LUNANUVOLA’S BLOG ::: MARIA DI RIENZO ::: FUGGIRE DALLA GABBIA – +++ JOHN BERGER, QUESTIONE DI SGUARDI, IL SAGGIATORE, 2015 +++ QUALCOSA DI RUMI, POETA MISTICO SUFI — 1207-1273

Questione di sguardi. Sette inviti al vedere fra storia dell’arte e quotidianità

John Berger

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Traduttore:M. Nadotti
Anno edizione: 2015
In commercio dal: 9 aprile 2015
Pagine: 166 p., ill. , Brossura
14 euro, prezzo pieno
Osservare un’immagine è un gesto in apparenza semplice, naturale come respirare, ma in realtà attiva meccanismi socioculturali complessi. Oggi siamo esposti a migliaia di messaggi visivi ma, paradossalmente, siamo sempre meno capaci di vedere: accettiamo senza fiatare le promesse della pubblicità e attribuiamo ai quadri del passato un valore che forse non possiedono. In una galassia di opere d’arte riproducibili, tecnicamente, all’infinito, ciò che rimane sono le immagini stesse: l’atto di vedere determina il nostro posto all’interno del mondo che ci circonda, e benché quel mondo possa essere spiegato a parole, le parole non possono annullare il fatto che il rapporto tra ciò che vediamo – per esempio il Sole che tramonta imporporando l’orizzonte – e ciò che sappiamo – la Terra scandisce il tempo ruotando su stessa – non è mai definito in modo univoco. Saper spiegare il fenomeno è sempre leggermente insufficiente rispetto a quello che vediamo. John Berger interpreta questo scarto ineludibile nei sette saggi qui raccolti – alcuni solo visivi – e suscita nel lettore una stupita meraviglia, portandolo a rimettere in discussione ciò che crede di sapere sull’arte e incoraggiandolo a usare lo sguardo in modo diverso, attivo e critico.

 

Fuggire dalla gabbia

di lunanuvola

Sei fuggita dalla gabbia.

Le tue ali sono completamente distese.

Ora vola.

Rumi

free as a bird

“Una donna deve continuamente osservarsi. E’ quasi sempre accompagnata di continuo dalla sua propria immagine di se stessa. Mentre cammina attraversando una stanza o mentre sta piangendo la morte di suo padre, può a stento evitare di figurarsi mentre cammina o piange. Dalla più tenera infanzia è stata istruita e persuasa a ispezionarsi costantemente. E quindi arriva a considerare sorvegliante e sorvegliata dentro di sé come i due elementi costituenti seppure sempre distinti della sua identità di donna. Deve ispezionare tutto quel che è e tutto quel che fa perché il modo in cui appare agli uomini è di cruciale importanza per ciò che normalmente si intende come successo nella sua vita. La sua sensazione di essere in se stessa è soppiantata dalla sensazione di essere apprezzata come se stessa da un altro.”

John Berger in “Ways of Seeing” (in italiano “Questione di sguardi”, ma io ho tradotto direttamente dall’originale, che è online), 1^ edizione 1972.

Qualcuno giudica il vivere in questo modo desiderabile? Oppure “una libera scelta”? O, ancora, qualcosa di “naturale”? Per come la vedo io è galera – e nessuno riuscirà a convincermi che star dentro a una gabbia sia divertente, sano, sexy e così via.

Maria G. Di Rienzo

P.S. John Berger è un uomo, non lo pseudonimo di una femminista, il che dimostra una volta di più che anche voi schiumanti odiatori machisti potreste farcela e tornare a essere completamente e splendidamente umani. Vi aspettiamo a braccia aperte.

 

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RUMI ( 1207 -1273 )

 

 

Un uomo del suo tempo e di tutti i tempi: una presenza viva e fraterna in tutto il mondo dell’Islam, dal Cairo a Tangeri, da Djakarta a Lahore, coi suoi 800 milioni di musulmani. Nell’India, in Afghanistan, in Iran i suoi poemi sono salmodiati dalle folle durante i pellegrinaggi; nel più umile villaggio turco – e, ancora oggi, in Bosnia-Erzegovina – la sua memoria è venerata; a Istanbul esiste un cimitero in cui molti chiedono di essere sepolti, vicino a coloro che furono “gli innamorati” di Rūmī; monasteri in tutto l’Oriente, ivi compresi i Balcani; cattedre dalle quali per sette secoli fu insegnata la sua dottrina; il riconoscimento, da parte degli orientalisti occidentali, della sua opera come di quella del più grande poeta mistico di tutti i tempi, opera che – per gli orientali – è seconda solo al Corano […] Ma, soprattutto, il portatore di un messaggio di bruciante attualità, perché fondato su un’esperienza vissuta, emanante da un uomo che – anche se divenne un santo – non era un prete“. (Eva de Vitray-Meyerovitch)

 

 

BIOGRAFIA GIALAL AL-DIN RUMI

« O uomo! Viaggia da te stesso in te stesso. »

(Mawlānā Jalāl al-Dīn Balkhi)

Jalāl al-Dīn Balkhi (persiano: جلال‌الدین محمد بلخى‎‎ ), anche conosciuto come Jalāl ad-Dīn Muḥammad Balkhi (persiano: جلال‌الدین محمد رومی‎‎ ), conosciuto come Mevlānā in Turchia e come Mawlānā (persiano: مولانا‎‎ ) in Iran e Afghanistan (Balkh, 30 settembre 1207 – Konya, 17 dicembre 1273) è stato un ʿālim, teologo musulmano sunnita, e poeta mistico di origine persiana.

RUMIFondatore della confraternita sufi dei “dervisci rotanti” (Mevlevi), è considerato il massimo poeta mistico della letteratura persiana. In seguito alla sua dipartita i suoi seguaci si organizzarono nell’ordine Mevlevi (Sufismo), con i cui riti tentavano di raggiungere stati meditativi per mezzo di danze rituali e musica (nella quale predominante era il suono del flauto ney, da Rumi esaltato nel proemio del suo Masnavī). Nonostante egli fosse un sufi ed un grande studioso del Corano, la sua personalità raggiunse e permise il superamento delle divisioni religiose e sociali. Anche durante la sua vita fu noto per la sua visione cosmopolita, il suo funerale, durato 40 giorni, vide la partecipazione di musulmani, ebrei, cristiani, persiani e greci.

VITA E OPERE

Nasce da genitori di lingua persiana, probabilmente a Balkh, nella regione del Khorasan, odierno Afghanistan, o forse nella più piccola città di Wakhsh, nell’odierno Tagikistan. A dieci anni, nel 1217, compie il pellegrinaggio alla Mecca, partendo dal Khorasan, in compagnia della sua famiglia. Nel 1219, su iniziativa del padre, il teologo, mistico e giurista musulmano Bahā ud-Dīn Walad, l’intera famiglia ripara nel nordest dell’Iran, a causa dell’invasione mongola.

Secondo la tradizione, passò con la sua famiglia anche attraverso Neishabur e lì incontrò il vecchio poeta Farid al-Din ‘Attar. Il poeta avrebbe profetizzato un futuro splendente al giovane Rumi e gli avrebbe donato un esemplare del suo poema epico, Il libro dei segreti, nominando al contempo il ragazzo come il continuatore ideale della sua opera.

A Konya, in Asia Minore, dove si stabilì la famiglia, Rumi fu seguito da suo padre, un predicatore di gran fama, nelle scienze teologiche, e, dopo la morte di quest’ultimo, anche nella mistica. Egli stesso divenne una guida spirituale molto conosciuta sia per le prediche sia per la dottrina, e un gruppo di studiosi si raccolse intorno a lui per redigere una serie di scritti teologici. Rumi si sposò due volte ed ebbe quattro figli.

Dopo la morte del padre, avvenuta nel 1231, Rumi passerà sette anni approfondendo lo studio delle scienze teologiche e giuridiche islamiche in Siria, fra le città di Aleppo e Damasco. Intanto il posto di suo padre viene preso dal suo padrino, Sayyid Burhān al-Dīn Muhaqqiq, che si prenderà cura di Rumi e dei discepoli lasciati da Bahā ud-Dīn Walad divenendo loro shaykh. È improbabile che, una volta completati i suoi studi teologici, Rumi abbia subito preso il posto di Sayyid; più probabilmente ciò avvenne intorno all’anno 1241, quando quest’ultimo si ritira a Kayseri.

RUMIDue eventi spirituali furono determinati nella vita di Rūmī. Uno fu l’incontro, nel 1244, con il misterioso personaggio noto come Shams-i Tabrīz (“il sole di Tabrīz”), suo maestro spirituale a sua volta profondo studioso delle scienze teologiche e giuridiche islamiche, particolarmente sapiente nei riguardi della scuola di Shāfiʿī, lo sciafeismo. Per un anno entrambi si dedicarono interamente ad una ricerca spirituale, che destò un notevole scandalo (Progetto Gionata), che portò alla scomparsa di Shams in misteriose condizioni. A seguito della morte di Shams, Jalāl al-Dīn ebbe un momento di particolare capacità creativa che lo portò a comporre una raccolta di poesie comprendenti ben trentamila versi. Più avanti negli anni compose un’altra raccolta di componimenti poetici suddivisa in sei libri contenente più di 40mila strofe.

Suo figlio Walad scrisse una biografia del padre, che custodiva gli ordini dei Dervisci–Mevlana, come testimonianza vivente del suo fondatore.

Il secondo evento fu la conoscenza, a Damasco, di Ibn Arabi, grande mistico islamico, tra i più grandi teorizzatori della waḥdat al-wujūd o “unità dell’essere”. Rūmī riesce a fondere in modo perfetto l’entusiasmo inebriato di Dio di Shams-i Tabrīz, con le sottili elucubrazioni e le visioni di Ibn al-‘Arabi. La realtà terrena, sostiene esplicitamente Rūmī, non è che un riflesso della realtà simbolica che è la vera realtà.

Le opere principali di Rūmī sono due, uno è il Dīwān o canzoniere, noto come Divan-i Shams-i Tabrīz (“Canzoniere di Shams-i Tabrīz”). L’appellativo è anche esteriormente, ben meritato, trattandosi di una raccolta di odi veramente immensa. L’altro è un poema lungo a rime baciate, forma che si chiama comunemente in persiano “Masnavī” e noto appunto come Masnavī-yi Maʿnavī (“Masnavī Spirituale”). È stato definito un Corano in lingua persiana e consiste di più di 26.000 versi doppi, in sei volumi o quaderni (in persiano “daftar”), ciascuno preceduto da una elegante prefazione in prosa in arabo. Un altro libro, dal curioso titolo arabo Fīhi ma fīhi (“C’è quel che c’è”) raccoglie dichiarazioni in prosa del maestro, che coincidono con quanto espresso dalle sue opere poetiche.

 

CITAZIONI DI GIALAL AL-DIN RUMI

RUMI“Ben oltre le idee di giusto e di sbagliato c’è un campo. Ti aspetterò laggiù.”

“O uomo! Viaggia da te stesso in te stesso.”

“Esci dal circolo del tempo ed entra nel circolo dell’amore.”

“Nel momento in cui accettiamo i problemi che ci sono stati assegnati, le porte si aprono.”

“Io voglio cantare come cantano gli uccelli senza preoccuparmi di chi ascolta o di cosa pensi.”

“Non legare il cuore a nessuna dimora, perché soffrirai quando te la strapperanno via.”

“Il fuoco non ha più fumo quando è diventato fiamma.”

“Solo gli occhi aperti possono scoprire che l’universo è il libro della più alta Verità.”

“La paura è senza motivo. Essa è immaginazione, e vi blocca come un paletto di legno può bloccare una porta. Bruciate quel paletto.”

“Purificati degli attributi del sé, al fine di poter contemplare la tua propria essenza pura.”

“La gratitudine, è il paradiso di per se stessa.”

“Hanno detto: “Da ogni parte c’è la luce di Dio”. Ma gridano gli uomini tutti :”Dov’è quella luce?”

“L’ignaro guarda a ogni parte, a destra, a sinistra;ma dice una Voce: Guarda soltanto, senza destra e sinistra!”.

“Tutto quanto concerne l’Anima si svela spontaneamente ed ogni sforzo razionale non fa che allontanarla. Questo perché’ la sua natura non e’ fenomenica. Si coglie col cuore come una poesia, come un’opera d’arte. Si sente, si ama ma nessun concetto, come ombra fugace, e’ ad essa adeguato”.

“Che noi possiamo fare ciò che di bello amiamo. Ci sono centinaia di modi di inginocchiarsi a baciare la Terra.”

“Lascia il mondo e ne sarai signore, | esci da te, sarai compagno di Dio. | Datti, tu freccia, all’arco del Signore, | che egli ti scocchi rapido al tuo segno. | Cresci, tu grano, e sii campo di spighe, | poi lasciati mietere nel giorno della falce; | fatti nel forno ardente pane al mondo, | lascia lieto la terra e sarai stella”

“Girando intorno al centro eterno, | che è Dio, | tumultuando intorno al quieto centro | che è in Dio, | getta da te ogni cura e ruota intorno | a Dio, | oltre il sole e le aurore, fino | a Dio. | Chi seppe la potenza della danza | vivrà in Dio, | poiché sa che l’amore uccide | come Dio.”

 

RUMI

 

 

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RUMI

 

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