PER CHI VOLESSE VEDERE IL PADRE DELLA SCULTRICE :
Una scultura di
Jane McAdam Freud-Hers
LUCIAN FREUD, CELEBERRIMO PADRE DI JANE
L’ARCHITETTO ERNST FREUD, FIGLIO DI SIGMUND FREUD E’ IL NONNO DI JANE
Nationalité : Autriche
Né(e) à : Vienne , le 6/04/1892
Mort(e) à : Londres , le 7/04/1970
Biographie :
Ernst L. Freud, architecte, était le fils de Sigmund Freud. Il a travaillé à Berlin, dans le style Art Déco, pour une clientèle composée surtout de médecins.Il a quitté Berlin pour Londres en 1933 où il a été naturalisé anglais et a continué son métier.
Il est le père du peintre Lucian Freud.
UN’OPERA DI JANE
SAVONA NEWS — 3 AGOSTO 2019
UN’ALTRA SCULTURA DI JANE
Andora
UN’ALTRA OPERA
AUTORITRATTO
EVENTI | 03 agosto 2019, 10:00
LUCIAN FREUD, MY FATHER
PALAZZO TAGLIAFERRO AD ANDORA
INTERNO DI PALAZZO TAGLIAFERRO
Andora: inaugura oggi la personale di Jane
McAdam Freud-Hers
INTERNO DI PALAZZO TAGLIAFERRO, MOSTRA ” LE FAUX MIROIR ”
da una mostra al Freud Museum di Londra
Il Contemporary Culture Center di Palazzo Tagliaferro ad Andora continua la stagione espositiva estiva con la mostra personale di Jane McAdam Freud – Hers. Inaugurazione oggi, 3 agosto, ore 21.30
Uno sguardo sul tema Arte e Perturbante di cui l’artista, pronipote di Sigmund e figlia di Lucian Freud, è figura di riferimento.
Prevista durante l’opening una performance, di Jane McAdam Freud, che vedrà un coinvolgimento diretto del pubblico presente, un’occasione unica per osservare l’artista all’opera e ricevere stimoli e suggestioni che porteranno alla riflessione sul processo creativo e sulla fugacità del tempo.
Jane mcAdam Freud
Jane McAdam Freud, la scultrice
che visse due volte
Jane McAdams Freud
L’artista inglese, figlia di Lucian, fra i più grandi pittori del Novecento, e bisnipote di Sigmund, padre della psicanalisi, è a Firenze ospite del simposio “Psychoanalysis and Art”: per l’occasione lo spazio C2 organizza una sua personale
di GAIA RAU
Quando Jane McAdam torna ad essere Jane McAdam Freud, all’inizio degli anni Novanta, è già un’affermata artista trentaduenne, scultrice e medaglista di successo. Quel secondo, ingombrante cognome che la accomuna al padre Lucian, fra i più grandi pittori del secolo scorso, e al bisnonno Sigmund, padre della psicoanalisi, è un pezzo negato di identità da riconquistare, una parte di sé con cui fare i conti. Qualcosa, soprattutto, destinato a influenzare in modo irreversibile la sua arte, arricchendola di nuove, fino a quel momento inesplorate prospettive.
Non è un caso che l’intervento dell’artista inglese al simposio internazionale “Psychoanalys and art”, in programma al Chiostro del Maglio della Caserma Redi sabato 17 maggio alle 13.45, si intitoli “In the Mould of the Fathers” dove “mould” può essere tradotto come modello, stampo, calco: qualcosa, insomma, che indipendentemente dalla tua volontà ti plasma e ti dà una forma, una direzione.
Ma “In the Mould of the Fathers” è anche il titolo della mostra, terza personale in Italia di Jane McAdam Freud dopo Milano e Genova, che inaugura mercoledì 14 alle 18.30 da C2, lo spazio no profit, in via Ugo Foscolo 6, gestito da Antonio Lo Pinto, che dal 2011 ospita progetti legati a nomi internazionali dell’arte contemporanea.
MINIATURA CASUALE ( trad. ch. ) — TITOLO ORIGINALE: Thumbnails – Random
Parte centrale dell’esposizione, curata da Nicola Davide Angerame e visitabile fino al 3 giugno, è un’installazione site-specific intitolata “Torre della disapprovazione”: una struttura alta, larga e profonda circa 4 metri realizzata con materiali di uso comune e da costruzione, all’interno della quale il pubblico sarà invitato ad adagiare sale e quarzo nero. Un’opera, spiega l’artista, che «crea uno spazio fragile e imponente che mi ha ricordato la Torre dei folli costruita a Vienna nel Settecento e divenuta l’emblema della reclusione psichiatrica». Ma non solo. Perché, sottolinea Angerame, «la Torre della disapprovazione, nel richiamarsi a quella di Babele, diventa metafora delle diverse lingue che ciascuno serba in se stesso. Lingue che, come spiega Sigmund Freud, sono parlate da noi e parlano di noi ma nella reciproca distanza». Della mostra fanno poi parte una serie di bronzetti in cui Jane rilegge l’opera di uno degli artisti più vicini a Lucian, Francis Bacon, e un’opera fotografica in cui il suo volto di donna si accosta e si fonde con quello paterno, riflessione sul concetto di doppio e sulla continuità generazionale che obbliga chiunque a confrontarsi con le proprie radici.
Radici che, nel suo caso, sono state spezzate bruscamente quando aveva appena otto anni, in seguito alla separazione dei genitori. Per ventitré anni, Jane non vede il padre, e ogni legame con la parentela paterna le viene precluso dalla madre Katherine McAdam, che fa elidere il cognome Freud dai nomi dei suoi quattro figli. L’incontro tra Jane e Lucian, in occasione di un premio ricevuto da lei a Londra, è l’incontro tra un padre anziano e una figlia adulta, ma soprattutto quello fra due artisti che, per ri-conoscersi, utilizzano il terreno sul quale entrambi sanno muoversi meglio. Lucian ammira il lavoro di Jane e le chiede di insegnargli a scolpire; Jane, dal canto suo, si approprierà del volto di Lucian disegnandolo, da sveglio e da dormiente, poco prima che lui scompaia, nell’estate 2011.
«Quando mio padre posò per me alla fine della sua vita — racconta l’artista — era la seconda volta che lo ritraevo. La prima era stata nel 1990-91, quando abbiamo posato l’uno per l’altra. A quel tempo, lavoravamo reciprocamente sulla nostra immagine, realizzando sculture di cera. Lui voleva che io gli mostrassi alcune tecniche, e io lo trovavo divertente e al tempo stesso spaventoso. Credo che il nostro modo di lavorare insieme fosse qualcosa di nuovo per lui, un esperimento, e non ero sicura di cosa si aspettasse da me: il risultato fu che eravamo entrambi piuttosto nervosi, c’era un sacco di tensione creativa nell’aria». «Nel 2011 invece — continua — mi sono sentita come se il mio intero percorso artistico mi avesse portato lì». E ancora: «Credo che ci sia un parallelo fra il passare dalla scultura al disegno e il tornare psicologicamente dai miei genitori». Quanto al bisnonno, figura scoperta da bambina attraverso i racconti del nonno, l’architetto Ernst, che aveva curato la pubblicazione dei diari di Sigmund, Jane McAdam Freud spiega di aver realizzato la presenza di un legame forte durante una residenza artistica al Freud Museum di Londra, tra il 2005 e il 2007: «Qui ho studiato la sua raccolta di sculture antiche, rendendomi conto della passione che nutriva per questi oggetti, alcuni dei quali mi ricordavano mie opere. È stata una vera rivelazione scoprire che il mio antenato era così affascinato dalla scultura».
Jane seduta sul famoso ” divano di Freud
ALCUNI LAVORI DELLA SCULTRICE SONO STATI PRESI DA QUESTA GALLERIA: