NEMONEMO
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Edgar Morin: ” Opporre resistenza a tutte le regressioni e le barbarie “
15:00 – NEMONEMO – SOCIETÀ
“””… < ….con la globalizzazione tutti i terrestri hanno un destino comune. Questa consapevolezza deve portare con sé un umanesimo rigenerato, che prenda coscienza che tutta l’umanità è trascinata in un’avventura comune. Ora, più appare evidente che questa comunità di destini esiste, con la progressione di eventi mondiali che ci riguardano tutti, meno si forma questa coscienza. Perché? Perché le angosce provocate dalla globalizzazione conducono a un ripiegamento sulla propria cultura, sulla propria identità religiosa e nazionale? Sicuramente sì. È un problema drammatico che ha pesato su tutta la mia opera intellettuale. Sono trent’anni che avanziamo con grande lentezza. La questione ecologica, che avrebbe dovuto essere una delle leve per percepire questa comunità di destini, non è percepita come tale. Come riusciremo a invertire la direzione degli spiriti e delle coscienze? Abbiamo avuto l’esperienza della crisi degli anni 30 che era economica ma anche democratica, quasi di civiltà, e già in quell’occasione abbiamo visto arrivare il ripiegamento, la chiusura nazionalista. Oggi, il neoautoritarismo nazionalista progredisce nel mondo intero. […]. Sono d’accordo con l’idea che dobbiamo fare appello al nostro sentimento di identità umana, che contiene anche quello dell’alterità. Qual è il criterio della comprensione dell’altro? È capire che è identico a te per la sua capacità di soffrire, di amare, di sentire, ma al tempo stesso diverso per il suo carattere, le sue convinzioni, le sue manie, ecc. Ma il fatto è che nella logica binaria tecnocratica che predomina attualmente siamo incapaci di percepire questa cosa: o è lo straniero assoluto o è il fratello. Ma siamo tutti compatrioti della nostra Terra patria, e allo stesso tempo ci sono delle particolarità in ognuno di noi. […]. L’Europa -lo abbiamo già visto per la crisi della Grecia e per quella dei migranti- ha mostrato la sua cecità, ma anche il suo lato reazionario. Io direi che di fronte a questa regressione generalizzata non sono soltanto i regimi autoritari il problema, ma anche il modo di pensare delle classi dominanti, fondato sul calcolo economico e sul profitto, che nasconde i problemi fondamentali. Per contrastare tutto questo, bisogna creare il maggior numero possibile di oasi, per creare uno spazio dove resistere. Fortunatamente nei nostri Paesi c’è un rigoglìo di associazioni, luoghi di fraternità dove regna l’idea che non esistono tranieri, siamo tutti fratelli… così ci prepariamo a essere punti di partenza di una nuova progressione e allo stesso tempo punti di resistenza all’attuale regressione. […]. Per questo penso che sia il momento di opporre resistenza a tutte le regressioni e le barbarie, compresa la barbarie gelida del calcolo, che ignora il fatto che gli esseri umani sono fatti di carne, di sangue e di anima >. …”””
( dal dialogo fra Edgar Morin e Alain Touraine, curato da Eric Faverau e Thibaut Sardier, la Repubblica di Giovedì, 06 Giugno 2019 )