ANSA.IT — 13 AGOSTO 2019 –ore 18,51
Governo, al Senato si vota il calendario della crisi. Salvini: ‘Votiamo il taglio dei parlamentari e subito al voto’
Franceschini: ‘Patto nel Pd per governo di legislatura’. FI contraria a lista unica con Salvini
E’ arrivato il momento del voto in Senato sul calendario della crisi di governo che è stato approvato a maggioranza ieri dalla conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama. In Aula ha parlato il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, tra le accese proteste, i fischi, il vociare da parte dei senatori del Pd. Il vicepremier ha iniziato il suo intervento parlando, ironicamente, della convocazione straordinaria del Senato che ha costretto i parlamentari a interrompere le ferie.
LA DIRETTA DAL SENATO
https://youtu.be/RrvX8yxO4k8
Un ping pong di reazioni, tra applausi, cori e proteste espresse finora dai senatori del Pd, (alcuni in piedi) da un lato dell’emiciclo del Senato, e dal lato opposto da quelli della Lega. In silenzio e fermi al loro posto, gli altri senatori.
“La Lega conferma quello che abbiamo ribadito alla conferenza dei capigruppo – ha detto il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo intervenendo nell’Aula di Palazzo Madama -: chiediamo all’Aula di votare un calendario diverso. Crediamo che per la crisi politica in atto sia necessario votare la nostra mozione di sfiducia domani alle ore 16 per rispetto” alle celebrazioni che si terranno domani a Genova nell’anniversario del crollo del ponte.
“Noi proponiamo che la mozione di sfiducia” al premier Giuseppe Conte “sia votata in coda al calendario, chi è vera opposizione dimostri di esserlo”: così in Aula al Senato Anna Maria Bernini, capogruppo di Fi. “Noi siamo qui in 55 e siamo qui per votare subito questa mozione. C’è chi “invece sta preparando nuovi progetti assolutamente contrati alla volontà popolari. La vera barzelletta sarà quando partito di Bibbiano e del vaffa day si metteranno insieme per governare l’Italia. Ci sarà da ridere”.
Ritirare i ministri? “No, perché mai. Ora parlo in Aula e sentirete”, aveva detto Salvini prima di intervenire a Palazzo Madama. “Oggi mi avete mandato dal notaio con Berlusconi… io sono stato al ministero tutto il tempo”.
L’INTERVENTO DI SALVINI IN SENATO – “Come sono lontani i riti della politica dal Paese reale con l’idea che non si debbano disturbare i poveri parlamentari a ferragosto”, ha detto Matteo Salvini in Aula al Senato. “Non capisco visto che per bocca del senatore Renzi avete già vinto tutta questa agitazione nervosismo, maleducazione”, ha detto Matteo Salvini in Aula parlando delle proteste all’inizio del suo intervento. “Invidio un po’ alcune abbronzature…”, aggiunge. “L’Italia vuole avere certezze e cosa di più bello, democratico, trasparente, lineare, dignitoso che dare la parola al popolo. Cosa c’è di più bello. Non capisco la paura, il terrore, la disperazione”, ha detto ancora. “Capisco il terrore da parte del senatore Renzi, comprensibilissimo: perché sa che con i disastri che ha fatto gli italiani lo mandano a casa immediatamente quindi piuttosto che lasciare la poltrona sta qua col Vynavil”, ha aggiunto Matteo Salvini in Aula al Senato. “Il bello è che saremmo noi gli antidemocratici e i fascisti che non vogliono andare alle elezioni e non vogliono far parlare la gente…”, ha detto ancora Salvini.
IL PUNTO
Forza Italia dice no all’ipotesi di un accordo con Matteo Salvini che comporti una lista elettorale unica e nel vertice a Palazzo Grazioli con Berlusconi boccia una possibile intesa che cancelli dal voto il simbolo di Fi. “Il coordinamento di presidenza di Forza Italia – sottolinea una nota degli azzurri – in relazione all’ipotesi di un listone di centrodestra, si dichiara radicalmente contrario a questa ipotesi. Forza Italia, pur auspicando un accordo di coalizione con gli altri partiti di centro-destra, non è disposta a rinunciare alla propria storia, al proprio simbolo e alle proprie liste in vista delle prossime elezioni Politiche”.
Parole alle quali Matteo Salvini per il momento non replica in maniera ufficiale, anche se l’aver fatto saltare l’incontro con Berlusconi è già una risposta. Ma il vicepremier e ministro dell’Interno, dopo aver passato la mattinata al Viminale e ribadito la chiusura dei porti alle navi delle Ong con 500 migranti a bordo, deve sciogliere anche un altro nodo: decidere se ritirare o meno i sette ministri leghisti dal governo, una mossa che nelle sue intenzioni dovrebbe imprimere un’ulteriore accelerazione alla crisi, anche se il premier Conte sembrerebbe intenzionato a presentarsi comunque in Senato il 20. E’ probabile che la decisione di Salvini arriverà dopo il voto dell’Aula del Senato. L’altra partita che si sta giocando è quella che ruota attorno all’ipotesi di un governo Pd-M5s, una “truffa” e una “vergogna” secondo il vicepremier leghista. Il presidente dei Dem Paolo Gentiloni ha convocato per il 21 agosto la direzione del partito, proprio a ridosso delle decisioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che in quei giorni potrebbe iniziare le consultazioni per il nuovo esecutivo.
Che potrebbe essere un ‘governo di transizione’ per mettere in salvo i conti pubblici ed evitare l’aumento dell’Iva, come ha proposto Matteo Renzi che è tornato ad attaccare il premier Conte – “in questo anno è stato sostanzialmente inesistente” – o un ‘governo politico e di legislatura’, come avanzato da Goffredo Bettini. Proposta che Renzi non boccia – “non mi impicco a formule” – e che Franceschini appoggia. “Bettini indica un percorso difficile ma intelligente che credo valga la pena provare a percorrere. Sarà pieno di insidie e potremo provarci solo con un patto interno al Pd: lavorare tutti come una squadra, unita intorno al segretario”. Zingaretti che non prende posizione ma torna a chiedere unità. “Il governo ha fallito. Ora è il momento della battaglia politica.
E’ il momento dell’unità e dell’allargamento delle forze per farci trovare pronti ad ogni evenienza”. E i cinquestelle? Al momento la priorità di Luigi di Maio è portare a casa il taglio dei parlamentari prima del voto di sfiducia a Conte, “nella consapevolezza di stare dalla parte giusta della storia”. Oggi il leader dei cinquestelle è tornato alla carica annunciando di aver formalizzato la richiesta di anticipazione della discussione della legge per il taglio del numero dei parlamentari, poi si è spostato a palazzo Chigi per continuare a lavorare e poi è partito per Genova, tenendosi costantemente in contatto con sia con Beppe Grillo sia il presidente della Camera Roberto Fico.
A me non sembra sbagliato approfittare di questa crisi, creata dal prendo-tutto di Salvini, per tentare di fare un governo costruttivo sia per l’Italia che per l’Europa. Certo, per un’azione del genere, occorre un impegno fortissimo da parte di tutti i contraenti, che in questo modo dovrebbero essere impegnati soprattutto a dimostrare che la politica, legata agli interessi veri degli italiani, può essere una cosa buona.