SIAMO STATI SULL’ISOLA DI PELLESTRINA NELLA LAGUNA DI VENEZIA DOVE E’ FAMOSA LA LAVORAZIONE DEL MERLETTO + una recensione, Il viaggiatore critico / rivisto oggi, 24 gennaio 2022

 

 

 

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Pellestrina è un’isola della Laguna Veneta e rappresenta il più meridionale dei tre stretti litorali che dividono la laguna dal mare Adriatico.

Il suo territorio è compreso nella Municipalità di Lido-Pellestrina.

 

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Analogamente al Lido, l’isola si allunga da sud a nord per 11 km, ma si presenta molto più stretta infatti è larga da un minimo di solo 23 m a un massimo di 1,2 km. Tra i due litorali si trova il porto di Malamocco, mentre è divisa da Chioggia(a cui è molto legata storicamente e culturalmente) dal Porto di Chioggia. Il versante orientale, quello che dà sull’Adriatico, è rinforzato dai noti murazzi.

 

Murazzi di Pellestrina

 

 

Oltre i murazzi fino ad un recente passato l’erosione aveva lasciato solo una semplice scogliera, finché attraverso un sistema di pennelli trasversali posti ad intervalli regolari è stato ripristinato l’ambiente originale, con un’ampia spiaggia sabbiosa che ha praticamente raddoppiato la superficie dell’isola.

 

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All’estremo sud si trova Ca’ Roman, dove la Provincia di Venezia, nel 2012, ha istituito una Riserva Regionale di Interesse Locale gestita in collaborazione con il Comune di Venezia e Lipu.

 

 

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Vi sorgono diverse località abitate, per un totale di 4.101[2] residenti..

I principali centri sono Pellestrina paese (2.791[2] ab.), all’estremità meridionale, e San Pietro in Volta (1.206[2] ab.), verso la parte opposta. Altre località sono Santa Maria del Mare (all’estremità settentrionale), Portosecco (tra San Pietro in Volta e Pellestrina) e Cà Roman dove vi è una riserva naturale della Lega Italiana Protezione Uccelli.

 

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L’isola di Pellestrina fu abitata stabilmente, come tutti gli altri centri della laguna, in seguito alle invasioni barbariche che costrinsero le popolazioni dell’entroterra a rifugiarsi in luoghi più sicuri. Forse in origine abitata da umili pescatori, all’inizio VI secolo vi si stabilirono definitivamente i Padovani fuggiti da Monselice. Il centro principale fu anticamente Albiola, citata per la prima volta in un documento dell’840, che sorgeva presso l’attuale San Pietro in Volta. Allora il litorale era diviso in due dal suo porto, che corrispondeva alla foce del Medoacus Minor, antico ramo del Brenta: a nord si aveva il lido di Albiola e a sud quello di Pellestrina.

 

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Pellestrina vista dal pontile della motonave

Il merletto di Pellestrina

 

 

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“ La piccola merlettaia di Pellestrina” di Edmond Jean De Pury.

http://www.fioretombolo.net/fustoria.htm

 

Edmond Jean de Pury

Un altro quadro di

Edmond Jean de Pury ( Neuchatel (Svizzera), 1845- Losanna, 1912)

 

 

 

Merlettaie di Pellestrina, fine 1800

 

Il merletto nasce come passatempo per le nobildonne, per poter realizzare la loro creatività e sentirsi gratificate. Si può dire che questa arte sia maturata nel Rinascimento grazie anche alle dogaresse che istituirono leggi protettive sul merletto e crearono dei laboratori. Alla nascita di questi laboratori rivolti alla nobiltà, si aggiunsero anche quelli nati nei conventi. Molte istituzioni anche religiose, si occupavano di orfane e di ragazze dai facili costumi, molto numerose a Venezia. Un importante ruolo l’ha avuto l’Istituto della Pietà, ancora oggi attivo. Esse lavoravano ad ago e a  fuselli, così riuscivano a mettere da parte i soldi per la dote; durante la bella stagione avevano l’opportunità di un maggior guadagno perchè c’erano più ore di luce. All’epoca le lavoranti non potevano unirsi in scuole o corporazioni, l’arte femminile non doveva avere alcun rilievo.

Nel 1609 si scriveva che le donne di Pellestrina aiutavano a sostenere la famiglia con il lavoro “delle cordele a massete”, mentre gli uomini erano dediti alla pesca. Si noti che il commercio dei merletti avveniva solo dai maschi, anche i venditori porta a porta obbligatoriamente dovevano essere maschi. Per creare un merletto il più perfetto possibile i compratori andavano in queste isole poverissime e distruggevano senza pagare, tutti i manufatti non eseguiti perfettamente.

Questa situazione proseguì fino agli inizi del XVIII secolo quando il governo veneziano pensò di diffondere la lavorazione anche in terraferma. A Venezia si continuò la lavorazione più pregiata con fili d’ oro e d’argento.

 

 

Tris di centrotavola realizzati a “Punto Venezia” con  fuselli e filato sottile, Venezia 1970

Proprietà famiglia Parenzan, Venezia

 

 

il testo continua nel link :

http://www.fioretombolo.net/fustoria.htm

 

 

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Spiaggia di Pellestrina

 

 

 

Case di Pellestrina

 

 

 

 

Laguna di Venezia vista da Pellestrina

Pescatori a Pellestrina

 

Paolo Monti - Serie fotografica - BEIC 6341352.jpg

Serie fotografica : Venezia, 1978 / Paolo Monti. – Stampe: 2 : Positivo colore, sviluppo cromogeno/ carta, 24×30. – ((Al verso delle stampe, manoscritto: “Colori di Burano, 1968”, “Colori di Pellestrina, 1978”. Sul coperchio della scatola, manoscritto a pennarello: “Colore”

 

 

 

 

Pellestrina

 

 

 

Pellestrina e Finalido: un giro in laguna – CRAI

 

 

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Pellestrina, un paradiso.  ( LINK AL FONDO DELLO SCRITTO–IL VIAGGIATORE CRITICO )

La Laguna di Venezia è separata dal mare da solo due isole: quella di Pellestrina e quella del Lido. Sulle tre aperture (una fra Chioggia e l’isola di Pellestrina, la seconda fra le due isole e la terza fra l’isola del Lido e Punta dei Sabbioni) vengono costruite le colossali opere del Mose.

 L’isola di Pellestrina è un vero paradiso abitato da solo 4.000 persone e con una bassissima penetrazione turistica. Vi sono solo due strutture ricettive: una locanda Stravedo (min. 85 euro a notte) ed un Ittioturismo Le Valli (minimo 70 euro a notte), entrambi con pochissime camere ed apertura solo stagionale. E’ anche possibile affittare degli appartamenti durante la stagione a circa 500 euro a settimana.

Alcuni ristoranti, aperti soprattutto il fine settimana, abbastanza cari, con menu corti e dalla qualità non sempre eccelsa. Spaghetti alle vongole e frittura mista i piatti nazionali. Un supermercatino COOP, pochi bar ed una eccellente pasticceria.  Ci si arriva con il vaporetto da Chioggia (solo a piedi o in bici) o con il bus (che sale sul ferry e prosegue) dal Lido. I biglietti sono assai cari.

Alcuni ristoranti, aperti soprattutto il fine settimana, abbastanza cari, con menu corti e dalla qualità non sempre eccelsa. Spaghetti alle vongole e frittura mista i piatti nazionali. Un supermercatino COOP, pochi bar ed una eccellente pasticceria.  Ci si arriva con il vaporetto da Chioggia (solo a piedi o in bici) o con il bus (che sale sul ferry e prosegue) dal Lido. I biglietti sono assai cari.

L’isola è lunga una decina di km e stretta poche decine di metri. La spiaggia non è bella, ma è totalmente libera ed abbandonata: nessun bagno, nessuna pulizia, nessun chiosco. Alle spalle della spiaggia un imponente muro lungo quanto l’isola  la protegge dalle mareggiate. Oltre il muro la strada che percorre l’isola ed infine l’abitato e la laguna. I paesi sono due: Pellestrina e San Pietro in Volta, separati da qualche centinaio di metri di campagna. I borghi sono schiacciati fra la strada e la laguna; poche decine di metri. Sono quindi stretti e molto lunghi. Le case più antiche guardano verso la laguna; si affacciano sul lungolaguna, dove si svolge quel poco di vita che c’e’ e dove attraccano i numerosi pescherecci. Molte delle case non sono più abitate ed hanno preso quell’aria di sbiadito che è incantevole. Altre sono ben mantenute, anche se i proprietari abitano altrove e vi vengono di tanto in tanto.

Paesi di pescatori, si sono arricchiti, soprattutto grazie alle vongole,  negli ultimi decenni e non hanno mai pensato alla risorsa turismo. Non ne avevano bisogno e le presenze forestiere erano loro fastidiose. Ora che la pesca è molto diminuita gli abitanti lo vorrebbero il turismo, ma non sanno come fare a richiamarlo ed a gestirlo.

Troviamo quindi sull’isola un’atmosfera di pace, di tranquillità, di rilassatezza del tutto incredibili, a pochi minuti dal casino di Venezia.

Niente traffico, sicurezza assoluta, urbanità degli abitanti, facilità nei contatti. I pochi bambini vagano liberi per le strade, i molti vecchi stanno al solicino. La sera rientrano con il vaporetto da Chioggia o dal Lido, i lavoratori.

Niente di particolarmente bello, ma una atmosfera irripetibile. Un paradiso. Da visitare con lo stesso spirito calmo ed attento alle atmosfere locali con cui avremo visitato Comacchio ed il Delta del Po, non lontani.

 

SULL’ISOLA, IL VIAGGIATORE CRITICO:

https://ilviaggiatorecritico.blog/2015/05/07/pellestrina-un-paradiso/

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