ansa.it / scienza tecnica / 04 luglio 2019
Risolto un cold case del paleolitico, trovate le prove di un omicidio
Risale a 33.000 anni fa, le prove in due fratture in un cranio fossile
Il cranio fossile, rinvenuto nell’attuale Transilvania, mostra due fratture compatibili con un omicidio avvenuto 33.000 anni fa (fonte: Kranoti et al, 2019)
Risolto un ‘cold case’ della preistoria. In un cranio fossile del Paleolitico sono evidenti i segni di una morte violenta avvenuta 33.000 anni fa nell’attuale Transilvania. È quanto emerge dallo studio pubblicato sulla rivista Plos One dal gruppo internazionale di paleontologi di Romania, Grecia e Germania, coordinato dall’Università tedesca Eberhard Karl di Tubinga.
La parte superiore del cranio mostra, infatti, una depressione e due fratture, legate a un violento trauma subito dal nostro antenato, che gli è stato fatale. A lungo i paleontologi hanno tentato di risolvere il giallo, domandandosi cosa avesse provocato le fratture, se un atto deliberato o un evento successivo alla morte.
Gli autori dello studio hanno eseguito analisi al computer con tecniche diagnostiche, come la Tac, unite a simulazioni su 12 modelli di cranio ricostruiti con ossa sintetiche; hanno quindi testato gli effetti di traumi volontari alla testa, provocati ad esempio da rocce o altri corpi contundenti, e quelli di fratture accidentali, simulando la caduta da diverse altezze e con diverse angolazioni.
Le analisi hanno mostrato i dettagli di due fratture: una lineare alla base del cranio e la seconda, più profonda, nella parte destra della volta cranica. Le conclusioni dei paleontologi indicano che le ferite non sono accidentali, ma compatibili con colpi inflitti ripetutamente con una mazza. Si è trattato, quindi, di un omicidio preistorico.
Che sia il cranio di un Abele transilvanico?