(1895; Museo de Arte de Ponce).
REPUBBLICA –11 MAGGIO 2019
Paco Ignacio Taibo II, pseudonimo di Francisco Ignacio Taibo Mahojo (Gijón, 11 gennaio 1949) è uno scrittore, giornalista, saggista ed attivista spagnolo naturalizzato messicano.
Risiede in Messico dal 1958, quando la sua famiglia scappò dalla dittatura di Francisco Franco. Direttore delle raccolte “Messico, storia di un popolo” e “Cronaca generale del Messico” (1931–1986), del supplemento culturale della rivista “Siempre!” (1987–1988) e delle riviste “Enigma” e “Bronca“. Le sue opere comprendono romanzi storici, racconti ispirati alla cronaca e romanzi gialli. La carriera del Taibo scrittore può essere riassunta in alcune cifre: più di 50 titoli pubblicati – romanzi, libri di racconti, fumetti, reportages giornalistici, saggi storici – pubblicati in più di 20 paesi
L’inedito
Quel quadro mi ha sedotto è puro sesso
PACO IGNACIO TAIBO II
Paco Ignacio Taibo II confessa la sua passione per “Flaming June”, opera di Lord Frederic Leighton che impazza in Rete tra gli amanti del kitsch “Il mondo di Playboy e del porno trema davanti a una tale immagine”
In spagnolo chiamano il dipinto Sol ardiente de junio, ma il titolo originale è Flaming June, normalmente tradotto in italiano come Avvampante giugno. Quando fu esposto al museo del Prado qualche anno fa, la cornice raffigurava un tempio greco, con le sue due ridicole colonnine ai lati e un orribile frontone. Faceva parte di una mostra intitolata “La bella addormentata”. Ci sono molte confusioni, il museo gli attribuì le misure di 47 pollici per 47 (più o meno un metro quadrato), ma i suoi ammiratori non ritengono che sia quadrato ma più alto che largo perché nelle riproduzioni, di solito, viene rimosso un bordo nella parte superiore (l’orlo di una tenda!) e un altro bordo bianco nella parte inferiore. È l’immagine preferita da un mucchio di appassionati scelti del pacchiano e del kitsch che pullulano su Internet. Io semplicemente lo adoro. L’ho scoperto molti anni fa raccogliendo del materiale per un romanzo che non si lascia scrivere e si svolgerà nelle colonie africane dell’Inghilterra vittoriana. Fu dipinto nel 1895 da Lord Frederic Leighton quando aveva 65 anni, il che mi sorprende ancora di più.
Non c’è una visione adolescenziale della bellezza nel quadro, non c’è nulla di vittoriano, e non è compatibile con il mio modo di vedere i lord. Leighton era figlio e nipote di medici inglesi, suo padre era anche il medico capo di casa reale. Aveva vissuto con la sua famiglia nelle corti dell’Europa continentale. Studia a Berlino e Firenze, dove, ingannando le segreterie sulla sua età, lo fanno entrare all’accademia. A 17 anni dipinge il ritratto di Schopenhauer. Più tardi conosce Delacroix, Corot, Mollet e quando torna a Londra si unisce ai preraffaelliti, così sensuali, così pazzi, così misteriosi. Il primo quadro che ottiene un certo successo lo dipinge all’età di 25 anni, dopo due anni di lento lavorio. Si tratta di un dipinto lungo quasi sei metri a cui dà lo strano titolo di La famosa Madonna di Cimabue è portata in processione attraverso le strade di Firenze. Si tratta di un pannello estremamente attento ai dettagli, dove compaiono almeno 45 personaggi, di cui ritrae con cura gli abiti e i gesti, come se ognuno di loro meritasse un ritratto che lo isolasse dalla folla: cortigiane, dogi, gerarchie ecclesiastiche, bambini elegantemente vestiti e nudi, nobili, musicisti. È un mondo senza osservatori, tutti sono partecipanti. Sembra che ciò che gli interessa non sia la processione della Madonna, a cui dedica uno sguardo casuale (togliendo al dipinto delle connotazioni religiose), ma il mondo della Firenze medievale visto attraverso i suoi personaggi. Piacque al principe Albert e la regina Vittoria lo comprò per lui. Sembrava che per il pittore si aprisse una brillante carriera, ma nulla del genere. Apprezzato, vincente, di successo, ma non geniale. Nel 1878 lo fecero Lord. La sua carriera continua con dipinti basati su motivi mitologici come Il pescatore e la sirena e Crenaia, la ninfa del fiume Dargle. Storie di donne di una strana e inquietante bellezza, di sfortunati amanti. Dipinge un ritratto poco meno che geniale di Sir Richard Francis Burton, uno degli eretici dell’Inghilterra vittoriana, l’esploratore britannico che cercò le sorgenti del Nilo e che fu il primo europeo ad entrare alla Mecca, un volto dominato dalla cicatrice sulla guancia provocata da un colpo di lancia. Stranamente, c’è una foto di Leighton, che assomiglia al ritratto di Burton, come se pittore e modello volessero confondersi. La foto fu scattata dalla macchina fotografica di David Wilkie Wynfield; è un ritratto di un’intensità molto particolare che suggerisce la famosa tempesta interiore, la punizione dello smarrimento, lo sguardo perso, di una profondità inquietante, naso solido, spettinato, barba e baffi cresciuti in eccesso. Sembra il volto di un pensatore socialista venuto dalla classe operaia e mille volte sconfitto. Flaming June sarà dipinto alla fine della sua carriera e mi piace perché è sesso e del migliore, sesso mielosamente romantico. Mi piace perché Leighton sa che la magia è nel suggerire, nell’ambientazione. Mi piace perché il mondo di Hustler, Penthouse, Playboy, Macho Men e del porno in rete trema davanti a una tale immagine. Il colore arancione varia a seconda della qualità delle riproduzioni, ma è travolgente anche nelle versioni più pallide. La modella era Ada Alice Pullen, anche nota con il suo nome d’arte, Dorothy Dene, un’attrice fallita, che posò per molti altri quadri di Leighton negli ultimi anni della sua vita. La vita amorosa di Leighton, che non si sposò mai, confonde anche i suoi biografi più perspicaci. Emanuel Cooper pensa che numerosi dettagli indichino la sua omosessualità segreta; i più gli attribuiscono una relazione clandestina con Dorothy.
Leighton sarebbe morto un anno dopo aver firmato Flaming June, senza sapere che i suoi dipinti avrebbero illustrato l’Esposizione universale di Parigi del 1900. Il dipinto non fu certamente apprezzato dai suoi contemporanei e l’indifferenza proseguì anche oltre la metà del XX secolo. I critici britannici più seri in gran parte lo odiano, dicono che non sa nemmeno dipingere la seta con la forza e la precisione che richiede, andate a vedere Dominique Ingres. Ovviamente si sbagliano. Il quadro si trova in un museo in capo al mondo, a Ponce, Puerto Rico, a cui lo ha ceduto un milionario locale che lo aveva comprato chissà dove e come per una cifra irrisoria. Nel 1960, Flaming June fu presentato in un’asta e raggiunse solo la miserabile cifra di 140 dollari.
MUSEO D’ARTE A PONCE, PORTORICO
SALA DEI PRE-RAFFAELITI A PONCE
PONCE .– A SUD
Vent’anni dopo, quando i preraffaelliti divennero di moda, un’opera di Leighton toccava il milione di sterline. Prendetevi tre minuti per guardarlo attentamente e poi esprimete la vostra opinione. Forse non sono il solo a sbagliarsi.
© Paco Ignacio Taibo II 2019 traduzione di Luis E. Moriones
Sir Frederic Leighton, I barone Leighton, RA (Scarborough, 1830 – Londra, 1896), è stato uno scultoree pittore inglese all’epoca dei preraffaelliti. Le sue opere a soggetto storico, biblico e mitologico sono tra gli esempi più raffinati di arte vittoriana.
Durante la maturità, visse ed operò prima a Parigi (dal 1855 al 1859) e poi a Londra (dal 1860 fino alla morte). Tra i pittori che conobbe in vita e che influenzarono la sua arte, Ingres, Delacroix, Corot e Jean-François Millet. A Londra, dopo essere entrato a far parte dei preraffaelliti, progettò la tomba di Elizabeth Browning, moglie del poeta Robert Browning, e nel 1864 divenne membro della Royal Academy of Arts, per poi diventarne presidente nel 1878; il suo dipinto Flaming June, inizialmente non adeguatamente apprezzato e solo nel 1963 venduto ad un prezzo di appena 1000 £ ad un collezionista per finire a Porto Rico nel museo de Arte de Ponce (per figurare anche come copertina dal titolo La bella durmiente nell’esposizione, allestita nel 2009 al Museo del Prado a Madrid, dedicata alla pittura vittoriana), viene da molti considerato, per forma, colori e iconografia, quale emblema del movimento dei Preraffaelliti.
La sua casa a Holland Park è ora il Leighton House Museum e ospita una vasta selezione tra disegni e dipinti.
(wikipedia)
ABITAZIONE DEL PITTORE :::
Leighton House Museum, è una delle case vittoriane londinesi più rappresentative ed originali costruite nel XIX secolo, aperta al pubblico sin dal 1929. E’ ubicata in Holland Park Road, nel borgo di Kensington e Chelsea (zona Ovest di Londra), non lontana dalla fermata della metropolitana di High Street Kensington.
E’ un museo, dedicato a Lord Frederic Leighton (1830-1896) e alle sue opere, ospitato proprio nella casa dove visse e lavorò per oltre trenta anni. Leighton fu uno scultore e pittore inglese molto vicino alla confraternita dei Preraffaelliti. Le sue opere, quasi sempre incentrate. All’interno, la bellissima dimora-museo conserva ancora una ricca collezione di dipinti e sculture dell’artista (che fu, tra l’altro, anche presidente della Royal Academy of Arts) e di alcuni artisti prerafelliti, suoi contemporanei ed amici, come John Everett Millais, Edward Burne-Jones, George Frederick Watts, Alma-Tadema ed Albert Moore.
DA:
https://www.quilondra.com/musei-londra/leighton-house-museum.html
ALTRE OPERE DI LEIGHTON::
Il pescatore e la sirena (The Fisherman and the Siren) (1858)
La Madonna di Cimabue portata in processione (Cimabue’s Madonna Carried in Procession) (1853-55)–
Artwork |
AUTORITRATTO—1880 Frederic Leighton – Self portrait
After Vespers (1871; Princeton University Art Museum)
Daphnephoria, oil on canvas painting, 1874–1876, Lady Lever Art Gallery
The Garden of the Hesperides, oil on canvas painting, 1892, Lady Lever Art Gallery
IL FANNULLONE –The Sluggard by Frederic Lord Leighton at Victoria and Albert Museum.
Athlete wrestling with a Python, white marble sculpture, 1888–1891 (Private collection: on loan to the Art Gallery of New South Wale–ATLETA CHE LOTTA CON UN PITONE
The Last Watch of Hero
e così hai scoperto Paco Ignacio Taibo II. E ce lo sai che c’era anche un Paco Ignacio Taibo I ?
Questo sir Leigthon … niente male, doveva avere anche un buon “sense of humor” … oltre che un’abbondante piacere per l’erotico. 🙂
e chi è Paco Ignacio I ? non puoi gettare il sasso e togliere la mano…ammesso che questo proverbio c’entri, ma sono le uniche parole che mi sono venute per esprimermi—grazie e molte / moltissimo per le poesie, soprattutto amo i raccontini che ci fai ( a noi ) intorno, ciao, un abbraccio grande come il diluvio che c’è adesso a Milano, chiara
banalissimo: Paco Ignacio I° è il padre di Paco Ignacio II° 🙂 e non è una battuta!
Francisco Ignacio Taibo Lavilla , meglio conosciuto come Paco Ignacio Taibo I ( Gijón , Asturie , il 19 giugno del 1924 – Città del Messico , 13 novembre del 2008 ), (84 anni) è stato un produttore , gastronomico , storico , drammaturgo e giornalista spagnola – Messico .
Taibo ha iniziato la sua carriera giornalistica come cronista del Tour de France . Successivamente è stato redattore capo e direttore de facto del quotidiano asturiano El Comercio . Nel 1959, in compagnia di sua moglie, Maricarmen Mahojo de Taibo e il suo figlio maggiore, Paco Ignacio Taibo II , andò in esilio in Messico. Da allora è stato una figura importante nel campo del giornalismo culturale e della scena cinematografica, coltivando l’amicizia con figure come Luis Buñuel , Luis Alcoriza e Amparo Rivelles . I suoi due figli più piccoli, il poeta Benito Taibo e il regista Carlos Taibo Mahojo , sono nati in Messico.
Dal 1981, Taibo I è stato direttore e fondatore della sezione culturale di El Universal . Il suo cartone animato ” El Gato Cult ” è già molto famoso in quel giornale. Ha ricevuto il 15 maggio 2008, al Palace of Fine Arts , il National Journalism Award (Messico) .
Morì la mattina del 13 novembre 2008, vittima di polmonite .