LA DONATELLA E’ QUELLA MORACCIONA A FIANCO DI GIORGIO LORETI–IN UN PUB DI SANREMO VECCHIO
DONATELLA D’IMPORZANO
SAMEH ZOABI— (Iksal, 1975) è un regista palestinese.
Zoabi nasce nel 1975 a Iksal, un villaggio palestinese vicino a Nazaret. Nel 1998 consegue una doppia laurea in cinema e letteratura inglese all’università di Tel Aviv. Ottiene una borsa di studio e nel 2005 completa il master in regia della Columbia University School of the Arts.
Esordisce alla regia nel 2005 con il cortometraggio Be Quiet, che gli vale numerosi premi internazionali tra cui un riconoscimento della Cinéfondation al Festival di Cannes nel 2005. Man Without a Cellphone è il suo primo lungometraggio.
Tutti pazzi a Tel Aviv è il suo ultimo film del 2018
Per divertirci oggi abbiamo visto un film:” Tutti pazzi a Tel Aviv”, di Sameh Zoabi, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 2018, premio per il miglior attore maschile a Kais Nashif.
TRAILER — durata : 1,38
https://www.youtube.com/watch?v=S9CXNzC3_eo
E’ la storia del giovane palestinese Salam, che lavora come stagista alla produzione di una soap opera, prodotta dagli arabi, intitolata ” Tel Aviv un fiamme”, ambientata durante la guerra “dei sei giorni”.
KAIS NASHIF (Tayibe, Israele, 1978), è tedesco-palestinese, abita a Berlino; è stato uno dei personaggi principali nel film Paradise Now (Paradise Now), un film di Hany Abu-Assad del 2005, nominato all’Oscar al miglior film straniero.
Per andare al lavoro da Gerusalemme, dove abita, a Ramallah dove c’è la produzione cinematografica palestinese, Salam deve attraversare ogni giorno i punti di blocco israeliani. Durante un controllo incappa in Assi, capo di un punto di blocco. Assi, per far colpo sulla moglie che segue appassionatamente la telenovela, quando scopre che Salam è uno degli sceneggiatori vuole entrare a tutti i costi nella trama.
Lo ricatta trattenendogli il passaporto, ma Salam, a corto di idee, usa quelle dell’avversario per fare andare avanti la sceneggiatura. Tutto scorre per il meglio, tra posti di blocco e muri, ma i nodi vengono al pettine quando si deve dare un finale alla storia.
I produttori palestinesi vogliono che la fine dei protagonisti sia da eroi contro gli israeliani, Assi vuole che si concluda con il matrimonio tra la spia palestinese e il generale israeliano, perché l’amore romantico e appassionato tra i due protagonisti non può avere altro finale.
Salam troverà una conclusione accontentando le due parti e facendo intervenire nel cast direttamente il comandante israeliano.
Tutto il film è ricco di episodi gustosi, che mettono in luce le contraddizioni di un Paese diviso in due parti, che loro malgrado hanno molto in comune: ad esempio il gusto per le soap, che appassionano sia il pubblico palestinese che quello israeliano.
L’ironia e la voglia di sorridere si mantengono per tutto il film, nulla togliendo alla durezza della realtà quotidiana che vivono i due popoli.
La leggerezza, il sorriso con cui si può raccontare realisticamente la vita, sono le caratteristiche che hanno fatto accostare il regista a Woody Allen.
veramente da vedere!
Il film sicuramente. La foto di gruppo: ricordo gradito. Grazie, Chiara.