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VOLTI DI ROMA ALLA CENTRALE MONTEMARTINI
Fotografie di Luigi Spina
18/04/2019
22/09/2019
10 MAGGIO 2019
Nome evento | Luigi Spina – Volti di Roma |
Vernissage | 17/04/2019 ore 18 |
Durata | dal 17/04/2019 al 22/09/2019 |
Autore | Luigi Spina |
Curatori | Claudio Parisi Presicce, Luigi Spina |
Generi | fotografia, personale |
Spazio espositivo | MUSEO CENTRALE MONTEMARTINI |
Indirizzo | Via Ostiense 106 – Roma – Lazio |
Faustina maggiore. Photo © Luigi Spina
Luigi Spina (Santa Maria Capua Vetere, 1966) è stato talmente abile nel ridar vita ai volti della Roma antica con le sue sessanta fotografie in bianco e nero, esposte nella Centrale Montemartini, che è difficile riconoscere gli originali corrispondenti in marmo. E quando ci si riesce grazie a un dettaglio, si ha comunque l’impressione di vedere un altro personaggio.
Spina ha trascorso nello spazio espositivo romano alcuni mesi, tra la fine del 2018 e gennaio 2019, ritraendo i visi delle statue e dei busti di duemila anni fa alla ricerca della luce e della bellezza, motivi portanti della sua fotografia. Il risultato è una prospettiva nuova, attuale e dettagliata, dei “volti di Roma”: uomini, donne, anziani e fanciulli, persone comuni e note, ma tutti reali, quasi vivi nelle loro espressioni, sguardi, rughe e rotondità, colti con l’utilizzo del banco ottico e poi con la stampa a mano.
DA APOLLO A TIBERIO
La moglie di Antonino Pio, Faustina maggiore, e il futuro imperatore Tiberio, ritratto ai tempi dell’adozione da parte di Augusto, si affiancano a una giovinetta dal viso rotondo e dallo sguardo malinconico e a un anonimo uomo maturo dall’occhio penetrante. L’anziano togato Barberini si contrappone al bel giovane Apollo Omphalos. Entrambi guardano davanti a sé, ma ognuno trasmette qualcosa di diverso all’osservatore: il primo, l’orgoglio della sua lunga vita e dei suoi avi, di cui porta in mano i ritratti; il secondo, la sua bellezza ideale ma anche la sua virile e intensa realtà. Tutti sono comunque profondamente umani, molti hanno tratti tipici di una certa romanità di oggi; insomma, potremmo incontrarli alla posta o allo stadio. O leggere, sotto ai selfie di marmo, i loro profili Instagram.
‒ Letizia Riccio
TOGATO BARBERINI
TIBERIO
TESTA FEMMINILE
FILIPPO BOCCI — B-HOP.IT
LA FACCIATA DELLA CENTRALE MONTEMARTINI
Luigi Spina, in virtù di un lungo lavoro, un approccio di silenzioso “ascolto” delle figure della Roma repubblicana e imperiale, ci restituisce dei doppi dell’anima, è come se riportasse in vita, nell’impressione fotografica, un’appendice di queste figure, del loro essere stati uomini, donne, giovani, instaurando un dialogo tra essi e il visitatore, visitato a sua volta da sensazioni e suggestioni che lo costringono ad interagire, a prendere posizione, a misurarsi.
Osserva il curatore della mostra, insieme allo stesso Spina, Claudio Parisi Presicce: “Il ritratto è un ‘luogo del ricordo’, che oscilla tra le parole greche eikon e mnema. L’immagine del personaggio raffigurato, quindi, esorta gli osservatori a dargli un ‘luogo nel loro ricordo’ e attraverso l’espressività stabilisce con loro un legame intimo, riconducibile all’ordine sociale della comunità di appartenenza”.
Volti “per niente antichi. Di un altro tempo”,
dice Luigi Spina, inseriti però in una scena teatrale rimescolata di tante epoche, di fatto un palcoscenico della storia, con attori e spettatori sempre nuovi. L’esposizione crea nella magia della visita un ciclo “eterno” senza inizio e fine, dove antico e moderno si contaminano e si perdono tra passato e presente, morte e vita.
Muovendoci a zigzag tra statue, turbine, sarcofagi, motori diesel, ombre e silenzi, gli antichi patrizi che incontriamo – e di cui Spina raddoppia le tracce del ricordo perché il nostro le espanda a sua volta – ci interrogano, quasi un’indagine, un’inchiesta dell’anima tra sensazioni e suggestioni.
Nel nostro vagare, questo enorme ricettacolo di bellezza è già pieno, ma come luogo della mente da vivere può essere riempito ancor più, senza alcuna limitazione.
Il fotografo racconta una giornata sempre uguale, possibile archetipo di una qualunque giornata di un visitatore qualunque, dove però le immagini emozionano, i volti ritratti – ci sia consentita l’invenzione – “espressionano”, instaurano un legame spirituale, un dialogo con le antichità, schiacciano le distanze, cristallizzano le epoche.
Ma soprattutto
creano, a chi sa meravigliarsi, un luogo dello spirito nuovo, profondo, uno sconosciuto, inesplorato spazio della conoscenza.
E così conclude Claudio Parisi Presicce: “È un lavoro che genera un prodotto culturale dotato di un peculiare statuto ontologico, perché si tratta di immagini che non coincidono esattamente né con la verosimiglianza del soggetto raffigurato né con lo stato d’animo dell’osservatore, ma partecipano di entrambe”.
È, infine, l’orgogliosa meraviglia di Luigi Spina:
“Ogni lunedì mattina la mia visita inizia con una passeggiata. L’odore acre dell’olio dei motori diesel, ancora esistente, lascia credere che siano stati accesi fino a ieri. Tutto è ancora grigio, incolore. I volti sagome indefinite. Accendo la mia luce e, di nuovo, ogni volto è una storia. Ma sono a Montemartini. Dove altra gente, un altro popolo, ebbe il vanto dell’energia elettrica. La Luce di Roma”.
AUTORE DEL BEL POST ::
Filippo Bocci
Centrale Montemartini – Roma in Via Ostiense, 106
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