IL FATTO QUOTIDIANO DEL 1 GIUGNO 2019
Rifondare la sinistra per riempire le urne
Esattamente come nel 2014, il dato più rilevante che emerge dalle urne delle Europee viene sistematicamente rimosso dal dibattito e, ciò che è più grave, dalla coscienza politica e dal senso comune: l’astensione. Come allora per l’effimero “trionfo” di Renzi, oggi per quello di Salvini e per la presunta resurrezione del Pd, tutte le stime vanno esattamente dimezzate. E anzi: se nel 2014 l’astensione fu pari al 41,3% (circa 20,3 milioni di elettori), e fu il record negativo di sempre in Italia, oggi siamo arrivati al picco del 43,7 % (non hanno, cioè, votato, 21 milioni e mezzo di cittadini), con punte oltre il 60% in Sicilia e in Sardegna.
Tutto questo significa che sul 100% reale degli aventi diritto al voto, la Lega ha il 19% dei consensi (Renzi nel 2014 ne aveva il 23,3%), il Pd il 12, il Movimento 5 Stelle il 9: questi i numeri che si dovrebbero citare quando si parla del consenso presso “gli italiani”. Mai il primo partito d’Italia aveva avuto così “pochi” voti. Ed è qui forse la chiave per interpretare il risultato. Non per ridimensionare lo choc del successo della destra estrema razzista e venata di esplicito neofascismo di Salvini, cui si devono sommare i voti ai Fratelli, per ora separati, d’Italia: in un blocco complessivo di 10.901.397, che include cioè un italiano su 4,7.
Al contrario, per contrastarlo parlando alla stragrande maggioranza che non li vota: anzi, che non vota proprio. E cioè per provare a riavvicinare l’Italia al resto d’Europa, dove non hanno affatto vinto le destre (nonostante l’impresentabilità dell’establishment e delle politiche europeistiche popolari e socialiste), ma semmai i Verdi (con 70 seggi contro 58 all’Europarlamento).
Vista da sinistra, la domanda è: esiste una forza in grado di contrastare questa destra con una visione davvero alternativa, e con la capacità di costruire consenso, riportando al voto almeno un 10% di coloro che si sono astenuti domenica scorsa? La risposta è no: attualmente non c’è.
Ed è questa assenza, non le dimensioni dell’attuale consenso (potenzialmente volatile), la vera assicurazione sulla vita di Salvini. Né il Movimento 5 Stelle né il Partito democratico sono stati in grado di proporre una visione dell’Europa, dell’Italia o di alcunché che riuscisse a tener testa alla distopia nera di Salvini. Perché la visione di futuro che ha quest’ultimo è certo mostruosa, ma c’è: mentre dall’altra parte non si trova nulla, se non la consacrazione dell’orrendo stato delle cose (Pd), o un confuso balbettìo che dice tutto e il suo contrario (5 Stelle).
La strategia renziana del pop corn ha funzionato, ma in modo diverso dal previsto: la scelta del Pd di mandare al governo i grillini e i leghisti ha ucciso i primi (è vero), ma ha premiato Salvini, non il Pd. Un vero capolavoro. Di tutte le panzane post-elettorali quella più incomprensibile riguarda proprio la presunta “resurrezione” dei Democratici: che perdono non solo oltre 5 milioni di voti rispetto alle Europee del 2014, ma addirittura altri 116.000 rispetto al tragico 4 marzo 2018. Non c’è stato, dunque, nemmeno il “rimbalzo del gatto morto”: la metafora giusta è semmai che, arrivati al fondo, si è cominciato a scavare. Il che significa che la “calendizzazione” del simbolo e della identità del partito di Zingaretti è stata l’ennesimo suicidio annunciato.
I 5Stelle hanno pagato in un epocale bagno di sangue (oltre sei milioni di voti in 14 mesi) la loro spaventosa virata a destra: da argine si sono fatti fiume, e di fronte ai servi sciocchi di Salvini, gli elettori di destra del Movimento hanno preferito votare direttamente il padrone. E il grottesco miniplebiscito su Rousseau che dovrebbe aver rimesso in sella Di Maio è il più evidente segno di una definitiva perdita di lucidità che rischia di essere fatale non al capo politico (già, nei fatti, finito), ma al Movimento.
Della cosiddetta Sinistra, già morta il 4 marzo 2018, non mette conto parlare: ha preso meno voti delle schede nulle, e se questo ceto politico di sabotatori non si decide a trovarsi un lavoro fuori dalla politica, rimane solo da spargere il sale su macerie già da sole, comunque, infeconde.
In conclusione, credo si avvicini il momento in cui dovrà nascere a sinistra un partito radicalmente nuovo, capace non di parlare agli attuali votanti, ma di riportare alle urne un popolo che pensa e fa “politica” di sinistra ogni giorno, ma non vota più. Un partito capace di infilare una lama nella contraddizione della Lega, che prende i voti dei poveri ma sostiene per intero il dogma liberista che li terrà poveri per sempre. Un partito che riattivi un conflitto sociale ricchi-poveri, togliendo terreno a quello tra poveri bianchi e poverissimi neri costruito da Salvini.
Un partito che lotti per poche cose: ambiente, patrimoniale, diritto alla salute, al lavoro vero e all’istruzione. Un partito che (per ora) non c’è.
io veramente vorrei un partito vero, i movimenti sono ambigui (vedi 5S)
la mia idea di partito e questa, l’ho postata in Facebook un anno fa:
20180213 b – Il Vero Partito: ok, siete giovani, non conoscete i veri partiti, conoscete solo i movimenti, ognuno col suo DUX, pardon lider.
è dal novanta che berlusca, che ha preso il posto del suo predecessore craxi, ha creato il movimento di f.i. di cui è il DUX indiscusso da allora, poi c’è la lega con salvini, la fascista meloni, il democristiano renzi, tutti con lo stesso referente politico:
il PADRONE!!!
voi siete padroni?
io no! il mio referente sono i lavoratori, partendo dai disoccupati arrivando ai pensionati, non ho un DUX, sto cercando un Partito Vero:
un PARTITO ha degli IDEALI (ideologia), ha un PROGRAMMA per attuare gli IDEALI ed ha un REFERENTE POLITICO, che per un Partito di SINISTRA sono i LAVORATORI, partendo dai Disoccupati fino ai Pensionati…
dimenticavo: in un Partito di Sinistra ci sono i compagni più bravi e quelli meno bravi, nessuno è indispensabile e tutti sono utili.
ed inoltre obbediscono alle direttive del Partito, che ha istanze che si chiamano: congressi o assemblee. e con strutture: direttivi, segreterie, commissioni; centralizzati e territoriali.
il tutto fa si che il partito abbia una vita democratica
ciao, orazio
ATTUIAMO LA COSTITUZIONE!!!!
ATTUIAMO LA COSTITUZIONE!!!!
ATTUIAMO LA COSTITUZIONE!!!!
Evviva compagno Orazio ! Benvenuto nel nostro circolo e…noi benvenuti nel tuo…? Tutto quello che dici è giustissimo, ma solo che l’unico che ancora ha ” una parvenza ” di partito…senza più le organizzazioni territoriali- come era del PSI e del PCI -è il Pd…Stiamo tutti in attesa che riscopra i lavoratori, i disoccupati, i contratti a termine e i disoccupati, oltre alle famiglie di fatto emarginate…Tu, oltre a queste buone idee/ ideali, hai anche un’attività pratica-politica? Se vuoi parlarcene, siamo in ascolto, ciao, grazie di essere venuto tra noi, chiara per il blog
Bravo Orazio!!!!!!
CIAO NADIA, GRAZIE DI ESSERE VENUTA A TROVARCI, CHIARA PER IL BLOG
Partendo dalla chiusura: “Un partito che lotti per poche cose: ambiente, patrimoniale, diritto alla salute, al lavoro vero e all’istruzione. Un partito che (per ora) non c’è.”.
Esatto. Proviano allora scrivere queste quattro cose dentro un tondo e facciamone il simbolo della sinistra da fondare (non rifonìdare).
leggerle sempre ci servirà come promemoria, che è quello che ci manca da sempre.
ti tingrazio mio carissimo Lorenzo di dar fiato alla discussione dicendo qualcosa che è in molti cuori e in molte menti di tanta gente che ha sempre votato la sinistra e che oggi, in molti, sono arrivati all’astensione anche se, come noi, hanno imparato, magari da bambini, che l’astenzione è un voto a chi non vuole il tuo benessere, ciao grazie ancora, chiara per il blog
Sono in parte d’accordo sull’analisi…”Gli elettori di destra del M5S hanno votato direttamente Salvini”; ne consegue che quelli che continuano a votare per il M5S, sono elettori di sinistra che non si rifugiano nell’astensionismo ma vedono nel Movimento l’unica formazione politica che pone la “questione morale” come imprescindibile punto di partenza per cambiare le cose.
IL TUO, CARO PAOLO, SUONA COME UN ELOGIO DEI M5S SUL QUALE SONO TOTALMENTE D’ACCORDO, NON DIREI PERO’ CHE E’ ” L’UNICA ” FORMAZIONE POLITICA AD AVERE A CUORE ” LA QUESTIONE MORALE “, MA INSOMMA SI SENTE IN LORO UNO SPIRITO COMBATTIVO CHE E’ DI CHI NON E’ STATO ANCORA GUASTATO DAL POTERE… MI FA PIACERE SENTIRE UNA SINCERA DIFESA DEI M5S, FORSE QUALCUNO CHE HA IN MENTE FICO E LE SUE IMPORTANTI PRESE DI POSIZIONE COME PRESIDENTE DELLA CAMERA–CIAO, GRAZIE DELLA VISITA E DEL TUO CONTRIBUTO IMPORTANTE, CHIARA PER IL BLOG
Sono d’accordo con te sul fatto che non sia l’unica formazione ad avere a cuore la “questione morale”, come non penso che tutti indistintamente nel M5S siano incorruttibili, ma è l’unica formazione strutturata con anticorpi alla corruzione… l’unica che solitamente non aspetta l’intervento della magistratura per fare pulizia.
PROPRIO FELICE, PAOLO, SE SIAMO D’ACCORDO…SIAMO GIA’ IN DUE DELLA ” SINISTRA ” E NON E’ POCO PUTROPPO–GRAZIE DI AVERMELO FATTO SAPERE ! CIAO, SPERO DI RI-INCONTRARTI QUI SU QUESTO SCHERMO O SU UN ALTRO DOVE PREFERISCI, CHIARA PER IL BLOG
Ho votato”la Sinistra”,pur consapevole che difficilmente avrebbe superato il 4%.Del resto,rientra nella storia della sinistra radicale,non superare la quota di sbarramento,data la costitutiva incapacità a trovare il linguaggio e la pratica dell’unità.Hanno sempre prevalso liderismi,settarismi,l’habitus a credersi più puri,più coerenti,più rispondenti ai vari contesti senza interrogarsi mai con un minimo di autocritica e senso profondo di umiltà che”i principi e la prassi politica”di chi milita a sinistra sono i valori omogenei e permanenti della storia:l’uguaglianza,la solidarietà,la tutela dell’ambiente,la difesa della pace,la coerenza ideale e pratica.Tutte le forze alla sinistra del Pd,partito dalle molte e contraddittorie identità,ma fondamentalmente perso da decenni alla causa anticapitalista,dai risultati delle elezioni politiche dello scorso anno e alle europee di maggio,faticano ancora ad apprendere la lezione.Ha ragione Montanari a parlare di rifondazione partendo dalla motivazione al voto di vasti strati popolari che disertano le urne,perchè traditi da chi dovrebbe difenderli.Infatti ad astenersi sono per lo più i delusi dalla logiche divisive di quanti predicano a parole la necessità dell’unità,per poi smentirsi ripetutamente nei comportamenti individuali e nelle scelte concrete a ogni tornata elettorale.Potere al popolo,Comunisti italiani,Verdi insieme alla Sinistra-capisco che non si tratta di una sommatoria purchessia e che il processo per l’unità è lavoro di lunga lena-tuttavia se prevale il principio concreto del dialogo,dell’unità,come unica strada per uscire dalla condizione di minorità e di marginalità ed eleggere propri rappresentanti nelle istituzioni,possiamo risalire la china.La rifondazione della Sinistra è un lavoro in progress,ma da almeno trent’anni,manchiamo alla sfida, per l’aggressività e l’invadenza del neoliberismo che trova sempre nuovi narcotici per addormentare le moltitudini,per la mancanza d’un pensiero critico ed antagonista ai disvalori della globalizzazione,per il narcisismo e la corta vista di noi,inclini più alla rassegnazione che alla lotta ed alla tensione al cambiamento ….
TI TINGRAZIO MOLTO DI ESSERE INTERVENUTO, CREDEVO CI AVESSI ABBANDONATO… ME NE DISPIACEVA MOLTO, CHIARA PER IL BLOG
Tutti uniti, tutti insieme… quante volte ho sentito questo appello?
Però c’è una piccola esperienza fastidiosa.
Qui a Milano, dal 2016 c’è in corso un’esperienza unitaria: Milano in comune (https://milanoincomune.it/), che ha anche eletto un consigliere comunale, ha uno statuto e un regolamento ecc. . Ora, se di per sé l’unitarietà fosse una forza propulsiva, se avesse in sé un’energia, dovremmo pregare i ghisa di regolare i flussi in entrata alle nostre riunioni.
Le cose in realtà non vanno esattamente così.
Grazie a questa esperienza, mi sono fatto l’idea che gli appelli all’unità sono come i propositi “domani smetto di fumare”: una scusa per non cambiare alcunché e per non porsi alcuna domanda.
Il problema è che, sinistra, uniti o divisi, quasi nessuno si chiede più quali siano in questo momento le forze sociali potenzialmente in grado di trasformare la società. Le pochissime volte che questo avviene, la risposta è, evangelicamente, “gli ultimi”. E’ un’evidente menzogna, ma quanto fa sentire buoni, intelligenti e persino in sintonia con Francesco!
La mia proposta è: ritrovare il filo smarrito della comprensione dello sviluppo dei processi storici, scartando ogni risposta automatica e ogni inibizione “politicamente corretta” a pensare l’impensabile.