ANSA.IT — 05 LUGLIO 2019
Addio a Ugo Gregoretti
Regista e attore era nato il 28 settembre 1930 a Roma
…ecco la sua visione del mondo – Dagli archivi dell’ANSA
E’ morto oggi nella sua casa di Roma, Ugo Gregoretti, regista e attore. Era nato il 28 settembre 1930 a Roma.
Autore e regista di programmi e sceneggiati radiofonici e televisivi (da Le tigri di Mompracem a Il conte di Montecristo), esordisce come regista cinematografico con I nuovi angeli (1962), tratto dal libro di M. Guerrini I ventenni non sono delinquenti, opera ibrida fra documentario e finzione che, senza giudizi precostituiti e lasciando lo spettatore libero di trarre le sue conclusioni, narra di un viaggio alla scoperta della vita sociale, affettiva e lavorativa dei ventenni italiani. Dopo una partecipazione non troppo brillante a Le più belle truffe del mondo (1963), nello stesso anno dirige Omicron (1963), storia di un alieno incarnatosi in un operaio che muore per essersi troppo umanizzato, e l’episodio Il pollo ruspante, incluso in Ro.Go.Pa.G. – Laviamoci il cervello (1963), film a episodi il cui filo conduttore è il saggio di W. Packard I persuasori occulti.
Finzione e documentario si ritrovano anche in Apollon, una fabbrica occupata (1969), in cui gli operai interpretano sé stessi mentre funzionari del PCI e alcuni intellettuali sono chiamati a impersonare i quadri dirigenti.
Autobiografiche, amare, esibizioniste ma allo stesso tempo pudiche, divertenti e malinconiche sono infine le disavventure di un regista impegnato nell’allestimento della Bohème raccontate in Maggio musicale (1989).
LA SUA VISIONE DEL MONDO :::
Ecco il modo di vedere il mondo di Ugo Gregoretti. Dagli archivi dell’ANSA.
Quando Gregoretti, nel 2014, raccontò la sua ‘cialtroneria’ al Bif&st, durante la sua lezione di cinema al Teatro Petruzzelli dopo la proiezione del suo film d’esordio ‘I nuovi angeli’
(dell’inviato Francesco Gallo)
Ugo Gregoretti dimostra una cosa. Si resta ancora piu’ giovani anche a 84 anni (questa la sua eta’) se non ci si prende troppo sul serio. E cosi’ oggi al Bif&st, durante la sua lezione di cinema al Teatro Petruzzelli dopo la proiezione del suo film d’esordio ‘I nuovi angeli’, diverte, fa pensare e parla di futuro. Queste alcune voci del modo di vedere il mondo dell’autore tv di ‘Controfagotto’, ‘Il Circolo Pickwick’, e ‘Romanzo popolare’.
FUTURO – Facendo i scongiuri fino all’ultimo giorno, sto per fare un film a basso costo, senza divi e purtroppo considerato difficile, pur essendo da ridere dall’inizio alla fine. Si tratta di una trasposizione-riduzione di un mio libro che non e’ altro che la mia autobiografia comica che si chiamava ‘Finale aperto’. Questo libro e’ stato poi ristampato con il titolo ‘La storia sono io’ che sara’ anche quello del film. Ho quasi 84 anni e devo dire che di storia ne ho vista. Cosa era quel libro e cosa sara’ questo film? Sara’ il ritratto di un perfetto cialtrone, la mappa esatta delle mia cialtroneria congenita e inguaribile. Un monito per tanti miei colleghi che si auto-monumentalizzano, io invece ho fatto un anti-monumento. Un esempio: non si parla mai delle mia attivita’ professionale, ma solo della storia di un uomo qualunque che, come diceva Goldoni, e’ nato sotto l’influsso di una stella comica.
DEBUTTO – A Moravia non piacque il mio esordio al cinema con ‘I nuovi angeli’, ma il film ebbe una un’accoglienza notevolissima. Rossellini chiese di presentarlo alla prima edizione della Semaine de la Critique del Festival di Cannes, ma poi incorse in un diktat Anica che era in polemica con il festival e non se ne fece nulla.
FILM – Perche’ ho girato cosi’ pochi film? C’e’ un motivo. Per molti ero un miserabile rospo che usciva dal pantano maleodorante delle disprezzatissima tv, osando fare un salto nell’Olimpo del cinema.
SANTA CHIARA – Quando sono entrato in Rai (Gregoretti non nasconde, grazie a un’ingombrante raccomandazione) mancava il Santo protettore dell’azienda. Era arrivata a Viale Mazzini una lettera di Monsignor Montini che diceva come Pio XII avesse espresso, con lungimiranza, questo desiderio. Cosi’ mi dissero: ‘lei dovrebbe leggere un po’ di vite di santi. Si faccia comprare una dozzina di vite di santi e trovi qualcosa’. Cominciai a leggere e trovai quasi subito un miracolo che riguardava Santa Chiara e San Francesco. Cosi’ alla fine proposi proprio quel miracolo, ovvero il fatto che Santa Chiara, nella sua nuda cella conventuale, vide proiettate sul muro le immagini dell’agonia di San Francesco. Lei, pensai, ha inventato la presa diretta in tempo reale. A Pio XII la cosa piacque molto.
SINISTRA E TV – Era un morbo generalizzato il disprezzo delle tv da parte degli ambienti culturali. Una cosa vera anche oggi. Io ho vissuto le conseguenze di questo disprezzo, perché’ venivo proprio da quell’ambiente. Ho smesso di fare cinema anche per questo: mi hanno convinto di non essere capace di farlo. RO.GO.PA.G – Nel mio episodio c’era uno straordinario Ugo Tognazzi; c’era poi quello di Pasolini che era La ricotta, poi quelli di Godard e Rossellini. Il titolo di questo film a piu’ voci era stato fatto dal ragioniere di produzione che aveva unito semplicemente le iniziali dei registi. Pier Paolo Pasolini per l’episodio de La ricotta venne condannato per vilipendio della religione e poi amnistiato; la pellicola torno’ cosi’ sugli schermi con un nuovo titolo imposto. Scegliemmo ‘Laviamoci il cervello’, un titolo che pero’ non ricorda nessuno.