Milano, Palazzo Reale, dal 19 giugno al 6 ottobre 2019
MOSTRA PRERAFFAELLITI MILANO ORARI:
Lunedì: 14.30–19.30; Martedì, mercoledì, venerdì e domenica: 9.30-19.30; Giovedì e sabato: 9.30-22.30
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VENERDI’ 21 GIUGNO 2019
https://www.ilpost.it/2019/06/21/preraffaelliti-palazzo-reale-milano-mostra/
John William Waterhouse (1849-1917) La Dama di Shalott, 1888 Olio su tela, cm 153 x 200 ©Tate, London 2019
Dante Gabriel Rossetti (1828-1882)
Beata Beatrix, ca. 1864-70
Olio su tela, cm 86,4 x 66
©Tate, London 2019
Dal 19 giugno al 6 ottobre Palazzo Reale a Milano ospita la mostra Preraffaelliti – Amore e desiderio, che raccoglie le opere del gruppo artistico fondato a Londra nel 1848 da sette studenti e guidato in particolare da Dante Gabriel Rossetti, John Everett Millais e William Holman Hunt. Erano molto giovani, tutti attorno ai vent’anni, e volevano ribaltare le regole della pittura e dell’arte del tempo e sfidare le convenzioni dell’Inghilterra Vittoriana in cui vivevano.
Dante Gabriel Rossetti (1828-1882)
Aurelia (L’amante di Fazio), 1863-73
Olio su tavola di mogano, cm 43,2 x 36,8
©Tate, London 2019
Il nome si richiama ai cosiddetti “primitivi”, artisti italiani del tardo Medioevo e primo Rinascimento antecedenti all’arrivo di Raffaello, adorato dai pittori dell’epoca, che proponevano soggetti impeccabili e alla moda in ambienti impostati. Erano una piccola setta, una sorta di collettivo che firmava tutte le opere con la sigla PRB, furono la prima avanguardia moderna.
Dante Gabriel Rossetti (1828-1882)
Monna Pomona, 1864
Acquerello e gomma arabica su carta, cm 47,6 x39,3
©Tate, London 2019
Dante Gabriel Rossetti (1828-1882)
Monna Vanna, 1866
Olio su tela, cm 88,9 x 86,4
©Tate, London 2019
La mostra ripropone circa 80 opere della grande collezione preraffaellita conservata alla Tate di Londra, a partire da quelle più famose, come l’Ofelia di Millais, Amore d’aprile di Arthur Hughes, Lady of Shalott di John William Waterhouse e i tanti ritratti di donne dai capelli rossi di Dante Gabriel Rossetti. Oltre ai sette artisti fondatori, ne sono rappresentati altri 11 che si avvicinarono al movimento successivamente.
John Everett Millais (1829-1896)
Ofelia, 1851-52
Olio su tela, cm 76,2 x 111,8
©Tate, London 2019
© Foto Carlotta Coppo
L’esposizione è suddivisa in otto sezioni tematiche che raccontano l’interesse del movimento per il Medioevo e i temi religiosi, nonostante fosse fatto in prevalenza di atei; il realismo, l’attenzione alla natura e lo studio scientifico dell’anatomia umana; l’ideale della bellezza e dell’amore romantico; la fase estetizzante e infine il successo ottenuto negli anni Ottanta. È stata curata da Carol Jacobi, responsabile delle acquisizioni e delle mostre per l’arte britannica tra il 1850 e il 1915 alla Tate; e da Maria Teresa Benedetti, una delle maggiori storiche dell’arte italiane.
Potete comprare il biglietto online sul sito di Palazzo Reale e su TicketOne.
© Foto Carlotta Coppo
La biografia di molti Preraffaelliti, le loro rivendicazioni e come tutto questo si traduceva nelle loro opere, ricorda molti gruppi di giovani artisti arrabbiati, anticonvenzionali e sovversivi che in fasi diverse hanno reinventato l’arte del loro tempo. Hunt veniva dal proletariato londinese e a 12 anni iniziò a lavorare come commesso nel magazzino di tessuti diretto dal padre; Millais apparteneva a una famiglia benestante di commercianti e a 11 anni venne iscritto alle Royal Academy Schools; Elizabeth Siddal era figlia di un coltellinaio e lavorava presso una modista in Leicester Square; i fratelli Dante Gabriel, William Michael e Christina Rossetti erano figli di un poeta e letterato scappato dall’Italia e iscrittosi alla Carboneria. Tutti tranne uno erano studenti delle Royal Academy Schools, dove si erano conosciuti. Credevano nella parità di valore di tutte le arti, dalla tappezzeria, al design: scrivevano poesie, saggi critici e pubblicavano una rivista letteraria, The Germ.
© Foto Carlotta Coppo
La loro prima esposizione fu alla mostra estiva dell’Accademia e non ottenne successo, sia per i soggetti scandalosi che per la tecnica, che non era fatta di forme e chiaroscuri, ma di colori accostati tra loro, realismo e studio della luce. In seguito a criticarli ci fu anche lo scrittore Charles Dickens: a proposito di Christ in the House of His Parents di Millais, scrisse che Gesù sembrava «un moccioso orribile dai capelli rossi con il collo storto, piagnucolante e in camicia da notte» mentre Maria «se ne sta in parte come un mostro nel più vile cabaret di Francia o nel peggior negozio di gin d’Inghilterra».
La confraternita si sciolse nel 1853, dopo soli cinque anni: qualcuno se ne andò a dipingere in Terrasanta, altri rischiarono il lastrico, ma più o meno tutti perseguirono nelle loro opere quei primi ideali. In particolare, liberarono l’arte dell’epoca inventando una nuova forma di bellezza (che influenzò anche la moda, con l’abbandono di corsetti e acconciature complicate) e introducendo tecniche innovative. Usavano pennelli fini, nuovi pigmenti e vernice per illuminare la tavola; lavoravano all’aperto, studiando la luce e facendo posare i modelli per ore e ore: Millais dipinse Ofelia anche grazie alla pazienza della pittrice Elizabeth Siddal, distesa nella vasca da bagno con l’abito da sposa zuppo e incollato al corpo.
I Preraffaelliti furono tra i primi a introdurre la figura della femme fatale, una donna seducente, misteriosa e appassionata: le loro figure femminili sono insieme giovani innocenti, voluttuose e fragili, lontane dalle rassicuranti figure domestiche dell’arte del tempo. Anche la psicologia di queste donne era qualcosa di mai visto e rifletteva i movimenti di liberazione femminile: L’Annunciazione di Dante Gabriel Rossetti mostra per esempio un’adolescente, a letto, sorpresa dall’Angelo, che non è estasiata dall’idea della gravidanza ma tremendamente spaventata. Questo femminismo era una conseguenza della vita degli artisti, che sceglievano compagne che amavano, anche se analfabete o di una classe sociale inferiore: Morris sposò la figlia di uno stalliere di Oxford, Ford Madox la figlia analfabeta di un contadino; Hunt conobbe la sua compagna Annie Miller quando lavorava come cameriera in un pub a Chelsea, Rossetti si innamorò di Fanny Cornforth in una strada di Londra, intenta ad aprire le noci coi denti.
© Foto Carlotta Coppo
Ford Madox Brown (1821-1893)
Gesù lava i piedi di Pietro, 1852-56
Olio su tela, cm 116,2 x 132,7
©Tate, London 2019
© Foto Carlotta Coppo
Arthur Hughes (1832-1915)
Amore d’aprile, 1855-56
Olio su tela, cm 88,9 x 49,5
©Tate, London 2019
© Foto Carlotta Coppo
A partire dal 1855 i fondatori del movimento ottennero sempre più successo e seguaci e i loro quadri furono acquistati da industriali, commercianti e banchieri; alcuni diventarono critici d’arte, Millais finì presidente della Royal Academy. Negli ultimi anni i Preraffaelliti stanno conoscendo un nuovo successo, come mostrano i molti account Instagram dedicati (l’hashtag #preraphaelite ha 54mila occorrenze) e un nuovo gusto estetico, che da Florence Welch passa per Picnic at Hanging Rock e arriva ai modelli e alle ambientazioni di Alessandro Michele, direttore creativo dell’azienda di moda Gucci: adolescenti pallidi, dai capelli rossi e ondulati, occhi chiari e acquosi, ciglia bionde, vestiti stravaganti simili alle tuniche e ai velluti rinascimentali, coroncine, sguardi sensuali e assorti in sé stessi, fiori, fiumi, languore, malinconico mistero.
Ford Madox Brown (1821-1893)
Cattivo soggetto, 1863
Acquerello su carta, cm 23,2 x 21
©Tate, London 2019
Davvero affascinanti, fanno pensare ad un medioevo sontuoso, con tessuti preziosi e colorati. Bellissimo il ” Cattivo soggetto”, che mette in luce il loro realismo ironico e affettuoso.
I preraffaelliti rappresentano un’ avanguardia che legge il passato (arte medievale e prerinascimentale)con la visione critica e l’inquietudine della sensibilità dei moderni.Sono anticipatori delle poetiche e delle estetiche del decadentismo europeo.I soggetti dei loro quadri sono spesso un vero atto d’accusa al puritanesimo dell’età vittoriana.Una ribellione,un anticonformismo che potevano nascere solo nella società borghese più avanzata dell’Europa del secondo Ottocento.Non è poco,al di là del giudizio estetico sulle opere delle singole personalità.La mostra è un’opportunità per comprendere meglio il movimento preraffaellita,ricordato spesso,ma realmente poco conosciuto.Molti usano l’attributo preraffaellita,ma non ne hanno la minima percezione del valore storico ed artistico.