappresentare la sacralità di ogni forma di vita. Il film non dà risposte certe, ma è una meditazione sulla complessità del mondo e del genere umano in particolare. Nel film un ruolo particolare gioca la luce, che entra nelle fessure del carcere o paurosamente sparisce nel sottomarino che si inabissa nel Mare Glaciale Artico.
Scheda del film: Germania 2017; durata: 1h52; interpreti: James McAvoy, Alicia Vikander, Alexander Siddig, Celyn Jones, Reda Kateb; sceneggiatura: Erin Bugnam; fotografia: Benoit Debie; montaggio: Toni Froschammer, musiche: fernando Velasquez.
Terribile la foto di quella povera scimmia incatenata.
Nell’ambito della consolidata rubrica ” Non c’entra niente” ecco il film di Wim Wenders, “Submergence”, del 2017.
Un uomo e una donna si incontrano ai nostri giorni su una spiaggia della Normandia e si innamorano. Lui, James, è un cooperante internazionale che in realtà lavora per lo spionaggio britannico; lei, Danielle, è una biomatematica che studia i fondali degli oceani. Dopo il breve incontro, lui volerà in Somalia per un’operazione di intelligence che prevede come copertura la partecipazione ad un progetto idrico in una zona dominata dagli estremisti islamici; lei scenderà nelle profondità del Mare Glaciale Artico per sondare il buio degli abissi. Decidono però di restare uniti e promettono di rivedersi. James sarà preso in ostaggio dai jihadisti e Danielle continuerà la sua missione preoccupata del silenzio dell’uomo che ama.
La trama del film è tratta dal libro omonimo”Submergence” di Jonathan M. Ledgard, giornalista dell’Economist, che ha vissuto in prima persona le esperienze che fanno da sfondo al romanzo durante la sua attività di reporter ad Al-Shabaab, in Africa Orientale e in Somalia. Si arricchisce poi della sua conoscenza del mondo sottomarino, il cui studio ci permetterebbe molto probabilmente di trovare soluzioni per la sopravvivenza del nostro pianeta.
Il titolo del film risponde a quello che, secondo l’autore, dovrebbe essere messo in luce per mezzo della conoscenza e di una volontà buona da parte dell’uomo. Da una parte c’è l’abisso di tutto quello che non conosciamo e che andrebbe indagato con modestia e pazienza; dall’altra c’è la violenza, altrettanto abissale, dell’uomo, che tortura, uccide, distrugge in nome di divinità che dovrebbero rappresentare la sacralità di ogni forma di vita. Il film non dà risposte certe, ma è una meditazione sulla complessità del mondo e del genere umano in particolare. Nel film un ruolo particolare gioca la luce, che entra nelle fessure del carcere o paurosamente sparisce nel sottomarino che si inabissa nel Mare Glaciale Artico.
Scheda del film: Germania 2017; durata: 1h52; interpreti: James McAvoy, Alicia Vikander, Alexander Siddig, Celyn Jones, Reda Kateb; sceneggiatura: Erin Bugnam; fotografia: Benoit Debie; montaggio: Toni Froschammer, musiche: fernando Velasquez.