Comune di Illorai // FACEBOOK
A Illorai, 849 abitanti, piccolo centro del Goceano festeggiamo il primo sindaco leghista in Sardegna, Tittino Cau
Si arrampica a 500 metri d’altitudine sui rilievi del Goceano, bagnato dal corso superiore del Tirso. Illorai è un piccolo e antico centro di 900 abitanti in un fertile territorio dal grande patrimonio naturale e archeologico. Al centro del paese c’è la parrocchiale di san Gavino, che conserva preziosi mosaici e le statue del patrono (celebrato a fine ottobre) e di santa Barbara proveniente dal villaggio scomparso di Bortiocoro. In campagna, tre chiese dedicate alla Madonna della Neve, due sconsacrate – di cui una seicentesca – e un santuario del 1978, dove si celebra due volte l’anno (lunedì dopo Pentecoste e inizio agosto) la ‘festa lunga’, preceduta da novene dei fedeli. Folti boschi, intervallati da prati, ricoprono i monti Bassu e Artu e il demanio gestito dall’istituto zootecnico-caseario. Qui spicca Il parco di Iscuvudè, lussureggiante bosco di lecci e roverelle secolari, agrifogli e ciliegi. Sa Cariasa è nota per le dimensioni delle roverelle: alla fine del ‘sentiero dei grandi alberi’, in località Melabrina, ne troverai una considerata la più grande d’Europa: dodici metri di circonferenza e 25 d’altezza. A sos Banzos ci sono sorgenti termali simili alle Aquae Lesitanae di Benetutti, benefiche per i dolori reumatici.
ILLORAI INVASO DALLE PECORE
IL MULINO DEL TEMPO\ PONTT’EZZU /ILLORAI
Ponte di epoca romana, ristrutturato dai Pisani che lo trasfornarono in un ponte a schiena d’asino per agevolare il passaggio da una sponda all’altra del fiume. Il monumento è costituito da tre arcate a tutto sesto, di cui quella centrale più ampia ed alta delle laterali (m 6,25 di altezza per m 5,50 di diametro). La sua robusta struttura poggia sulla roccia granitica sulle sponte del fiume. Oggi lo si può ammirare intatto, per tutti i suoi 35 m di lunghezza: Ponte Ezzu dimostra di essere, relativamente alle strutture di questo tipo, forse la meglio conservata in Sardegna, nonostante abbia dovuto contrastare per secoli le frequenti ed abbondanti piene del fiume.
Necropoli di Molìa – Illorai
NECROPOLI A DOMUS DE JANAS
FOTO DEL FAI
Il territorio fu abitato dal Neolitico, come conferma la necropoli di Molìa, complesso di nove domus de Janas, scavate in una collina di tufo, risalenti al III millennio a.C. Da segnalare le tombe I, composta da un dromos e ampia anticella dipinta di ocra-rosso, cui seguono undici cellette, e VII con corridoio e 16 celle, anch’essa con decorazioni di pittura rossa ed elementi architettonici scolpiti, simile alla ‘tomba del Capo’ della necropoli di sant’Andrea priu a Bonorva. La testimonianza meglio conservata dell’età del Bronzo è il nuraghe Lucche: è monotorre con copertura a tholos (falsa cupola). Nella camera centrale, con scala e garitta di guardia, si aprono tre nicchie. Le mura esterne sono in blocchi di trachite perfettamente disposti. Nei dintorni, si trovano resti di capanne circolari, forse di età successiva. Tra i nuraghi complessi spicca l’imponente Iscretti, che conserva resti di torre centrale a due piani e torri laterali. Vicino, è stata scoperta una fonte sacra. Tra i numerosi reperti nuragici c’è un bue in bronzo custodito al museo G.A. Sanna di Sassari. A epoca romana risale il primo impianto del Pont’Ezzu, ponte vecchio (o ‘del diavolo’). Nei secoli subì vari rifacimenti: nel XII assunse, a opera dei pisani, l’aspetto che vedrai oggi. Nel Medioevo la snella struttura a tre arcate, con quella centrale a sesto acuto, lunga 50 metri, fu forse unico collegamento non solo fra le sponde del Tirso, ma anche fra i quattro giudicati sardi.
https://www.sardegnaturismo.it/it/esplora/illorai
Chissà cosa avrà spinto gli abitanti di questo magnifico paese a votare Lega.